“Il barbiere di Siviglia” al Parco Ecolandia di Reggio Calabria per Traiectoriae

di Marta Cutugno

Reggio Calabria. Il 12 agosto, nella suggestiva cornice del Parco Ecolandia, è andato in scena “Il barbiere di Siviglia “ di Gioachino Rossini, a cura dell’Associazione Culturale “Traiectoriae” per la direzione artistica e la produzione di Domenico Gatto. Il parco è location che ben si presta a questo tipo di rappresentazioni e se ne auspica un utilizzo sempre più frequente e fruttuoso nell’ottica della diffusione di generi come l’opera che hanno bisogno di raggiungere e coinvolgere il pubblico nascente e mantenersi forza viva della nostra cultura e tradizione musicale. 

Il dramma buffo dell’ inutile precauzione – composto in soli venti giorni, e contestato alla prima del 20 febbraio 1816 dai sostenitori di Paisiello che aveva già portato in musica la commedia omonima di Beaumarchais – riprende vita in una produzione all’insegna dei giovani talenti italiani che hanno già calcato le scene di importanti teatri e che ha divertito ed intrattenuto gradevolmente il pubblico intervenuto: dalla scena, con Emanuele D’Aguanno prossimamente al Covent Garden di Londra, Salvatore Grigoli impegnato nel Maggio musicale fiorentino e nelle ultime produzioni liriche al Cilea, Francesco Vultaggio di recente al Massimo Di Palermo in “Don Pasquale” fino al podio con la giovanissima Manuela Ranno.

Per il Barbiere di Ecolandia, le scenografie approssimative, installate su un palco dinanzi le gradinate del parco, hanno limitato l’adempimento dell’azione in uno spazio costretto, soprattutto nella ricostruzione della piazza della città di Siviglia. Successivamente, l’apertura alla casa del tutore ha dato agli artisti maggiore possibilità di movimento e dunque di espressione. La regia di Teresa Gargano si muove negli spazi a disposizione e non può elevarsi in varietà e dinamismo. Il melodramma buffo in due atti su libretto di Cesare Sterbini e le musiche del maestro di Pesaro ha musicalmente vista impegnata l’Orchestra del Teatro Francesco Cilea guidata con decisione dal  M° Manuela Ranno. M° accompagnatore, l’ottimo Rosario Presutti. 

Il Lindoro/Almaviva di Emanuele D’Aguanno è poco efficace. La vocalità non convince specie nel registro acuto e nei passaggi in cui hanno la meglio le agilità. Bravo Giuseppe Zema come don Basilio: curata e decisa la sua “calunnia” e positiva la comica complicità con don Bartolo. La Rosina, Francesca Di Sauro, vincitrice del primo concorso lirico internazionale “Beppe De Tomasi” dello scorso anno, ha dato sfoggio di buone qualità vocali: spirito e carattere del personaggio risultano nella giusta chiave, la voce, dal timbro caldo, è buona e ancora da coltivare. Salvatore Grigoli è un Figaro che diverte e che sa essere interprete dinamico, dall’impostazione, a tratti, più leggera del richiesto ma dal materiale vocale interessante e che può sicuramente raggiungere più alte vette. Un ottimo don Bartolo quello di Francesco Vultaggio: buon dominio del palcoscenico, preciso e agile vocalmente, Vultaggio si distingue nel cast per disinvoltura scenica e vocale. Ilenia Morabito è stata una grande Berta, spigliata, sonora e misurata. Adeguata la performance di Demetrio Marino come Fiorello. Puntuale il Coro lirico “F. Cilea” diretto dal M° Bruno Tirotta, in numero esiguo di componenti: simpaticamente partecipe come per i suonatori di strumenti nella scena prima, conferma le sue qualità corali sia negli interventi esterni che interni. 

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