Snowden: il cinema di Oliver Stone

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Oliver Stone è il regista e sceneggiatore di un’America tradita. Di un mondo  sotterraneo, negli Stati Uniti, che rende la Costituzione e i suoi ideali soccombenti rispetto agli interessi economici e alle logiche dominanti. Già autore di “Salvador”, “Platoon”, “Wall Street”, “Nato il 4 luglio”, “JFK”, “Comandante” (documentario su Fidel Castro), “Alexander”, tra gli altri, con “Snowden” il cineasta continua il suo percorso filmico raccontando una storia vera e prendendo sin dall’inizio posizione: per Stone, e per l’altro sceneggiatore, Kieran Fitzgerald, Edward Snowden è un difensore della libertà.  Lui, geniale informatico che, quando si rende conto dell’invasività degli strumenti tecnologici, usati dagli Usa per spiare il pianeta in maniera indiscriminata e manipolatoria, denuncia alla stampa il lavoro sporco della NSA (National Security Agence) e diviene un nemico pubblico degli Stati Uniti.

La storia è adatta per descrivere, con l’abilità visiva del regista e una sceneggiatura quasi sempre solida, il disagio di vivere in una realtà politica ingiusta e illusoria, nella quale le buone intenzioni del singolo cedono alla ragion di Stato. Il malessere di Snowden, incarnato  sullo schermo da Joseph Gordon-Levitt, che rende al meglio fragilità e inquietudini del protagonista, trova in una regia e in una scrittura accattivanti, con la fotografia di Anthony Dod Mantle e il montaggio di Alex Marquez, la possibilità di far diventare coinvolgente il dramma del personaggio principale e la difficoltà di vivere nel segreto al fianco della sua compagna, interpretata da Shailene Woodley.

Lì dove il film risulta meno convincente è nei personaggi di contorno (nonostante la bravura degli attori) e  nell’approfondimento psicologico: le tracce visive e descrittive avrebbero meritato uno sguardo meno in superficie e Stone si ferma prima di esprimere una riflessione più profonda sul cinema e le sue potenzialità nel raccontare le sfaccettature dell’animo umano e l’interiorità.

Nell’epilogo, il vero Snowden, costretto a rifugiarsi in Russia, prende il posto dell’attore e ricorda allo spettatore l’intenzione di aderire al vero da parte del regista.

Da ricordare pure la colonna sonora di Craig Armostrong Adam Peters, adeguata per le atmosfere da thriller, e la canzone “The Veil” di Peter Gabriel. Sulle musiche:

Snowden – La colonna sonora di Craig Armstrong e Adam Peters

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Nel cast, tra gli altri, anche Nicholas Cage, nel ruolo di Hank Forrester, esperto disilluso e sconfitto, Rhys Ifans e Tom Wilkinson.

Il film trae spunto da due libri: “The Snowden Files” di Luke Harding e “Time of the Octopus” di Anatoly Kucherena.

Marco Olivieri

Buona parte della recensione è tratta dalla rubrica “Visioni” del settimanale del settimanale 100nove Press (1 dicembre 2016).

 

Immagini tratte dalla pagina Facebook del film.

 

 

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