di Ilaria Grasso
Che l’amore abbia una forza trasformatrice è una delle poche certezze che abbiamo. Ciò che forse è meno certo è che anche il bene o certe forme di conoscenza possono avere la stessa capacità di azione sull’essere umano. Spesso si lega all’esoterismo o all’alchimia una connotazione negativa forse perché legate a forme di potere agito male e non a forme di magia o di bene per l’essere umano in quanto tale. Questi versi di Alessandro S. Dall’Oglio, intrisi di una particolare e sottilissima sensualità, ci riportano a una inconsueta conoscenza, quella cioè in grado di trasformare anche la materia attraverso rituali e procedimenti rari e non immediatamente visibili e realizzabili, come nel caso delle trasformazioni alchemiche, o i cicli degli astri nella volta celeste.La travatura di simboli e parole che troviamo in questi versi, appartiene a modi di vedere e vivere la vita molto particolari e singolari a cui si arriva prevalentemente attraverso lo studio approfondito e ad una precisa volontà di conoscenza delle cose. Ma anche a intuizioni colte grazie ad una ostinata osservazione delle cose del mondo.
La porta che vedo non conduce quanto il rame,
ma nemmeno come buco nero di galassia
posso aprirla o chiuderla, metafisica,
ma non arriva ai sentieri ignari dell’anima.
Ti vorrei esoterica colma di tanti olistici spiragli,
o forse alchemica quanto i tuoi rari sorrisi
che son presagio dei nostri passaggi,
da attraversare insieme, morbidi e poi tesi
e poi ancora morbidi o rilassati, persino bagnati.
Da PENSIERI SOTTILI – Edizioni Ensemble