Erich Fried: LIEBESGEDICHTE – POESIE D’AMORE cura e traduzione di Davide Racca

Erich Fried

LIEBESGEDICHTE – POESIE D’AMORE
cura e traduzione di Davide Racca

(apparse sulla rivista “Smerilliana” N.18, ottobre 2015)

Una raccolta di poesie d’amore non ha bisogno di particolari chiarimenti o giustificazioni, anche se – o proprio perché – sempre più spesso oggi si dice che non ci sono più poesie d’amore. Così scriveva Erich Fried nell’agosto del 1979, in un piccolo scritto di accompagnamento alla raccolta di poesie Liebesgedichte, voluta dall’amico ed editore di Berlino Klaus Wagenbach, da cui è tratta la seguente scelta di testi.
Il viennese Fried, classe 1921, di famiglia ebrea assimilata, emigrato molto giovane a Londra a seguito dell’annessione austriaca dei nazisti, in questa raccolta, ancora inedita in Italia, sfida il vecchio “luogo comune” della poesia d’amore per liberarla dagli stucchevoli ornamenti mistificatori di certa tradizione lirica “romantica”.
Per restituire all’amore il suo problematico, inquieto e salvifico ruolo all’interno della complessità umana, una scrittura come quella di Fried, così diretta poeticamente (e moralmente schietta), benché di grande spessore intellettuale ed esistenziale, non può che rappresentarlo come perenne e anche ludico polemos tra desiderio e delusione, conflitto e conciliazione, libertà e costrizione, egoismo e alterità, memoria e oblio, pienezza vitale e alienazione. E se nell’eros il poeta ritrova ed evoca il senso pieno delle umane relazioni, vale la pena qui ricordare la riflessione quasi evangelica sull’amore che Karl Marx fa nei “Manoscritti economico-filosofici del 1844”: Se amate senza suscitare amore, vale a dire, se il vostro amore non produce amore, se attraverso l’espressione di vita di persona amante voi non diventate una persona amata, allora il vostro amore è impotente, è sfortunato.


Durcheinander

Sich lieben
in einer Zeit
in der Menschen einander tӧten
mit immer besseren Waffen
und einander verhungern lassen
Und wissen
daß man wenig dagegen tun kann
und versuchen
nicht stumpf zu werden
Und doch
sich lieben

Sich lieben
und einander verhungern lassen
Sich lieben und wissen
daß man wenig dagegen tun kann
Sich lieben
und versuchen nicht stumpf zu werden
Sich lieben
und mit der Zeit
einander tӧten
Und doch sich lieben
mit immer besseren Waffen

*

Confusione

Amarsi
in un tempo
in cui uomini si uccidono a vicenda
con armi sempre migliori
e lasciano l’un l’altro morire d’inedia
E sapere
che ben poco si può fare
e cercare
di non divenire apatici
Eppure
amarsi

Amarsi
e lasciare l’un l’altro morire d’inedia
Amarsi e sapere
che ben poco si può fare
Amarsi
e cercare di non divenire apatici
Amarsi
e col tempo
uccidersi a vicenda
Eppure amarsi
con sempre migliori armi


Sterbensworte Don Quixotes

Wer die furchtbaren
Windmühlenflügel
vor Augen hat
den
reißt sein Herz
und sein Kopf
und seine Lanze
mit
in den Kampf
gegen den Riesen

Doch wer die Windmühlenflügel
nach dem Gelächter
des Gelichters
noch immer im Auge
und den Riesen
noch immer
im Kopf hat
dem
geht die Lanze
ins Herz

*

Ultime parole di Don Chisciotte

Chi davanti agli occhi
ha i terribili mulini a vento
trascina il suo cuore
la sua testa
e la sua lancia
con sé
contro i giganti
nella battaglia

Però chi dopo le risate
della sua stirpe
ha ancora negli occhi
i mulini a vento
e i giganti
ancora
nella testa
a lui
nel cuore
va la lancia


