“Se mi si concede che il criterio rilevante per distinguere la destra e la sinistra è il diverso atteggiamento rispetto all’ideale dell’uguaglianza, e il criterio rilevante per distinguere l’ala moderata e quella estremista, tanto nella destra quanto nella sinistra, è il diverso atteggiamento rispetto alla libertà, si può ripartire schematicamente lo spettro in cui si collocano dottrine e movimenti politici, in queste quattro parti: a) all’estrema sinistra stanno i movimenti insieme egualitari e autoritari, di cui l’esempio storico più importante, tanto da essere diventata un’astratta categoria applicabile, ed effettivamente applicata, a periodi e situazioni storiche diverse, è il giacobinismo; b) al centro sinistra, dottrine e movimenti insieme egualitari e libertari, per i quali potremmo oggi usare l’espressione “socialismo liberale”, per comprendervi tutti i partiti socialdemocratici, pur nelle loro diverse prassi politiche; c) al centro destra, dottrine e movimenti insieme libertari e inegualitari, entro cui rientrano i partiti conservatori, che si distinguono dalle destre reazionarie per la loro fedeltà al metodo democratico, ma, rispetto all’ideale dell’uguaglianza, si attestano e si arrestano sull’uguaglianza di fronte alla legge, che implica unicamente il dovere da parte del giudice di applicare imparzialmente le leggi; d) all’estrema destra, dottrine e movimenti antiliberali e antiegualitari, di cui credo sia superfluo indicare esempi storici ben noti come il fascismo e il nazismo. Va da sé che la realtà è più varia di questo schema, costruito soltanto su due criteri, ma si tratta di due criteri fondamentali, che, combinati, servono a designare una mappa che salva la contestata distinzione tra destra e sinistra, e nello stesso tempo risponde alla troppo facile obiezione che vengono considerati di destra o di sinistra dottrine e movimenti non omogenei come, a sinistra, comunismo e socialismo democratico, a destra, fascismo e conservatorismo; spiega anche perchè, sebbene non omogenei, possano essere in situazioni eccezionali di crisi, potenzialmente alleati.” (Norberto Bobbio, Destra e sinistra, Donzelli, 1994)
Secondo Bobbio, volendo fare una distinzione netta, e che sia neutra (cioè che si astenga da un giudizio di valore), tra Destra e Sinistra si può dire che la Libertà è il faro della Destra e l’Eguaglianza è il faro della Sinistra.
Volendo poi entrare nel merito, chi è di sinistra pensa che senza Eguaglianza non ci può essere vera libertà ma privilegi per alcuni e torti per altri; quindi l’eguaglianza dei diritti personali e sociali è un prerequisito affinché si possa instaurare una vera libertà. Va da sé che, storicamente, per raggiungere la piena uguaglianza si sono formate dittature dove tutta l’economia era pianificata dallo stato, e dove essere un oppositore voleva dire essere nemici dello stato se non traditori, con conseguenze verso la propria libertà. Proprio per evitare questa deriva, a sinistra oggi, si parla sempre più spesso di Libertà eguale, come obiettivo della sinistra, evidenziando in tal modo che l’eguaglianza cui si vuole giungere è intrinsecamente associata alla libertà.
Oggi, 2016, che senso ha ancora parlare di Destra e Sinistra? Per il premier Renzi, che ha commentato nel 2014 la nuova edizione di Destra e Sinistra, oggi vale di più la distinzione tra Innovazione e Conservazione.
Ma non è Trump, in America, che si vanta di volere fare le riforme, e accusa Clinton di essere parte di un sistema vecchio? Possiamo davvero dividere i politici in riformatori (di sinistra) e conservatori (di destra)? In questo caso, sarebbe di destra votare No al referendum costituzionale voluto da Renzi, essendo questo una innovazione, una riforma di una Costituzione datata 1948? Oppure tutti auspicano riforme e una riforma in sé non è di destra né di sinistra perché a determinarlo sono i suoi contenuti? E in che modo i contenuti qualificano una legge in una riforma di destra o di sinistra?
(Continua)