FLASHES E DEDICHE – 59 – LA CASA DELLA MARULLI

Una delle cose che mi piacciono molto in un libro di poesia è la costruzione architettonica, il lavoro di concettualizzazione e non l’accatastamento di versi sparsi senza logica. La narrazione storica fa parte del costruire e dello scrivere. La casa delle fate (La vita felice 2017) di Cinzia Marulli è una splendida storia in versi. Avevo già parlato di questa autrice romana che da tanto tempo si impegna in ambito culturale. Diciamolo subito,  questo testo mi sembra il migliore della sua produzione già di per sé notevole. Vi è dentro un dolore-amore per la madre e per l’età che avanza, così naturale e vero che non cerca né consolazione né approvazione da parte di un ipotetico lettore. Questo volo nella magia delle fate (il racconto poetico si svolge dentro una casa di cura per anziani) mi fa riprendere un discorso fatto un paio di settimane fa….nomi e case editrici…insomma leggete Madre d’inverno, leggete La casa delle fate….tirate voi le conclusioni….marul

 

 

E’ arrivata così la vecchiaia
nello spazio di un’attesa
tra un pensiero e l’altro
nascosta dal fumo delle candeline

arriva in silenzio
sul più bello

e la fata non ricorda più
dove ha messo la sua bacchetta magica.

 

 

 

E’ arrivato il caldo
e ora le fate stanno tutte in giardino

il sole porta via i pensieri freddi

stanno lì a guardare il cancello
in attesa di uno squillo

I figli in vacanza
tranquilli e beati
si sono lavati le tasche
coi soldi della retta.

 

 

 

Voi credete che tutto sia così
come l’immagine ferma di una foto
con i sorrisi sui volti di cera
ma dietro ci sono le cose invisibili
il tremare delle mani
le gambe che non sorreggono più
neanche il ricordo

 

e ogni cosa diventa peso
ma tutto è nascosto
in quel pannolone che si è portato via
la dignità della vita.marul2

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