[Poiesis]: Mario Luzi legge “Versi d’ottobre” e “Muore ignominiosamente la repubblica”

Mario Luzi legge “Versi d’ottobre” e “Muore ignominiosamente la repubblica”

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Versi d’ottobre

È qui dove vivendo si produce ombra, mistero

per noi, per altri che ha da coglierne e a sua volta

ne getta il seme alle sue spalle, è qui

non altrove che deve farsi luce.

… È passata, ne resta appena traccia

l’età immodesta e leggera

quando s’aspetta che altri,

chiunque sia, diradi queste ombre.

Quel che verrà verrà da questa pena.

Siedo presso il mio fuoco triste, attendo

finché nasca la vampa piena o il guizzo

sul sarmento bagnato della fiamma.

Tu che aspetti da fuori della casa,

dalla luce domestica, del giorno?

oggi, oggi che il vento

balza, corre nell’allegria dei monti

e a quell’annuncio di vino e di freddi

la furbizia dei vecchi scintilla tra le grinze?

Quel che verrà, verrà da questa pena.

Altra sorte non spero mai, neppure

sotto il cielo di questo mese arcano

che il colore dell’uva si diffonde

e l’autunno ci spinge a viva forza

fino ai Cessati Spiriti o al Domina quo vadis?

 

Muore ignominiosamente la repubblica

Muore ignominiosamente la repubblica.
Ignominiosamente la spiano
i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.
Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.
Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,
si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.
Tutto accade ignominiosamente, tutto
meno la morte medesima – cerco di farmi intendere
dinanzi a non so che tribunale
di che sognata equità. E l’udienza è tolta.

(da Al fuoco della controversia, in L’opera poetica)

 

 

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