Grazie Don Palmiro

Restare Don Palmiro. Senza diventare strumento di nessuno. Se non del Dio che hai deciso di servire. Fermo per trentanni nello stesso proposito. Di giustizia. Di lotta contro i veleni. Di sostegno alla comunità più maltrattata d’Italia. Tendendo mani, preghiere, fatti e parole ai cittadini, agli amici, ai malati ed ai novecento defunti di questi ultimi due anni. Tutto da fermo. Con un banchetto sulla navata. Per raccogliere i nomi ed il dolore di una situazione che sembra destinata ad una surreale arresa. Aspettiamo Godot? Perché c’è guerra ovunque. Perché il petrolio regge. Ed il greggio serve. Aspettiamo un nemico? Che spesso non c’è. Aspettiamo un orizzonte che si incrina ogni giorno di più? Cosa aspettiamo? Se il Sindaco di Augusta, ritirando la lapide che desidera esser promessa d’impegno civile, ha detto di alzare la testa? Cosa aspettiamo? Se non occorre guardare troppo lontano? Meglio allora, con un po’ di coraggio, decidere che le tue fortune, il tuo tempo ed i tuoi talenti li senti rispettati solo facendone dono e strumento di oneste ragioni.

Sebastiano Adernò

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