Di Battista mattatore di Fazio

Qual è la narrazione di Di Battista?

La narrazione di Di Battista

Lo si è visto chiaramente ieri sera da Fazio. Loro, i 5stelle, sono stati insultati da tutti, hanno sempre avuto tutti i giornalisti contro, sono stati tacciati di incompetenza, e quindi, quando Fazio, con la solita lingua pendente, gli ha fatto una domanda dicendogli come premessa: “Lei che è uno studioso…” Di Battista lo ha interrotto per attuare la sua narrazione del “Ah ma ora sono diventato uno studioso? Per anni ci avete detto che siamo degli ignoranti, degli incompetenti” e vai con la narrazione dei 5stelle povere vittime del sistema.

Fazio, al contrario, farebbe parte dei soliti giornalisti cattivi che li insultano (“le puttane”, in riferimento alla Raggi). Ben gli sta a Fazio, che lo ha introdotto facendolo passare per un filantropo che sta tra l’America latina e l’India con i poveri del mondo e capisce tutti i veri problemi della vita, e non perde tempo con le piccole beghe italiane. Vuoi sempre blandire i tuoi ospiti in questo modo per avere la loro benevolenza? Per fare in modo che seguano i tuoi discorsi? Ben ti sta, caro Fazio! Di Battista ti risponde facendoti capire che non segue la tua narrazione. E’ inutile cercare di portarlo su un terreno comune di valori, perché tu e lui, caro Fazio, non avete gli stessi valori. E’ inutile cercare di fargli criticare i gilet gialli, perché Di Battista ti risponde che in Italia devono ringraziare che ci siano i 5stelle perché grazie a loro non ci sono le violenze dei gilet gialli per le strade.

Il video integrale di Di Battista

E allora come reagisce Fazio? Segue la narrazione di Di Battista, la fa sua, e quindi si propone anch’egli come vittima: gli dice che prendersela con lui non è originale, e Di Battista si ritrova a rispondergli Non abbia la coda di paglia, Fazio. Una gara a chi fa più la vittima tra due persone privilegiate. Un ex parlamentare che viaggia per il mondo, uno dei giornalisti più pagati in Italia (con grave dispendio economico della tivù di stato) sono lì davanti a noi a recitare uno spettacolo indecente.

Poi arriva lo show di Di Battista, favorito dall’incapacità (dalla mancanza di volontà) di Fazio di porgli domande stringenti, e soprattutto di metterlo spalle al muro dopo le sue risposte. E così, quando Fazio gli chiede cosa farebbe con i gommoni di migranti, e Di Battista gli risponde che sì andrebbe a prenderli ma poi li porterebbe al porto di Marsiglia, un giornalista non può stare zitto, santo cielo, deve metterlo spalle al muro e dirgli che la marina italiana non può scaricare migranti in Francia, non è verosimile, è una favola. Ma sta zitto, non interrompe questa narrazione fantasy del mattatore e passa alla domanda successiva. Com’è possibile che lasci passare sotto silenzio un’enormità simile? E’ possibile. Anzi, si va ben oltre.

Fazio riesce nell’impresa di lasciare parlare Di Battista a ruota libera, senza alcun freno e il Che Guevara de noarti, ormai mattatore alla Gassman, arriva a stracciare platealmente una banconota delle “colonie” francesi in Africa subsahariana (come le chiama lui), banconota stampata in Francia. Poi il mattatore scopre l’acqua calda, afferma che Non basta cercare di fermare i flussi dall’Africa, io dico ai miei colleghi del Movimento che dobbiamo farli restare là nel loro paese, e per farlo dobbiamo agire sulle cause che li spingono in Europa. Quello di agire sulle cause, e non soltanto porre un argine agli effetti, solitamente è un pensiero che affiora alla fine dell’adolescenza: fa piacere che il Movimento abbia raggiunto quella maturità mentale.

E così si arriva all’apoteosi: Di Battista che auspica la sovranità economica e monetaria delle colonie francesi in Africa, senza la quale non potremo fermare i flussi migratori, e le morti in mare, e arriva in pratica ad auspicare un incidente diplomatico con la Francia. C’è da dire che il ragazzo ci crede, e io amo chi ci mette passione, vale a dire chi è pronto ad affrontare delle crisi se le ritiene il valico obbligato da cui passare per ottenere un certo risultato. Ma credo anche che un giornalista quando un politico si augura una crisi come un incidente diplomatico con la Francia, debba mettere in risalto la gravità di quel che ha detto, perché a questo dovrebbero servire i giornalisti: a far prendere ai politici la responsabilità di quel che dicono e fanno. Senza questo contraddittorio, un politico con la capacità comunicativa (e l’immagine di bell’uomo) che ha Di Battista, diventa un mattatore, un tribuno del popolo. E questo non dovrebbe succedere nelle reti tivù di stato.

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