di Ilaria Grasso
La complessità non deve spaventarci nella sua accezione di difficoltà ma invitarci a comprendere ciò che ci differenzia e al contempo ci rende preziosamente unici. Quando però subentra la paura perdiamo di vista la nostra umanità e ci si rapporta agli altri alla maniera delle bestie rendendoci responsabili di una colpa morale, giuridica ed esistenziale. Questi bei versi di Giovanni Peli, dopo un inventario di evocazioni e condizioni esistenziali, ci fanno riflettere sull’importanza dell’atto di proteggere gli innocenti. La posizione dell’innocente è svantaggiata perché spesso porta con se l’impossibilità di vedere e percepire il pericolo, quindi una maggiore possibilità di essere feriti, se non ammazzati. L’innocente è disarmato, attaccabile, incapace di difendersi in autonomia. Spesso la reazione è quella di rimanere cristallizzati e privi di voce. A ognuno di noi sarà successo perciò non dobbiamo essere vili, girare la faccia, anzi sorvegliarci e custodirci tutti e farlo anche e soprattutto con gli stupidi proprio per quella loro particolare attitudine alla morte e alla sofferenza.
non canto la nostra difesa
musulmani cristiani gente disperata
sono con voi tutti
sono anche io una trinità infiammata
siamo tutti nel pantheon dei mal ridotti
vivido e brulicante
verde splendente come il ramarro
non proteggo riti e fedi politiche
l’idea di un fabbro
il guizzo di un medico
la lingua di qualche attore
il batticuore e nemmeno la bellezza
proteggo l’innocenza
specialmente se stupida
il pugno
proteggo il sonno di poche persone
le pagine amate
che una ragazza le porti con sé mentre aspetta qualcuno
mentre in parlamento fanno una lunga riunione
un decreto legge che agevoli il popolo
troviamoci a mangiare e bene come tutte le sere
ne parleranno per qualche giorno
insieme a una bomba scoppiata
noi stiamo bene
ci basta poco
Da ONORE AI VIVI – Lamantica Edizioni
In immagine di copertina: Giovanni Peli fotografato da Fabiana Zanola