Warnung vor Zugeständnissen

Ich habe mich
in Deutschland
gefragt
ob Freiheit
Zugeständnisse machen kann
und gefragt
was aus ihr wird
wenn sie Zugeständnisse macht
und ob die
die Zugeständnisse
von ihr verlangen
sich dann mit ihnen
zufriedengeben und
der Freiheit die Freiheit lassen
die sie sich so
wenn auch nur eingeschränkt
zu bewahren hofft

Mir fiel dabei immer
nur Rabbi Hillel ein
der Lehrer der Sanftmut
und der Geduld
der gesagt hat:
“Wenn ich nicht
für mich bin
wer dann?
Doch wenn ich nur
für mich bin
was bin ich?
Und wenn nicht jetzt
wann sonst?”

*

Avvertenza prima delle concessioni

Mi sono chiesto
in Germania
se la libertà
può fare concessioni
e ancora
che ne sarà di lei
se ne concede
e se
le concessioni
pretendono da lei
che lei poi
se ne accontenti e
lascino alla libertà la libertà
che in questo modo
anche solo limitatamente
spera di conservare

Mi è sempre venuto in mente
per questo Rabbi Hillel
il maestro della mitezza
e della pazienza
che ha detto:
“Se io non
sono per me
chi lo è allora?
Però se sono solo
per me
io cosa sono?
E se non ora
quando sennò?”


Wintergarten

Deinen Briefumschlag
mit den zwei gelben und roten Marken
habe ich eingepflanzt
in den Blumentopf

Ich will ihn
täglich begießen
dann wachsen mir
deine Briefe

Schӧne
und traurige Briefe
und Briefe
die nach dir riechen

Ich hätte das
früher tun sollen
nicht erst
so spät im Jahr

*

Giardino d’inverno

La tua busta da lettera
con i due francobolli rossi e gialli
l’ho piantata
nel vaso dei fiori

La voglio annaffiare
tutti i giorni
perché crescano
le tue lettere

Belle
e tristi lettere
e lettere
che sanno di te

Ma avrei dovuto
farlo prima
e non così tardi
nell’anno


Schwache Stunde

Nun geben
die Antworten
den Antworten
fertige Antwort
und die Fragen
fragen nicht mehr

Was wären das auch
für Fragen?
“Hast du die Liebe gesehen?
Warum läuft sie davon?
Seit wann
geht Liebe
nicht mehr
zur Liebe?

Was ist das für eine Liebe
die so etwas tut?
Ihre feindlichen
fernen Verwandten
sind so
Aber sie
heißt doch Liebe?

Soll man sie
anders nennen?
Und kann man sie rufen
daß sie umkehrt
und nicht davonläuft?”
Das wären noch immer
Fragen

Aber die Fragen
fragen nicht mehr
und nur
die fertigen Antworten
geben den Antworten
Antwort

*

Ora stanca

Ora le risposte
danno
una risposta già pronta
alle risposte
e le domande
non domandano più

E che tipo di domande
sarebbero?
“Hai visto l’amore?
Perché fugge via?
Da quando
l’amore
non va più
all’amore?

Che razza d’amore è questo
che fa cose del genere?
I suoi lontani
ostili parenti
sono così
Ma è proprio
amore che si chiama?

Gli si dovrebbe
dare altro nome?
E lo si può chiamare
perché ritorni
e non fugga via?”
Queste sarebbero ancora
domande

Ma le domande
non domandano più
e soltanto
le risposte già pronte
danno risposta
alle risposte


Gegengedicht zu Schwache Stunde

Was heißt das denn:
“die Liebe gesehen” oder
“Die Liebe läuft davon?”
Ist das kein Rückfall
in die alten rhythmischen Lügen?
Die Liebe ist doch kein Wesen
das läuft oder das man sieht

Ist es so weit mit mir
daß ich mein eigenes Denken
sein lasse
um etwas Vorgezeichnetes
nachzubeten?
Und was hab ich davon?

