Variazioni sul tema dell’ombra nella pittura di Caravaggio (42)

di Daniela Pericone

SAN GIROLAMO Malta

Caravaggio, San Girolamo scrivente, 1608 (La Valletta, Cattedrale di San Giovanni)

Ancora a Malta nel 1608 Caravaggio esegue per il cavaliere Ippolito Malaspina un San Girolamo scrivente, il cui volto rivela i tratti di Alof de Wignacourt, quasi a compensare con un richiamo alla vita contemplativa la precedente raffigurazione del Gran Maestro in posa ufficiale e in armatura.

Il santo si mostra seduto su un giaciglio con una forte torsione del busto nell’atto di scrivere su un libro: si può immaginare che l’uomo, dapprima disteso, si sia levato e disposto al tavolo come colto da improvvisa ispirazione. L’accentuato gioco luministico dà risalto al corpo scarno, non più giovane, di San Girolamo, la cui figura, insieme con gli oggetti posti sul tavolo, un teschio rovesciato e un piccolo crocifisso in bilico sul bordo, compone una sorta di memento mori. Lo schema di piani verticali e orizzontali, tra la porta battente di destra (al cui margine è riprodotto lo stemma dei Malaspina) e il tavolo in primo piano, rende ancor più potente la plasticità della figura sul fondo scuro.

Il volto tramato da un fitto di rughe, le palpebre gonfie e piegate verso il basso, le labbra dischiuse appena come una ferita non rimarginata, raccontano di notti insonni, di pensieri tormentati che cercano requie, d’idee che prendono forma e vanno in fine a placarsi nella scrittura.

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