Alle elezioni, i dati, non ancora definitivi quando scrivo, sono circa i seguenti:
Il centrodestra è al 37% con la Lega al 17,5%, Forza Italia al 14,3%, Fratelli di Italia al 4,3%.
Il M5S è al 32,5%.
Il Pd è al 18,9% con +Europa al 2,4%.
Liberi e uguali è al 3,3%.
Potere al popolo è al 1,1%.
Casa Pound allo 0,9%.
(Nei voti all’estero le percentuali cambiano moltissimo, il Pd è intorno al 27%, e poco sotto il M5S. I partiti piccoli prendono molto di più, Leu e +Europa intorno al 5%)
Considerazioni.
- E’ scomparsa la sinistra. Crollo del Pd e di Leu. Risultato modesto di Pap. L’Italia si scopre antieuropea, populista (M5S) e neofascista (Lega, Fratelli d’Italia).
- Seggi uninominali. Umiliato D’Alema, ultimo, al 3,9%. Umiliato Grasso a Palermo, intorno al 5-6% e la Boldrini a Milano (4,5%). Liberi e uguali esce distrutta. Umiliati Franceschini, Orfini, Minniti, Sgarbi (grande successo di Di Maio). Successo personale per Renzi, Gentiloni, Delrio, Boschi, Lorenzin, Bonino. La spunta di poco Padoan a Siena contro il leghista Borghi.
- Casini, eletto a Bologna, è l’emblema del crollo della sinistra. Esponenti di Liberi e uguali si sono scagliati di continuo contro il Pd, reo di aver candidato un democristiano come Casini a “Bologna la rossa”. Sono rimasti indietro di decenni. Non hanno ancora capito che non esistono più le regioni rosse, che ormai sono terra del centrodestra. La Lega arriva abbondante fino all’Umbria (circa 20%) e al Lazio. La nuova linea gotica va da Roma alle Marche: dalle Marche andando verso sud è regno del M5S. La sinistra prende qualche macchia di giaguaro in Emilia, Toscana, e a Roma, regioni ormai di destra, in mano a Berlusconi e Salvini.
- Molto spesso in questi mesi abbiamo sentito i 5stelle e gli esponenti di sinistra (Leu e Pap) parlare contro la legge elettorale fatta dal Pd. Grazie a questa legge proporzionale per 2/3, e senza premio di maggioranza, il centrodestra non ha la maggioranza per governare. Se ci fosse stato meno proporzionale o un premio di maggioranza al 35%, oggi saremmo già sicuri di avere Salvini capo del governo. Quindi, grazie a questa legge elettorale, grazie al Pd che l’ha fatta. Perché al momento il centrodestra non ha la maggioranza, poi bisogna vedere se riesce a comprarsi molti parlamentari. Ma al momento, senza sapere di preciso i seggi dell’uninominale, c’è ancora speranza di un governo M5S-Pd. Per il resto, è chiaro ora che i voti che perde il Pd e Leu vanno al M5S. I politici di sinistra lo capiscono che devono preoccuparsi di essere concorrenziali con il M5S?
- Brunetta, intervistato da Mentana, ha detto che ci sarà la “fila dei responsabili” che passeranno al centrodestra per permettere di avere una maggioranza. Responsabili?
- Se il centrodestra non trova abbastanza transfughi per avere la maggioranza, sarà il Pd l’ago della bilancia. Potrebbe stare all’opposizione, non allearsi con nessuno e in questo caso si tornerebbe a votare. Non credo infatti a larghe intese tra M5S e centrodestra, e nemmeno a una alleanza tra M5S e Lega. Il Pd potrebbe allearsi al M5S ossia sostenere un governo Di Maio, e questa in fondo è l’opzione più auspicabile.
- Se si forma un governo 5stelle con l’appoggio del Pd (e di quei quattro gatti di Leu), si può avere un buon governo. Può darsi che Mattarella spinga il Pd a sostenere questo governo, e che il Pd, con il suo senso di responsabilità lo faccia, del resto l’alternativa è che il Pd si ostini a dire No a Mattarella e che costringa l’Italia a tornare al voto.
