Un cuore per la signora Chimento

C’è il giallo. C’è la scrittura elegante. C’è la forza intrinseca della letteratura in una Catania ambigua. C’è l’analisi sociale del potere e di una sanità collusa con la mafia. Il piacere di una scrittura capace di combinare ricordi e rivelazioni interiori ma anche un’indagine serrata su un mondo cinico e sanguinario fra trapianti d’organi, stent cardiaci scaduti e potenti che pretendono l’impunità. Lo scrittore catanese Gianni Bonina – una firma culturale di numerose testate: “la Repubblica”, “Reset”, “Doppiozero” e “Letteratitudine” – è autore del romanzo Un cuore per la signora Chimento, in uscita a fine giugno nelle librerie per Marlin, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano (collana Il Portico, € 14,90 con promo sconto del 20% #EstateConUnLibroMarlin fino al 5 luglio 2020 solo sul sito www.marlineditore.it).

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Al centro della storia di Un cuore per la signora Chimento risultano un cronista, Natale Banco, e una Catania in bilico tra passato, memoria e un futuro difficile da decifrare. Osserva l’autore: «Tema centrale di questo romanzo è la malasanità. Proprio a Catania si è avuto un caso di stent scaduti da cui è derivato un procedimento giudiziario. Ma nell’inchiesta condotta dal giornalista Natale Banco è stato fatto di peggio. Molto peggio. Tutto naturalmente frutto di fantasia, anche quando qualche riferimento possa apparire reale», precisa Bonina che, da scrittore, mescola realtà e invenzione per trasformare i fatti e le ricostruzioni in qualcosa di più universale e avvincente. In un romanzo, insomma.  «Se proprio dovessi indicare un genere, parlerei di thriller sociale, nel presupposto – perché no – che ogni crimine sia perpetrato in nome collettivo e non sia che il risultato di colpe sociali, comuni», aggiunge l’autore.

Gianni Bonina

La scrittura di Bonina intreccia eventi drammatici ed elementi introspettivi e il protagonista, Natale, scopre che «al vaglio della memoria,» molti momenti vengono «come illuminati per la prima volta». «E rivissuti: con la calma che si può mettere nel riordinare un ripostiglio, dove si ritrovano sempre nuove cose credute smarrite.» Un cuore per la signora Chimento è ricco d’atmosfere dense di fantasmi della memoria. Il tutto senza far perdere l’attenzione per un giallo narrativo dove emerge il male: la spietatezza e il cinismo di chi specula su chi è più fragile, sotto l’ombra della mafia.

Umanità, pietas e il rigore dell’intelligenza analitica guidano il personaggio al centro del romanzo. Con notevole perizia, Bonina sviluppa il racconto avvalendosi di una scrittura ricca di ritmo, e complessa sul piano psicologico, che appassiona il lettore facendolo penetrare nel ventre di una Catania avvelenata da collusioni e malaffare. Le complicità dei potenti e il traffico illecito degli organi umani svelano al protagonista il profilo di una società dominata da classi dirigenti spietate e che ambirebbero a essere intoccabili.

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Contro tutto questo si scontra il giornalista Natale Banco, libero interiormente, affiancato da figure, come quelle dell’ex barbona e vicina agli ultimi, Rosa Bartolotta, e alla cronista promettente Mariù, o al capitano Noto, capaci di fare inceppare i meccanismi del potere e del senso dominante di morte. La scrittura riesce a far emergere questo riscatto tramite tasselli narrativi attraversati da una sotterranea, nonostante tutto, fiducia nell’intelligenza e nell’umanità. I personaggi del romanzo ricorrono nel mondo letterario di Bonina e acquisiscono nell’ultimo titolo nuove sfumature: «Mariù Liuzzo, la nipote di Banco, è diventata finalmente una vera giornalista e qui svolge un ruolo di co-protagonista. Rosa Bartolotta ritorna a Catania e vive una personale avventura al cardiopalmo dopo quella del tentato omicidio cui è scampata. Marco, il figlio di Natale, si allontana e avvicina in un rapporto sempre difficile col genitore, ma mantiene vivissimo il legame filiale con Rosa e con Fatima, la figlia nordafricana del migliore amico di Rosa. Mario Prazzi, il direttore di Telenova, si dimostra vicinissimo a Banco e ancora suo prezioso partner nell’inchiesta. Poi ci sono gli avversari di Banco, tutti interni al giornale in cui lavora, dall’editore Cristaldi al direttore Longo ai giornalisti Barruca e Magnano. Sono esperienze che ho vissuto anch’io», evidenzia lo scrittore e giornalista.

