NEITHER HERE NOR THERE, a cura di Viviana Fiorentino: la poesia di Freda Laughton

Neither here nor there – poesia irlandese in traduzione

Si inaugura oggi Neither here nor there, un appuntamento mensile con la poesia irlandese meno conosciuta.  In questo spazio troverete poeti irlandesi che non sono ancora arrivati in traduzione in Italia o dei quali esistono pochissime traduzioni. Si darà preferenza alle poetesse, poiché in Irlanda, come del resto anche in Italia, il canone maschile si è imposto fino alla metà del secolo almeno, a scapito delle scrittrici che sono rimaste marginalizzate. La poesia irlandese comprende poesia in due lingue – irlandese e inglese – e, dunque, è per natura in continuo movimento da una lingua a un’altra; è ricca, complessa. Neither here nor there è un viaggio poetico lungo le sponde irlandesi, sotto cieli sempre cangianti e terre con nomi e pronunce diverse. Ma è anche una poesia che ci arriva nel passaggio da una lingua a un’altra, dunque nello spazio aperto dalla traduzione, nel quale immaginiamo e creiamo, tra sillabe e suoni e tra i silenzi del lost in translation. Il luogo nel quale la lingua si trasforma e rimanda ad altro – ma dentro lo spazio della poesia, che ci tiene uniti.

(Viviana Fiorentino)

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Freda Laughton è una poetessa poco nota. Nata a Bristol nel 1907, arriva in Irlanda nel 1932 subito dopo il suo matrimonio. Pubblica poesie su The Bell, The Irish Times, e una collezione, The Transitory House (Jonathan Cape, 1945). Parte del suo lavoro è incluso nell’antologia di New Irish Poets, nel 1948. Poi però il suo lavoro viene dimenticato; solo alcuni anni fa, grazie alle ricerche di Emma Penney, ricercatrice dell’UCD (University College Dublin), è stata ricostruito l’anno della sua morte, il 1995, e molti altri aspetti del lavoro di questa poetessa. La poesia di Freda Laughton ha una natura sovversiva, come altra poesia femminile scritta tra il 1921 e il 1950 in Irlanda, e mette in discussione l’assunto critico accettato fino a oggi secondo il quale Eavan Boland rappresenti “il primo serio tentativo in Irlanda di creare un corpus di poesie che nascono dalla coscienza femminile contemporanea”. Questo assunto ha, purtroppo, permeato il panorama critico della poesia femminile irlandese e sottratto una parte importante della storia della letteratura dell’isola.

Il nome di Laughton è entrato nella poesia moderna irlandese, grazie all’opera di divulgazione di Lucy Collins (UCD) e Emma Penney (UCD), Christine Murray (poeta e redattrice del LitBlog PoetHead), Walt Hunter (Professore alla Clemson University and alla NUI Galway).

Le poesia “Now I am a Tower of Darkness” è una voce lontana da ogni retorica e che si muove in uno spazio compresso e metafisico nel quale per giustapposizione e selezione ogni prospettiva viene ribaltata. Nella poesia “The Woman with Child”, la delicata immagine di una donna che abbraccia il suo bambino permea l’intera esistenza umana e naturale.

A seguire da A Transitory House (Jonathan Cape, 1945), due traduzioni di Viviana Fiorentino.

Now I am a Tower of Darkness

As a child I knew

How, beyond the lamp’s circuit,
Lay the shadow of the shadow
Of this darkness,

Waiting with an arctic kiss
In the well of the staircase,
Ready to drape the bed with visions
No eyelids can vanquish.

Now I am a tower of darkness,
Whose windows, opening inward,
Stare down upon tidal thoughts.
And in this responsive bell,

Hollowed by the silence of the eyes,
The mind swings its clapper.
And life resolves into relationships
Of cadence and dissonance.

 

Ora sono una torre di tenebre

Da bambina conoscevo

Come, oltre il circuito della lampada,

Risiedesse l’ombra dell’ombra

Di questa tenebra,

 

Aspettando con un bacio artico

Sotto la tromba della scala,

Pronta ad adornare il letto con visioni

Che nessuna palpebra può sbaragliare.

 

Ora sono una torre di tenebre,

Le cui finestre, aperte verso il dentro,

Fissano giù pensieri tidali.

E in questa campana reattiva,

 

Incavata dal silenzio degli occhi,

La mente oscilla il suo batacchio.

E la vita si risolve in relazioni

Di cadenza e dissonanza.

 

 

The Woman with Child

How I am held within a tranquil shell,
As if I too were close within a womb,
I too enfolded as I fold the child

As the tight bud enwraps the pleated leaf,
The blossom furled like an enfolded fan,
So life enfolds me as I fold my flower.

As water lies within a lovely bowl,
I lie within my life, and life again
Lies folded fast within my living cell.

The apple waxes at the blossom’s root,
And like the moon I mellow to the round
Full circle of my being, till I too

Am ripe with living and my fruit is grown.
Then break the shell of life. We shall be born,
My child and I, together, to the sun.

La donna con bambino

Come io che sono tenuta dentro un guscio tranquillo,

Come se anch’io fossi dentro a un utero,

Anche io avvolta mentre avvolgo il bambino

 

Come il bocciolo teso avviluppa la foglia pieghettata,

Il fiore è arrotolato come un ventaglio avvolto,

Così la vita mi avvolge mentre avvolgo il mio fiore.

 

Come l’acqua riposa in una bella ciotola,

Riposo nella mia vita e la vita di nuovo

riposa avvolta stretta dentro la mia cellula vivente.

 

La mela cresce alla base del fiore,

E come la luna io cresco fino al cerchio

pieno del mio essere, fino a quando

 

Anch’io sono matura di vita e il mio frutto è cresciuto.

Allora rompere il guscio della vita. Saremo nati,

il mio bambino e io, insieme, al sole.

 

 

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