MedFest – Buccheri, brutto Festival

Capita che siate poeti. E decidiate che è mancante un Festival medioevale senza Poesia. Perché gli arabi erano poeti di Sicilia, già prima ancora che San Francesco scrivesse il Cantico delle Creature. Ora il problema sta nel microfono e nell’altoparlante amplificato. Il problema sta che la persona assunta per curarsi del Service del MedFest il 23 agosto riveste per la stessa Amministrazione la carica di Consigliere Comunale. Bel conflitto d’interessi. A quanto ammonta il corrispettivo stanziato dal Comune ad un suo stesso membro consiliare? 5000 euro? Di più? Parliamo di un paesino di neanche mille abitanti. Spopolato dall’incapacità di tutto il territorio circostante di unirsi, consorziarsi a favore di una, non due, ma almeno una politica comune di sviluppo turistico e culturale. Veniamo a me. Dopo aver atteso per circa 1 ora e mezza sotto il sole, e col sedere appoggiato sulle “bolognine” che fanno da contrafforte al sagrado della Chiesa di San Filippo. Metto il punto che sono andato lungo, e ci riprovo: ecco, io scendo giù a cercare l’addetto al Service. Ignaro si trattasse del Consigliere suddetto. “E’ da un’ora e mezza che aspetto lassopra la linea vocale!” E lui. Maglietta Service. Mentre sistemava il palco a fine di via Matteotti: “E pii mia pò aspettare autre ru ure…” (E per me puoi aspettare altre due ore). Non vi tralascio di dire, miei cari, che il sottoscritto era vestito da Scudiero e addosso portava le borse dei cinque poeti che capeggiati da Santina Lazzara, stavano leggendo, su mia idea e iniziativa, per le persone che attendevano il Corteo. Ma è finita male. Conflitto di interessi, ed abuso d’ufficio. Arrivato alle 17.30 a Buccheri, alle 20.15 ancora nessuno aveva montato alcuna linea vocale. Così, dopo accesa discussione tra il Consigliere – Service che non serve, l’Ass. Francesco Interlandi, ho deciso che quello sarebbe rimasto il primo reading da me organizzato e sostenuto con grafiche, video e foto, il I° Reading da me organizzato dove Io, Sebastiano Adernò, non ho letto neanche un verso.

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