Autori estinti, n. 7: Freud e Jung (le Lettere)

Freud e Jung sono autori di libri di cui è pieno ogni reparto di saggistica/psicologia di ogni libreria. Di Freud negli scaffali ci sono moltissimi libri, anche quelli meno significativi – più raro è trovare il suo Compendio di psicanalisi, la sua ultima, importantissima opera, rimasta incompiuta a causa della sua morte, che si prefiggeva di esporre in modo sintetico e “dogmatico” in cosa consistesse la psicoanalisi: i suoi presupposti teorici, le tecniche terapeutiche, lo “stato dell’arte”. Di Jung, di norma, sono presenti meno libri rispetto a Freud, ma nel complesso l’autore svizzero è ben rappresentato – per quanto, alcuni suoi libri fondamentali come Tipi psicologici e Sincronicità spesso non siano i più facili da reperire.

Ciò che stupisce è che manca totalmente il carteggio tra Freud e Jung, uno dei più importanti epistolari scientifici del Novecento. Il carteggio, che va dal 1906 al 1913, è stato pubblicato da Boringhieri nel 1990 ed attualmente è fuori catalogo: non si trova più in nessuna libreria, nemmeno in quelle universitarie o di psicologia.

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Al Libraccio non è presente nemmeno usato, stando al catalogo online. Nelle librerie online, il prodotto risulta NON DISPONIBILE, e lo stesso compare su Amazon.

Un libro estinto.

La burrascosa amicizia filiale tra Freud e Jung è stata analizzata sotto tutti i punti di vista. Da quando Aldo Carotenuto ha scoperto la vicenda tra Jung e Sabina Spielrein (narrata in due film: l’italiano Prendimi l’anima e A dangerous method di Cronenberg), documentata in Diario di una segreta simmetria (Astrolabio), il rapporto tra Freud e Jung si è arricchito di alcune importanti rivelazioni che aiutano a spiegare la loro rottura.

La corrispondenza tra Freud e Jung inizia nel 1906, prima che i due scienziati si incontrassero (1907), e prosegue fino alla completa rottura dei loro rapporti (1913).

L’epistolario narra di un padre fondatore, un Mosé, alla ricerca del suo erede, di colui in grado di entrare nella terra promessa. L’ebreo Freud prima chiama Jung “collega”, poi “amico”, poi “erede”…. e alla fine Jung torna a essere “collega”. L’ariano Jung nelle idee di Freud doveva essere la testa di ariete che permettesse alla psicanalisi, movimento tutto ebraico viennese (fino ad allora), di poter essere sdoganata nella cultura scientifica europea. Ma Jung, noto e apprezzato da Freud per i suoi studi sulla schizofrenia, fin da subito non era l’allievo più diligente che Freud potesse trovare: Freud era alla ricerca di certezze in modo dogmatico, Jung propendeva per mettere in dubbio tutto; Freud era ateo e positivista convinto, Jung era credente (a suo modo) e attirato dall’occultismo, dal paranormale, poco incline ad attenersi (solo) al materialismo empirista; Freud era interessato al dato scientifico da spiegare in modo scientifico, Jung era romantico, e incline a dare una spiegazione mitologica, se non metafisica, a certi dati scientifici. Inoltre, a livello caratteriale, Freud era un seduttore, in cerca di adepti, Jung era un figlio che fin da giovane aveva messo in discussione l’autorità di suo padre, che vedeva come persona debole. No, Freud aveva scelto il figlio sbagliato: Jung avrebbe ucciso metaforicamente il padre alla prima occasione.

Le divergenze tra Freud e Jung erano quindi destinate a palesarsi sotto ogni aspetto: caratteriale, filosofico, di impostazione scientifica. Jung, che all’inizio, forse in modo non del tutto sincero, aveva accettato e chiesto di avere una amicizia del tipo padre-figlio, con il passare degli anni non può fare a meno di far uscire la sua individualità di scienziato, che non sempre segue le orme del padre, e giunge quindi a chiedere a Freud di avere un rapporto alla pari. Freud non è in grado di avere un rapporto alla pari e di mettere in discussione la sua teoria (e questo è evidente in tutta la sua biografia), e vede solo il tradimento di Jung: vede un ariano di cui non doveva fidarsi. Scrive a Spielrein che il “suo eroe ariano mi ha molto deluso”.

Jung negli anni 1911-13 si allontana sempre di più da Freud. I suoi libri non piacciono al Mosè della psicanalisi. L’erede, colui che doveva presiedere la Società psicanalitica, viene via via allontanato. I rapporti tra i due diventano problematici e freddi. Il ruolo di Jung diventa sempre più isolato e incerto all’interno della Società psicanalitica.

La corrispondenza finisce con lo sfogo di Jung per essere sempre trattato come figlio-paziente, accusando Freud di relazionarsi con i suoi colleghi solo come padre che non permette ai figli di crescere; Freud chiede a Jung di interrompere la loro corrispondenza dato che da anni, scrive, ciò che li teneva legati era più che altro un sottile filo fatto di delusioni.

Jung sconterà un lungo isolamento, perdendo sia Sabina che Freud, e restando da solo, in preda ai suoi demoni, dei quali avrà la meglio, fino ad elaborare la sua originale psicologia, la psicologia analitica.

In attesa di trovare il libro (non so come), allego questo bel dialogo sulle Lettere tra Freud e Jung:

http://lnx.claudioneri.it/wp-content/uploads/2013/04/carteggio-freud-jung.pdf

4 pensieri su “Autori estinti, n. 7: Freud e Jung (le Lettere)

  1. l’ennesima dimostrazione del degrado culturale di questo paese. È davvero sconfortante. Uno dei (pochi) vantaggi dell’età avanzata è avere nella propria biblioteca questo e molti altri libri di cui oggi gli studenti di psicologia non sospettano neanche l’esistenza. Mi meraviglio dell’editore Bollati Boringhieri che cura(va) le opere complete di Freud e Jung. Anzi, non mi meraviglio più di niente.

  2. Un piccolo appunto: il signore che compare accanto a Jung nella foto non è Freud ma, credo, Stanley Hall, che nella foto completa siede proprio tra Freud e Jung.

    1. Ringrazio della segnalazione, in effetti cercando di mettere solo Freud e Jung sono incappato in una svista. Ora ho messo la foto completa, quella in cui è presente (tra gli altri) anche il sottovalutato Ferenczi.

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