Und was hast Du davon,
der ich soviel schreibe?
Wenn die Umrisse meines Kummers
nicht einmal mehr
die Umrisse meines Kummers sind
sondern nur noch

ein fertiggekauftes Lied
hinter dem ich mich verstecke:
mich und meine Schwäche
vor meiner Schwäche!
Wenn ich nicht ich bin
was kӧnnte dir das noch sein?

*

Contropoesia a Ora stanca

E cosa vuol dire poi:
“hai visto l’amore” oppure
“L’amore fugge via?”
Non è questo un ricadere
nelle vecchie ritmiche bugie?
L’amore non è certo un essere
che corre o che si vede

Ha senso per me
rinunciare ai miei pensieri
per ripetere
la litania di qualcosa
di già noto?
E cosa me ne viene?

E cosa te ne viene
da quanto scrivo?
Se i contorni della mia pena
non sono neanche più
i contorni della mia pena
ma soltanto

un canto preconfezionato
dietro il quale mi celo:
me e la mia fragilità
davanti alla mia fragilità!
Se io non sono io
cosa potrebbe esserlo per te?


Ungewiß

Aus dem Leben
bin ich
in die Gedichte gegangen

Aus den Gedichten
bin ich
ins Leben gegangen

Welcher Weg
wird am Ende
besser gewesen sein?

*

Incerto

Dalla vita
sono andato
nelle poesie

Dalle poesie
sono andato
nella vita

Quale via
alla fine
sarebbe stata la preferita?


Traum

In der Nacht kam der Tod zu mir
Ich sagte:
“Noch nicht”
Er fragte:
“Warum noch nicht?”
Ich wußte nichts zu erwidern

Er schüttelte den Kopf
und ging langsam zurück
in den Schatten
Warum noch nicht?
Geliebte
weißt du kein Antwort?

*

Sogno

È venuta la morte nottetempo
Ho detto:
“Ancora no”
Ha chiesto
“Perché ancora no?”
Non ho saputo rispondere

Lei scosse il capo
e lentamente si ritirò
nell’ombra
Perché ancora no?
Amore
sai dare una risposta?


Diese Leere

Wie leer ist es
da
wo etwas war
Wo w a s war?
Etwas
was nicht mehr da ist
Und ist es nicht mehr da?
Warum nicht?
und wirklich nicht?
Kann es nicht wieder da sein?
Darf es nicht wieder da sein?
Ist deshalb alles so leer?
Wie groß
muß gewesen sein
was da war
daß alles jetzt
wenn es vielleicht nicht da ist
oder vielleicht
nicht mehr da sein wird
so leer ist daß Leere in Leere
übergeht
oder untergeht
oder ruht?

Müßte Ruhe
nicht eigentlich anders sein
als das
was leer ist
und doch
kalt ist
obwohl das Leere
nicht kalt sein kann
als das
was leer ist
und doch
noch brennt
obwohl das Leere
nicht brennen kann

als das
was leer ist
und doch
den Hals zuschnürt
obwohl das Leere
den Hals nicht zuschnüren kann

Was ist es also?

*

Questo vuoto

Com’è vuoto
qui
dove un qualcosa c’era
Dove una c o s a era?
Qualcosa
che non è più qui
E non è più qui?
E perché no?
ma veramente no?
E non può essere di nuovo qui?
Non le è permesso di esserlo di nuovo?
Per questo è tutto così vuoto?
Quanto grande
sarebbe dovuto essere
ciò che era qui
che tutto ora
se forse non è qui
e forse
non sarà più qui
è così vuoto che vuoto nel vuoto
trasfonde
o affonda
o riposa?

La calma dovrebbe
in realtà non essere diversa
da ciò
che è vuoto
eppure è
fredda
anche se il vuoto
non può esserlo
come ciò
che è vuoto
eppure
brucia ancora
anche se il vuoto
bruciare non può

come ciò
che è vuoto
e che
stringe alla gola
anche se il vuoto la gola
stringerla non può

E allora cos’è?


In copertina: Erich Fried in un ritratto di Davide Racca.

 

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