Lucca Comics & Games: un bilancio della 52° edizione

Un resoconto a cura di Giancarlo Lupo
Non è mai facile riassumere i 5 giorni di Lucca Comics & Games in un articolo. La 52° edizione si è conclusa da poco con più di 2.000 appuntamenti e oltre 251 mila biglietti strappati.
Sicuramente si devono operare scelte drastiche perché gli stand e le attività vanno dai fumetti, all’animazione, ai giochi di ruolo e da tavolo, ai videogiochi e all’immaginario fantasy e fantascientifico.
Uno dei miei consigli è visitare per prima cosa le mostre di Palazzo Ducale. Quest’anno troviamo Neal Adams: il lato oscuro del fumetto, dedicata a uno dei grandi maestri dei fumetti della DC Comics. L’autore della Silver Age ha realizzato tra l’altro un cult come Superman contro Cassius Clay; Leiji Matsumoto: Sensei dallo spazio, è un omaggio al Maestro giapponese autore di Capitan Harlock e Galaxy Express 999; “Junji Itō: La spirale della mente, l’inferno della carne”, dedicata al maestro dell’horror; la mostra dell’astro nascente della bande dessinée, “Jérémie Moreau: Movimento costante”; LRNZ: La visione rinascimentale di un artista contemporaneo, un omaggio alle opere di Lorenzo Ceccotti , in arte LRNZ, autore tra l’altro del poster di questa edizione; e ancora la mostra della vincitrice del Gran Guinigi 2017, Sara Colaone, “Nel segno di Leda “.
Dopo aver visitato le mostre, si passa alla visita dei padiglioni, ogni anno vado a spulciare tra le nuove uscite e i mostri sacri del fumetto, alla scoperta di nuovi talenti, riuscendo anche a ottenere firme, disegni e sketch.
Quest’anno c’erano Walt Simonson, Neal Adams, Arthur Adams, Charles Forsman, Dave McKean, Jérémie Moreau, Benjamin Lacombe, ma soprattutto ricorderò il 2018 per la scoperta di Jason Shiga, autore nippo californiano di Demon; riassumere la trama di Demon, oltre a essere impossibile, non renderebbe giustizia all’opera, ricca di idee innovative.
Il tema dell’edizione di quest’anno era il Made in Italy e ovviamente c’erano gli ospiti del fumetto italiano contemporaneo: da Zerocalcare a Gipi, da Sio a Leo Ortolani, ma per riuscire ad avere le loro firme c’erano come al solito file oceaniche. Oltre a loro Simone Bianchi, Marco Corona, Alessandro Tota e altri. Una menzione particolare a Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso autori del fumetto Salvezza, reportage sulla nave Acquarius.
Per quanto riguarda il cinema non bisogna dimenticare che qualche anno fa a Lucca c’è stata l’anteprima di Lo chiamavano Jeeg Robot, film che poi ha riscosso un notevole successo nelle sale. Tutti i visitatori sperano ogni anno di vedere un altro bel film in anteprima. Quest’anno il film migliore, già presentato a Venezia, è stato Il ragazzo più felice del mondo di Gianni Pacinotti in arte Gipi. Il documentario racconta la storia di un ragazzo che da oltre vent’anni manda lettere cartacee scritte a mano a tutti gli autori di fumetti italiani spacciandosi per un ragazzino di 15 anni. Gipi stesso si troverà a dover riflettere sul senso stesso del “raccontare storie” e sulle scelte morali che stanno a monte di questo desiderio, cercando “il ragazzo più felice del mondo”, in una ricerca maldestra e dai contorni comici e deliranti. Altro film che merita una menzione è Zombie contro zombie di Shinichiro Ueda, film del 2017 costato solo 27000 dollari, ormai diventato un cult movie in Giappone. È una commedia autoironica e demenziale ambientata su un set di un b-movie sugli zombie. Il film dopo lo straordinario successo al box office giapponese ha ottenuto consensi e premi in numerosi festival di tutto il mondo, e arriverà nei cinema italiani con Tucker Film il 7/8/9 novembre.
In 5 giorni (in realtà io sono stato solo 4) si può anche girovagare senza una meta, guardando le migliaia di cosplayer che affollano le vie; entrando nei saloni rinascimentali della città per attendere alle conferenze e ai seminari più improbabili; passeggiando sulle mura alla ricerca dei concerti, delle parate, dei concorsi e delle performance.
Un’ultima considerazione è doverosa: la manifestazione conta molte più entrate del Salone del Libro di Torino; questo ha convinto molte case editrici storiche, come la Feltrinelli, a investire tantissimo nel fumetto (gli editori preferiscono chiamarlo “graphic novel”) prevedendo più ritorni che nella narrativa. Probabilmente nei prossimi anni tutte le case editrici avranno una sezione che si occupa solo di fumetti. Non so se questo fenomeno sarà un bene, potrebbe anche snaturare la natura popolare del medium, ma sicuramente avrà ricadute anche sulla narrativa portando a un rinnovamento grafico e contenutistico dei libri.
Giancarlo Lupo

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