Variazioni sul tema dell’ombra nella pittura di Caravaggio (5)

di Daniela Pericone

BUONA VENTURA Louvre 1

Caravaggio, Buona ventura, 1594-1595 (Parigi, Louvre)

Nel 1595 Caravaggio è ospite di Monsignor Fantino Petrignani. Della produzione di questi anni fanno parte i due quadri della Buona ventura (l’uno in mostra a Parigi al Louvre e l’altro a Roma alla Pinacoteca Capitolina), che introducono un altro elemento di novità. Caravaggio intende dimostrare che il talento del pittore deve tradursi nella capacità di riprodurre dal vero e al naturale i soggetti che la vita reale gli offre.

Propone dunque un tema di vita di strada, l’episodio in cui una zingara predice la ventura a un ricco e raffinato giovanotto, ma nell’atto di leggergli la mano gli sfila un anello dal dito. Il cavaliere, irretito dagli artifici della donna, sembra non  accorgersi di nulla.

BUONA VENTURA Roma 1

Caravaggio, Buona ventura, 1594-1595 (Roma, Pinacoteca capitolina)

In entrambe le versioni della Buona ventura, le figure della zingara e del giovane campeggiano su uno sfondo neutro, affinché l’attenzione si concentri sui protagonisti della vicenda, sugli sguardi ammiccanti e i loro intenti palesi o nascosti, ma le differenze d’interpretazione sono ben evidenti. Nell’opera ospitata al Louvre le figure impongono una presenza piena e statica e sono rischiarate da una luce netta che evidenzia l’incontro delle mani e il gesto furtivo della zingara; in quella capitolina le posture sono meno rigide e dirette a dare la sensazione di una scena in movimento, i colori morbidi e densi di sfumature.

C’è un’intenzione sottile nella scelta raffigurativa, lo sguardo ironico, e al contempo complice, del pittore invita a non cedere ingenuamente alle lusinghe della bellezza, a oltrepassare i confini di ogni facile apparenza.

BUONA VENTURA Louvre 4

Caravaggio, Buona ventura, particolare, 1594-1595 (Parigi, Louvre)

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