Piercamillo Davigo, ex magistrato di Mani Pulite (spesso definito “la mente” di Mani Pulite, con Di Pietro considerato “il braccio” e Gherardo Colombo il moderatore e mediatore di entrambe le attività), dal 9 aprile 2016 è il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Dall’inizio del suo incarico ha rilasciato molte interviste, in cui ha ribadito il suo pensiero su legalità, giustizia, politica. Di recente, il 21 settembre, è stato di nuovo intervistato da Floris. E’ stata una lezione di cultura della legalità. Qui sotto il video di una parte dell’intervista:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/09/21/davigo-anm-politica-valuti-prove-sui-deputati-prima-della-sentenza-di-un-giudice/561349/
Davigo sostiene che “I tassi di devianza della classe dirigente sono molto più elevati della zone suburbane di maggiore devianza […] Per fare politica è necessario rigore morale, che è più difficile da accertare della competenza. Qualcuno – sottolinea il magistrato – dice che io non rispetto il principio di innocenza, io dico che la politica dovrebbe valutare autonomamente gli elementi di prova a prescindere dall’esito del procedimento penale. […] Non c’è bisogno di aspettare la sentenza del giudice.”
Floris aveva intervistato Davigo nell’aprile 2016, poco tempo dopo la sua elezione a presidente dell’ANM. Nell’intervista aveva dichiarato che “Nessuno viene messo dentro per farlo parlare, viene messo fuori se parla: Chi darebbe mai i soldi a uno che una volta arrestato fa l’elenco di chi glieli ha dati? Diventa inidoneo a commettere quei reati, diventa pericoloso”.
Qui sotto il video:
Di recente, 27 settembre, Davigo, è comparso in pubblico con Gherardo Colombo. Insieme hanno scritto un libro in uscita per Longanesi: «La tua giustizia non è la mia. Dialogo tra due magistrati in perenne disaccordo». Scrive Aldo Cazzullo sul Corriere : sono “pagine che suscitano godimento intellettuale, per il raffronto serrato da cui emergono a ogni capitolo le differenze culturali tra due pm simbolo di Mani Pulite”. Le differenze culturali risiedono in ultima analisi in un approccio tranchant, di “destra”, da parte di Davigo, e in un approccio più progressista, per esempio sulla riforma delle carceri, da parte di Colombo. Uniti i due ex pm però lo sono sotto vari aspetti, a partire dall’educazione alla legalità e dalla denuncia che in Italia la “mentalità generale (non di tutti, per fortuna, ma di tanti) sta dalla parte dell’illecito e non del lecito” (Colombo).
Infine, il 2 ottobre Davigo è apparso a In Mezz’ora, la trasmissione di Lucia Annunziata, per un confronto con il ministro della giustizia Andrea Orlando. E’ stato un fatto del tutto inedito nella storia della Repubblica vedere in diretta tv il confronto tra il ministro della giustizia e il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Il dibattito peraltro verteva su una legge che riguarda la riorganizzazione della giustizia, e gli spettatori hanno potuto notare, fatto assai raro, che a fronte di una minaccia di sciopero dei magistrati, per la loro avversione ad alcuni punti della legge, ci sono stati i complimenti dell’Anm, tramite Davigo, all’operato del ministro, per la sua volontà di dialogo con i giudici. Le riserve di Davigo nel merito della legge si sono espresse con la richiesta di un dialogo che coinvolga oltre al ministro anche il presidente Renzi. Sarebbe un altro passo inedito nei rapporti tra magistratura e governi italiani.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/02/riforma-giustizia-orlando-sciopero-dei-magistrati-sarebbe-incomprensibile-davigo-ma-vogliamo-parlare-con-renzi/3070631/