Piero Cappuccilli: “Pari siamo! …” – Rigoletto #quickpost

Dal Rigoletto di Giuseppe Verdi – opera della triologia popolare su libretto di Francesco Maria Piave, tratta dal dramma di Victor Hugo “Le Roi s’amuse” (“Il re si diverte”) – proponiamo il monologo del protagonista nella seconda scena del primo atto. Si tratta indiscutibilmente di una delle pagine più intense nella produzione del maestro di Busseto, soprattutto dal punto di vista formale: “un classico esempio di recitativo con tutta l’ ampiezza e il peso formale di un’ aria” (Julian Budden, “Le opere di Verdi, Volume 1: Da Oberto a Rigoletto” Torino, EDT musica, 1985).

Prima di tornare a casa e riabbracciare la figlia Gilda, Rigoletto, buffone di corte al servizio del Duca di Mantova, viene travolto da pensieri che lo tormentano: la sua infelice vita, le frustrazioni dietro ad una maschera, il suo difforme aspetto. Poco prima, a corte, il sangue gli si era gelato nelle vene: il Conte di Monterone aveva accusato pubblicamente il Duca di avergli sedotto la figlia senza essere risparmiato dalla derisione di Rigoletto (Voi congiuraste contro noi, signore) e Monterone aveva maledetto, con impeto, lui ed il Duca.

Qui l’interpretazione di Piero Cappuccilli (1926-2005) – baritono dalla raffinata tecnica di respirazione e riconosciute doti vocali quali omogeneità di suono, eleganza ed espressività nel fraseggio – in una registrazione del 1980: nel cast anche Ileana Cotrubas, Placido Domingo, Elena Obraztsova, Nicolai Ghiaurov, Kurt Moll, Hanna Schwarz e sul podio, a dirigere i Wiener Philharmoniker, il maestro Carlo Maria Giulini.

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Ascolta “Pari siamo”

RIGOLETTO
Pari siamo!…
io la lingua, egli ha il pugnale.
L’uomo son io che ride, ei quel che spegne!
Quel vecchio maledivami…
O uomini! o natura!
Vil scellerato ini faceste voi!…
O rabbia! esser difforme, esser buffone!
Non dover, non poter altro che ridere!
Il retaggio d’ogni uom m’è tolto il pianto…
Questo padrone mio,
Giovin, giocondo, sì possente, bello,
Sonnecchiando mi dice:
Fa’ ch’io rida, buffone!
Forzarmi deggio e farlo! Oli dannazione! …
Odio a voi, cortigiani schernitori!
Quanta in inordervi ho gioia!
Se iniquo son, per cagion vostra è solo…
Ma in altr’uomo qui mi cangio…
Quel vecchio maledivami! … Tal pensiero
Perché conturba ognor la mente mia?
Mi coglierà sventura? … Ah no, è follia!

Marta Cutugno

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