Nicola Vacca, “Luce nera” (Marco Saya Edizioni 2015) – di Giulio Maffii

Nicola Vacca, Luce nera (Marco Saya Edizioni 2015) – di Giulio Maffii

copertina_vacca-page-001Ogni uscita di un libro di poesia è significativa, nel bene o nel male, per i lettori attenti. Non a caso utilizzo la parola “attenti”, perché è proprio l’attenzione il fulcro dell’ultima opera di Nicola Vacca Luce nera (Marco Saya Edizioni 2015). Il critico e poeta gioiese colpisce e affonda. Si inabissa nel vortice della pochezza umana e nella crisi della società contemporanea. Interessa innanzitutto l’uso del linguaggio utilizzato. Un dettato sobrio ed apparentemente monodico a cui fanno da contraltare intuizioni e coltellate linguistiche che riportano immediatamente alla coscienza l’evidente influenza cioraniana evidenziata anche nell’esergo ai testi. “Il male, al contrario del bene, ha il duplice privilegio di essere affascinante e contagioso”. 
Le 4 sezioni di Luce nera mantengono un filo conduttore neanche tanto nascosto, ma anzi affrontato con coraggio, quel coraggio che manca spesso agli autori contemporanei che preferiscono mantenere una facciata buonista che cerca di accontentare l’ipotetico lettore e di trarre profitto dalla benevolenza di critici consenzienti.

È quella negazione
l’inchiostro che versa il sangue delle parole
sulle ferite aperte della pagina.
Tra tutte le negazioni
quella che preferisco è la poesia

La poesia, la società, la negazione di una possibilità di uscita nel paradosso dell’uscita stessa:

Non resterà solo un grido disperato
ma una nudità feconda di cose e persone.
Oltre non c’è più nulla da salvare

Cosa dobbiamo fare allora di una luce nera impalpabile, quale possibilità intravede l’autore nel suo sviscerare gli elementi compostivi di un qualcosa che non c’è?

Rompere gli indugi
del nero che inghiotte ogni cosa
con il coraggio di osare
tutto ciò che è nascosto

questa la risposta, aperta personale ed oggettivante allo stesso tempo, un tempo che è sempre meno.

Itinerario di uno smarrimento

Nella zona oscura che annulla il confine
tra la ragione e la follia
ormai è stata oltrepassata
qualsiasi linea d’ombra.
Si sono persi per sempre
i pensieri che cercano il futuro:
non esiste più acqua che disseta
questi solchi d’arsura.

Libro intenso senza dubbio, da cogliere e leggere per un approfondimento interiore, per porsi domande, sapendo già che le risposte potrebbero essere ancora più dolorose delle domande stesse.


In copertina: © Richi Ferrero, jellyfish spider (2008), tecnica mista / mixed media,  120 x 130 cm.

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