Un magistrato e uno scrittore a confronto: si presenta “Solo danni collaterali” a Sassari

Pier Bruno Cosso e Mariano Brianda.

Avvincente come un thriller americano e introspettivo come una narrazione europea. Già giunto alla seconda edizione, il nuovo romanzo di Pier Bruno Cosso, dal titolo “Solo danni collaterali”, è pubblicato da Marlin editore, www.marlineditore.it la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano (collana Il Portico, € 14,90 con promo sconto del 20% #EstateConUnLibroMarlin fino al primo agosto solo sul sito). Lo scrittore sardo presenta il libro a Sassari, nello spazio all’aperto della parrocchia San Paolo, in via Besta, lunedì 27 luglio, alle 19.00, su iniziativa di Libreria Koinè Ubik Internazionale, dialogando con il magistrato Mariano Brianda in un incontro moderato da Andrea Deiana, appassionato di letteratura e di teatro, collaboratore di riviste locali, spesso al centro di eventi culturali in città. Sarà rispettato il distanziamento.

Sempre Cosso, questa volta con il libraio e blogger Mario Borghi, presenterà il suo romanzo edito da Marlin martedì 28 luglio nella Biblioteca di Ozieri, su iniziativa di amministrazione comunale e libreria Booklet, alle 18.30, al Centro culturale S. Francesco. Anche qui sarà rispettato il distanziamento.

Ritornando alla presentazione a Sassari del 27 luglio, risulta significativa la presenza di Mariano Brianda, presidente della Sezione penale di Corte d’Appello a Sassari, oltre che figura impegnata in campo politico e civile di recente. Per anni presidente della sezione sassarese dell’Anm – Associazione Nazionale Magistrati, è in attività dal 1983. La scelta di confrontarsi con lo scrittore nasce dalla profonda passione del magistrato per la letteratura. Da accanito lettore, Brianda avrà il piacere di raccontare la sua visione di questo “giallo giudiziario”.

Gli effetti psicologici che subisce l’accusato sono al centro del romanzo di Cosso e susciteranno delle riflessioni in chi, quotidianamente, tratta questa difficile materia. «Il dibattito potrà anche sfiorare l’incrocio tra visione letteraria e realtà giudiziaria, proprio perché la giustizia non deve essere un romanzo, e i primi a gridarlo sono proprio i giudici», sottolinea Pier Bruno Cosso.

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A proposito di giustizia, ci sono carabinieri e forze dell’ordine fedeli allo Stato di diritto e alla democrazia e ci sono quelli, come dimostra l’inchiesta di Piacenza, se verrà confermata nelle fasi giudiziarie successive, che calpestano le regole. Al medico Enrico Campanedda, protagonista del romanzo “Solo danni collaterali” di Pier Bruno Cosso, marlineditore.it, capita d’imbattersi in un maresciallo infedele, in combutta con un giudice in cerca di facile popolarità. Un maresciallo che si trincera dietro l’esecuzione degli ordini e si dimostra sadico nella perquisizione domiciliare, nei confronti di Enrico e della sua famiglia. Un uomo che spera di ottenere parecchi vantaggi sulla pelle della vittima di turno.

Il tema

Ispirato a una storia vera, il quarto libro di Cosso racconta infatti di un medico di famiglia vittima del delirio d’onnipotenza di un magistrato che lo trascina in un inferno giudiziario. Di fronte ci sono due mondi che si scontrano: un magistrato e la sua vittima occasionale. Ma il prezzo altissimo dell’ingiustizia lo paga solo il perseguitato incolpevole. Privato della libertà, del lavoro, dello stipendio e infine degli affetti familiari, il medico, aiutato da un’amica giornalista, si lancia in un’indagine serrata per comprendere l’origine delle accuse infondate che lo opprimono.

Il tema non ha mai smesso di interrogare le coscienze dato che, ad esempio 37 anni fa, il 17 giugno 1983, veniva arrestato ingiustamente Enzo Tortora e solo nel 1986, e definitivamente nel 1987, un anno prima di morire, gli sarebbe stato restituito l’onore perduto. «Io vi dico che sono innocente, lo grido da tre anni. Spero, dal profondo del cuore, che lo siate anche voi», è il suo celebre grido di disperazione ai giudici, richiamato nell’esergo del libro.

Per l’autore, «la vicenda di Palamara e la sua espulsione dall’Associazione Nazionale Magistrati dimostrano, in linea con quello che accade al protagonista del mio romanzo, quanto sia necessario rafforzare i contrappesi rispetto al potere giudiziario. I casi di cronaca raccontano a volte di qualche magistrato, rarissimo per fortuna, che si ritiene al di sopra delle leggi, contraddicendo il concetto stesso di giustizia. Il prezzo altissimo dell’ingiustizia lo paga solo il perseguitato incolpevole perché il giudice in Italia, e questo è un tema su cui si dibatte da tempo, non risulta perseguibile per il suo cattivo operato. I magistrati più sensibili ne sono consapevoli. “Solo danni collaterali” stimola la riflessione in questo campo».

Pier Bruno Cosso ci tiene a esprimere il suo punto di vista senza ambiguità: «Io penso che la magistratura da noi sia un’eccellenza ma che, nello stesso tempo, sia un organismo senza difese immunitarie. Senza quegli anticorpi che potrebbero evitare il delirio di onnipotenza del dottor Ferdinando Ferdinando (giudice inventato per “Solo danni collaterali”, ma con ampi riscontri nella realtà) e dei vari Palamara (non per lui, ma per ciò che rappresenta), per non parlare dei magistrati del caso Tortora».

Pier Bruno Cosso

Spiega l’autore: «Il vero protagonista, che mi onora della sua amicizia, un giorno mi telefonò, dicendomi che come scrittore avrei dovuto raccontare la sua storia, incredibile e avventurosa come un romanzo. Mi ha sorpreso e preoccupato: ho percepito la sua necessità di parlare e quella sua profonda amarezza, anche se era già tutto risolto. La sua testimonianza mi ha trasmesso quella sensazione profonda che lascia un segno, che ti fa precipitare alla tastiera come un’urgenza, come se fosse una chiamata. Ovvio che poi, anche per non renderlo riconoscibile, ho attinto dalla fantasia per ingarbugliare vicende umane, le passioni e i tradimenti. Alla fine ne è scaturita una storia con una voce sola, dove neppure io riesco più a separare la fantasia dalla realtà. E forse non ha neppure senso distinguere».

 

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