Pillole di poesia – Erica Jong

di Ilaria Grasso

Giudicare il desiderio è una delle peggiori mosse che possiamo fare per evolverci. Desiderare è un verbo incomprensibile per alcuni perché molte persone sono intimorite dalla sua prepotenza ed esuberanza. Loro vedono soltanto un rammaricarsi per l’assenza, sperare inutilmente, sognare l’irrealizzabile o attendere ciò che mai può arrivare.

Disporre il nostro pensiero in questa direzione o assumere questa postura può precluderci molte possibilità. Se sul tema del desiderio frequentassimo il binomio Eros e Thanatos soffermandoci più sul secondo aspetto perdiamo molto.

Il desiderio è un elemento molto potente perché, trainati da esso, possiamo superare limiti personali o esplorare parti di noi e del mondo che altrimenti non potremmo conoscere. Ecco quindi che il desiderio, non solo quello dei corpi ma anche quello della mente e dell’anima, diventa un meccanismo protettivo e amorevole che ci accompagna in viaggi meravigliosi e in percorsi di conoscenza molto profondi. Normalmente se desideriamo qualcuno non vogliamo che a quel qualcuno succeda qualcosa di brutto o che soffra.

Desiderare ci porta alla vita perché vitale è la curiosità che da sempre ci spinge ad andare oltre e scegliere, sulla base di ciò che abbiamo scoperto, sia ciò che vogliamo che non vogliamo.

E in questo la Jong è maestra essendo una delle autrici che, attraverso le sue opere, tanta parte della sua esistenza ha dedicato a una delle questioni più importanti dell’evoluzione del genere umano. Mi riferisco alla liberazione delle donne e dei loro corpi, al loro riconoscimento e alla loro affermazione del mondo.

DESIDERIO INASCOLTATO

Non puoi metterti un filo per ascoltarlo

né un apparecchio acustico,

quel desiderio inascoltato

che ti riecheggia nella testa,

senza fili,

il cervello una galleria

bisbigliante di desideri inascoltati,

desideri come moscerini

o cicale

o perfino zanzare che succhiano

il sangue sulla spiaggia tropicale

dove passeggi

scacciandole con la foglia di banano

che ti fa da ventaglio,

i piedi nella salmastra schiuma calda

dei Caraibi.

Naufraghi desiderosi, questo siamo.

Desideri inascoltati

che nessuna creatura

mai ascolterà.

Ci abituiamo al loro ronzio

nel sangue

che ci fa dono di un incessante volere.

Cessato il desiderio

siamo finiti.

Senza più desideri…

solo allora

moriamo.

Perciò sia lode

al desiderio – ascoltato

o inascoltato. Il desiderio

ci partorisce,

ostetrico dell’anima,

desiderare

è essere vivi.

Da IL MONDO È COMINCIATO CON UN SÌ – Bompiani Editore

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