- La sinistra ormai è sparita, è totalmente marginalizzata. La Lega di Salvini sfonda in quelle che una volta erano chiamate regioni rosse: Liguria, Emilia, Toscana, Umbria, Marche. Potere al popolo fallisce, in molti ci avevano creduto di arrivare al 3%. Liberi e Uguali supera di poco il 3%. Era accreditato intorno al 7% quando si era formato. Lo spettro della Sinistra L’arcobaleno è tornato come un incubo la notte scorsa. Forse è il caso di riconsiderare Bertinotti, a cui va la mia massima stima per essere stato uno dei pochi leader della sinistra (insieme a Occhetto) a essersi fatto da parte dopo la sconfitta dell’Arcobaleno. In queste elezioni probabilmente ha sostenuto Potere al popolo ma ha preferito non dichiararlo pubblicamente, consapevole che il suo endorsement sarebbe stato negativo per la nuova formazione politica, che voleva svincolarsi dai vecchi legami partitici con Rifondazione. Bertinotti ha svolto una interessante autocritica della sinistra, negli ultimi anni, sostenendo che la sinistra ha sbagliato molto nei decenni scorsi cercando di attuare le sue politiche all’interno dei Parlamenti e dell’Europa, e ora Bertinotti sostiene che il futuro della sinistra, è nelle lotte extraparlamentari, solo così può risultare efficace e decisiva.
- Il nuovo governo avrà di certo il compito di legiferare sulla legge elettorale. La decisione della Corte costituzionale di considerare illegittimo il ballottaggio, a mio avviso rende difficile creare una legge elettorale che porti alla governabilità. Il premio di maggioranza, sia esso per le coalizioni o per i partiti, deve essere stabilito su una quota congrua come il 35%, non di meno, e in questo caso avrebbe dato la maggioranza al centrodestra. Questo mi sembra l’unico meccanismo che garantisca al momento la governabilità. Il ballottaggio sarebbe utile per il M5S, che di certo avrebbe vinto un ballottaggio con il centrodestra, ma io credo che i partiti non lo proporranno, proprio per il pronunciamento della Consulta sul ballottaggio, dato in relazione all’Italicum. Non sono un giurista, e mi pare peraltro che le opinioni dei giuristi siano discordi, ma credo che il ballottaggio presente nelle comunali non sia applicabile a livello nazionale, proprio per il pronunciamento della Consulta. Il proporzionale con sbarramento, peraltro (ma che sia vero sbarramento: 5%, non 3%) è un sistema ottimo, e se obbliga i tre poli ad allearsi tra loro, poco importa. Ricordo infine che il PD è nato come partito a vocazione maggioritaria, sul modello bipolare americano: ha ancora (se mai l’ha avuto) senso un partito così in Italia?
- Come riformare la sinistra? Il PD dovrebbe sciogliersi, riconoscendo di aver fallito in partenza. L’Italia non è l’America, non è bipolare e non è maggioritaria. Inoltre, in Europa i cattolici non sono nello stesso partito con i socialdemocratici. Questa anomalia è tutta italiana, e persone perbene come Gentiloni non l’hanno notata. Cito Gentiloni perché lui in tivù di recente ha notato l’altra anomalia: avere la destra di governo (Forza Italia) alleata alla destra lepenista di Salvini e Meloni. Questa anomalia ti è evidente, caro Gentiloni, ma perché non ti è evidente anche l’altra? Renzi si è dimesso, ma il problema del Pd sta a monte, come ho detto, è strutturale: non dovrebbe esserci un unico partito raggruppante sia i cattolici democratici sia i socialdemocratici. La sinistra del Pd deve poi trovare nuove persone, nuovi linguaggi. La destra lepenista è in parte neofascista, io stesso ho invocato un voto antifascista, ma: – la difesa a oltranza della Costituzione e della sua matrice antifascista così come il parlare di fascismo e antifascismo a ogni piè sospinto – il presentare vecchi dirigenti come D’Alema o vecchi magistrati come Grasso (e prima di lui Ingroia) – l’andarsene via dai dibattiti elettorali se c’è qualcuno di Forza Nuova o Casa Pound come hanno fatto quelli di Pap – il chiamarsi compagni – il parlare di destra e sinistra e della Resistenza – la politica dell’accoglienza dell’immigrazione senza riconoscere i reali problemi di insicurezza percepita (per quanto amplificata rispetto a quella reale) della gente, senza un preciso piano di regolarizzazione – e infine un atteggiamento di europeismo a prescindere, senza chiedersi fino a che punto sono possibili politiche veramente di sinistra stando in Europa EBBENE tutti questi atteggiamenti (per dire i primi che mi sono venuti in mente) sono controproducenti, sono della vecchia sinistra, quella vecchia sinistra che è stata spodestata a favore del M5S da parte del suo elettorato. Per fare rinascere una vera sinistra, c’è bisogno di abbandonare questi comportamenti e metterne in atto nuovi, osservando bene come ha fatto il M5S.