Bob Dylan: Si/No

di Cinzia Accetta

 

Il Nobel 2016 per la letteratura divide il mondo di chi la letteratura si sente di leggerla, scriverla e divulgarla. Va a Bob Dylan e la cosa in se mi rende felice e positiva.
Felice perché fa sperare nella capacità delle istituzioni di superare se se stesse e il conformismo accademico. Da cosa è composta la letteratura? Poesie, romanzi, racconti, canzonieri, canzonette, aforismi, sms? Ho letto che le canzoni di Dylan non reggono la lettura senza musica, che contengono concetti semplici e banali.

La vera querelle non è se Dylan abbia scritto delle poesie o no? Neppure se la poesia sia morta, definitivamente uccisa dalla canzone.

A mio avviso l’interrogativo riguarda il perché a Stoccolma guardino più a forme d’arte come il teatro o la musica piuttosto che alla letteratura comunemente intesa. Chiediamoci quale sia la potenza divulgativa e l’effettiva ricaduta mediatica dei mezzi che conosciamo e pratichiamo, interroghiamoci sul perché si scrive e per chi.
La letteratura si evolve, i tempi cambiano e le masse vengano raggiunte più dalle canzoni che dai i libri di poesia. Ricordiamolo che la poesia nasce come un fatto orale, la metrica e le rime servivano a ricordare e memorizzare meglio le parole, a trasmettere un messaggio nel tempo e nello spazio, ad educare.
Dylan ha parlato ad intere generazioni di amore, rispetto, patria, pace e fratellanza, e questo messaggio che oggi è stato riconosciuto dalla massima istituzione letteraria, viaggia da Stoccolma verso i posteri, a ricordare che spesso alcuni traguardi sono insperati e imprevedibili, e per questo sono positiva nel guardare a questo mondo invaso dal qualunquismo. Forse ci sono troppi poeti convinti di esserlo e troppo pochi che non sanno di farlo già.

P.s. si sono canzoni non poesie a proposito di banalità.