FLASHES E DEDICHE – 35- LA PAGANUCCI METTE TUTTE LE COSE A POSTO

Due settimane fa recensendo flamentre-sishando con ansia l’ansa della De Salvo e la sua brillantissima camiceria, citavo, come voce tra le migliori, Irene Paganucci. La Paganucci scoperta da Marco Saya con “Di questo legno storto che sono io”,  ha recentemente vinto quella manifestazione spesso abiurata che è Parco Poesia. Con Raffaelli Editore esce adesso l’opera con cui si è aggiudicata l’ambito e a volte volpeuvato premio. “Mentre si mettono a posto le cose” è un gioiello che ti penetra dentro, sventrando la quotidianità, raccontando non girando intorno, facendo riflettere. È una poesia di una concretezza stralunata. Se la Paganucci con il libro d’esordio mi aveva non dico ben impressionato ma fatto godere l’occhio e i sensi tutti, qui mettendo a posto le cose mi ha fatto esaltare sul serpaganucio. E se non dimentico :

Mi piace il tuo non capire
le mie poesie – poi che c’è
da capire non c’è niente
di male – sai, è solo il segno
che almeno tu sei sano.
Dai, vieni sul divano.

 

qui giocando su una conoscenza verbale notevole, con giochi a incastro tra tono e dettato ci dice :

 

Mi piace fingermi morta,restarepaga
nel letto,le mani
sul petto, sentire
gli altri che ridono al piano di sotto.

 
Un giorno tramutarmi
in oggetto: una tazza
da tè, possibilmente.
Sul fianco un’ansa che indichi
il modo-si sappia sempre
da che verso prendermi.

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