Un bacio

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Già sceneggiatore di successo, Ivan Cotroneo firma il suo terzo lungometraggio come regista. In equilibrio tra elementi da commedia e sviluppi drammatici, “Un bacio” si fa apprezzare per la grazia con la quale racconta una storia difficile, tra romanzo di formazione, momenti pop densi di balli e sogni, analisi psicologica e l’impatto con una realtà durissima. Una realtà scolastica fatta di rifiuti, rigide separazioni tra “sfigati” e presunti leader, etichette e giudizi pesantissimi in un’età nella quale identità sessuale e incertezze dominano lo scenario interiore.

Anche se la valida sceneggiatura di Cotroneo e Monica Rametta, tratta da un romanzo dello stesso regista, rischia qualcosa in termini di equilibrio nella scrittura, tra la prima parte più lieve e l’evoluzione del racconto, la narrazione coinvolge e i personaggi catturano lo spettatore. La regia, con la fotografia di Luca Bigazzi,  si armonizza con la complessità della materia, tra sguardo sulla diversità e difficoltà degli adulti ad aiutare chi vorrebbe spiccare il volo, omaggi al cinema di Truffaut, leggerezza aperta alla complessità, le canzoni di Mika e i colori sgargianti degli abiti che i protagonisti indossano. Abiti indossati nel segno di un’identità in formazione.

 

I protagonisti – i liceali Lorenzo (Rimau Grillo Ritzberger), Blu (Valentina Romani) e Antonio (Leonardo Pazzagli) – donano freschezza e verità a tre figure tenere e lacerate, mentre gli adulti (da Thomas Trabacchi a Susy Laude) si distinguono per sfumature e intime sofferenze.

Prima dei titoli di coda, Cotroneo suggerisce anche un’altra possibilità, in contrasto con la tragedia finale. Ciò che avrebbe potuto accadere se tutto non fosse stato così difficile: se l’omosessualità  e le stravaganze di Lorenzo non fossero state oggetto di scherno; se Blu non fosse stata giudicata una ragazza facile; se Antonio non fosse stato preso in giro come “minorato” e fosse stato aiutato a non colpevolizzare le proprie pulsioni. Un epilogo in linea con un film colorato, divertente e straziante.

Per Emiliano Morreale (l’Espresso del 14 aprile 2016), “l’andamento è da fiction da prima serata, i buoni propositi troppo declamati”. Tuttavia, seppure “Un bacio” rischi più volte il kitsch e il banale, la recitazione e le intuizioni di scrittura possiedono una verità psicologica che elude questi pericoli.

Marco Olivieri

Una parte di questo articolo è stato pubblicato sul settimanale “Centonove Press”.

Immagini tratte dalla pagina Facebook del film.

 

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