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Sinossi

L’incontro fortuito con un vecchio conoscente di gioventù schiude a Natale Banco uno scenario inquietante sul mondo sanitario. Il giornalista catanese si trova a indagare su un traffico di stent cardiaci scaduti e sulla morte di quattro cardiopatici a cui erano stati impiantati. Parallelamente il trapianto di cuore alla moglie di un potente parlamentare maschera un omicidio e allunga ombre su “La Tribuna”, dove Banco lavora e dove scopre che l’editore ha voluto la morte del barista del giornale perché il suo cuore fosse donato all’importante beneficiaria. Intanto l’amico di gioventù del giornalista viene trovato ucciso e le indagini portano a scoprire un fondo scellerato di atrocità. Banco viene accusato di favoreggiamento, mentre la vicenda sulla quale indaga minaccia addirittura di travolgerlo, montando progressivamente in un vortice di sangue e di cinismo. In questo stato diffuso di illegalità, il giornalista deve fare i conti con una realtà nella quale la facilità del mercimonio degli organi umani agisce al contrario dell’inamovibilità che riguarda gli organi dirigenti della società. Potenti decisi a perpetuare un dominio che non ammette deroghe e ripudia i precetti della coscienza.

 

Il personaggio

Una vaga somiglianza con Robert De Niro, una moglie andata via troppo presto, un rapporto ambivalente con il figlio ventenne. Una professione di giornalista alimentata dalla passione per l’indipendenza e dalla pericolosa tendenza a non voltarsi dall’altra parte dinanzi agli abusi del potere. Lui è Natale Banco,  cronista del quotidiano “La Tribuna”e di Adnkronos. Vive a Catania e un incontro con una persona riemersa dal passato lo spingerà a indagare su un pasticciaccio brutto di mafia, sanità e politica. Un labirinto nel quale Natale non si perde. Esiste una giustizia, malgrado tutto, e lui la persegue.

 

 

Il ruolo del giornalismo

 

I volti opprimenti del potere sono in primo piano, nel romanzo, ma l’autore affida al giornalismo l’occasione per riscattarsi dalle connivenze e contribuire al prevalere, inatteso, della giustizia. Non mancano i dettagli poetici, come l’abitudine del protagonista di fotografare l’Etna e i suoi quotidiani mutamenti o le descrizioni realistiche e amare, ma anche poetiche e letterarie, con le quali Bonina raffigura la “sua” Catania. Lo scrittore ha creato personaggi seriali destinati a rimanere nel tempo. Questo romanzo è legato a quello precedente, Morte a debito, così come al primo della serie, Cronaca di Catania.

 

L’autore

 

Gianni Bonina vive e lavora a Catania. Ha pubblicato i romanzi Busillis di natura eversiva (Lombardi, 1997; Barbera, 2008), I sette giorni di Allah (Sellerio, 2012), Cronaca di Catania (Mursia, 2013), La scoperta della mafia (Barbera, 2014), Morte a debito (Mesogea, 2016) e Ammatula (Castelvecchi, 2019); il reportage L’isola che trema (Avagliano, 2006; Premio Alvaro 2007); il libro-inchiesta Il fiele e le furie (Hacca, 2009); i saggi letterari I cancelli di avorio e di corno (Sellerio, 2007), Maschere siciliane (Aragno, 2007; Premio Adelfia 2007), Il carico da undici. Le carte di Andrea Camilleri (Barbera, 2007) e Tutto Camilleri (Barbera, 2009; Sellerio, 2012); il volume di racconti Fatti di mafia (Theoria, 2019). Scrive di cultura su “la Repubblica”, “Reset”, “Doppiozero” e “Letteratitudine”.

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