FLASHES E DEDICHE – 85 – L’ONORE E L’ALTRO IN GIOVANNI PELI

Ho già parlato in passato del poeta-editore-musicista Giovanni Peli, persona che stimo al di là dei legami di amicizia. Peli è un poliedrico artista che non ha paura di esporsi. “Onore ai vivi” è la sua ultima autoproduzione e devo dire con piena onestà che lo reputo il suo lavoro migliore. Peli racconta e costruisce una storia, una (de)costruzione scritta in un presente futuribile dove si agganciano vicende e ragionamenti di vita (ex) (stra) ordinaria. L’opacità della speranza è resa visibile da uno spietato abbattimento della stessa falsa spes,  agganciandosi ai pochi millimetri da cui prenderà vita il  proprio  destino e la missione biologica e naturale per eccellenza a cui si è volontariamente concesso. Tra liriche e antiliriche, farcite anche da prose poetiche e momenti epigrammatici, questo è un libro nudo, lo scrittore è nudo, non ci sono concessioni e benevolenze, Peli non trasmette un feudo, regala la terra fertile da coltivare. Onore ai vivi ma anche onore all’autore e un augurio che le sue edizioni Lamantica continuino a produrre e proporre, i meravigliosi libriccini azzurri. 

 

 

 

 

può scegliere se vivere

o occupare il suo posto nel mondo

può decidere di passare alla storia

come quello che è morto lasciando qualcosa

ma tutti siamo perduti e alla resa dei conti

siamo costretti a definirci noi

noi tutti ci ritroveremo tagliati di netto

con le ossessioni un tempo addomesticate

e amate

la frasi forbite che sfruttano biografie

e altre menzogne

le due parti di noi non sono più conciliabili

una delle due per esempio

pronuncia gli accordi di una chitarra

le corde sono state le nostre vene

da giovani tutto sembra impuro e giusto

ora si avvia nella purezza e nella povertà

 

 

 

 

ti voglio rettile, giunco, terra fresca fino alla fine

ti voglio resa, animale notturno, incubo di dio,

insetto mangiato, carezza, squallida attrazione,

ti voglio risata, danza feroce, e non ti controllerò,

là dove ti sentirai simile a qualcuno sarai l’Altro,

il pensiero violato e il coraggio

 

 

 

viviamo pienamente

nel mutismo felice

l’attimo in cui stiamo

nominando

e la voce è rotta

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