InVersi Fotografici X – Dell’alterare la visione del reale Sarah DeRemer Vs Guido Catalano

L’inVerso di oggi è all’insegna dell’ironia: è dall’ironia che comincia la libertà diceva Victor Hugo – ponendo l’accento sulla libertà di alterare la visione del reale in favore della ricerca di una leggerezza salvifica. 

Sarah DeRemer appartiene a quella generazione di fotografi che usa gli strumenti a disposizione per alterare la percezione del reale e palesare il surreale con una massiccia dose di ironia e disincanto.

L’intento è quello di suscitare sorpresa e ilarità, una finestra su un mondo altro dove regna il diverso, sinonimo di positiva alternativa alla visione conformista delle cose. Il diverso così non fa paura ma ci affascina grazie alla moltiplicazione delle visioni possibili.

“I started creating hybrid animals as a way to improve my Photoshop skills. I find it fun to mix animals, especially when it creates a startling juxtaposition such as a ferocious animal on a cute and tiny one. I started creating them for the Hybrid Animals sub-reddit, and now make them for fun and by request for people.”

Sarah DeRemer
Sarah DeRemer

Guido Catalano l’ho letto su carta e su facebook, mi manca dal vivo nel senso che ne sento la mancanza reale di ascoltare dalla sua viva voce le parole. La sua è un’ironia tutta cerebrale, che usa le corde del sorriso per parlare della vita vera, delle cose di tutti i giorni, dell’amore in modo non banale, di noi stessi dissacrando ogni referenzialismo o autocentralità del pensiero. Se ne apprezza il linguaggio colloquiale che arriva dritto ad un pubblico giovane. Siamo buffi e ridere di noi è la cosa più naturale che ci sia concessa. Poeta, slammer o cabarettista non è dato saperlo, ciò che conta è che a me piace!

“L’autoironia è la salvezza dalle brutture della vita.”

Guido Catalano

Il disinnamoratore

Il Disinnamoratore è il professionista della disinnamorazione.
Metti che tu sei innamorato di una che non t’ama.
O che t’amò ma che non t’ama più.
Metti che soffri come una bestia.
che non dormi più
che non mangi più
che non sei più tu
che non ti va più di uscire
che non ti va di giocare più
di leggere, di scrivere, di far di conto
che non ti va più di niente più
perché lei non t’ama mentre sì, tu.
Metti che ti senti di morire
di scomparire.
Metti che hai finito le lacrime e i sospiri
e pure i biscotti e la carta igienica
ma non hai voglia di andarli a comperare.
Metti che pure il tuo gatto è preoccupatissimo per te
e tua mamma e i tuoi amici, e il tuo elettrauto.

Ci andai una sera di Marzo
forse era Febbraio
Agosto, probabilmente
in ogni caso mi portavo dietro il freddo.

Lei è il Disinnamoratore? gli chiesi.
– Lo sono.
– Professionista in disinnamorazioni?
– Esatto.
– Ho bisogno di disinnamorarmi.
– Sei sicuro?
– Ho alternativa?
– Lo sai tu.
– Credo di saperlo.
– Sei innamorato perdutamente?
– Temo.
– Lei non t’ama?
– No.
– Ti senti perduto?
– Come Ulisse sull’isola di Lost.
– Sai che è irreversibile?
– So.
– Sei pronto?
– Sarà doloroso?
– Dopo sì.
– Ma dimenticherò tutto di lei, tutto quello che è successo tra
noi, i baci, le passeggiate, le colazioni, le carezze, le litigate, il
bello e il brutto, i suoi occhi, i suoi capelli, le sue labbra, il suo
odore, il suo colore preferito, il gusto della sua pelle?
– Non siamo in un cazzo di film.
– Ah.
– Eh.
– Proceda.
– Procedo.
– Procedette.

Il Disinnamoratore
è il professionista
della disinnamorazione.
Ti stacca via un pezzo
non fa poi così male
e pentirsi dopo
non vale.

*

aveva

il dono

di farmi ridere

e

il dono

di farmi dimenticare

la mia estrema

odiosa

imbarazzante

mortalità

che sono due doni

a ben vedere

che valgono

all’incirca

come tutto

l’oro

del mondo

*

L’uomo che scavalcava i cancelli

niente
era l’uomo che scavalcava i cancelli
lui
appena che vedeva un cancello
gli veniva naturale e necessario
di scavalcarlo anche se dietro il cancello
c’era la proprietà privata lui non poteva
esimersi e scavalcava tra l’altro
aveva raggiunto un’invidiabile
tecnica di scavalco anche con
i cancelli più alti e appuntiti anche
con i cancelli con il filo spinato
anche con i cancelli elettrificati
anche con i cancelli spalmati di
burro lui scavalcava e una volta
scavalcato si sentiva bene e
tornava a casa sua e dormiva
sonni tranquilli e saporiti e pieni
di sogni rilassanti e piacevoli una
sera d’autunno l’uomo che scavalcava
i cancelli scavalcò un cancello verde
dietro il quale c’era un uomo con
un fucile che gli sparò nella schiena
e nel dietro della testa
uccidendolo secco e per sempre

————————————————————

l’uomo che scavalcava i cavalli

era l’uomo che scavalcava i cavalli
rispetto all’uomo che scavalcava i
cancelli l’uomo che scavalcava i
cavalli amava scavalcare roba viva
e/o in movimento tipicamente i cavalli
come si evince dal titolo dunque ogni
volta che vedeva un cavallo lui prendeva
la rincorsa e zac! scavalcava l’equino con
una tecnica degna di una stella del circo
equestre e poi era tutto felice e contento
e questa felicità e contentezza gli durava
anche una settimana alle volte anche una
settimana e mezza quasi due fu ammazzato
da una zoccolata in fronte un pomeriggio d’estate

————————————————————

l’uomo che scavalcava se stesso

l’uomo che scavalcava se stesso non
è che ci riusciva veramente tipo l’uomo
che scavalcava i cancelli o l’uomo che scavalcava
i cavalli che tra l’altro son robe pericolose infatti
vedete come è andata a finire posto che voi abbiate
letto ciò che c’è scritto sopra l’uomo che scavalcava
se stesso era più una roba filosofica-psicologica era una cosa
di superamento dei propri limiti personali quindi meglio sarebbe
intitolare l’uomo che avrebbe voluto scavalcare se stesso poiché in
realtà non ci riuscì mai impazzì e fu rinchiuso in un manicomio
dove tra l’altro lo trattarono molto male fino a che morì di tosse.

*

Come stanno veramente le cose

fumo digitale
chiavo analogico
bevo intrugli rossi ghiacciati gastroaggressivi
mi masturbo a scimmia meccanica
ho appena attivato la ricezione dei miei aggiornamenti pubici
per non rimanere indietro con il mio stesso sesso
sono il sosia di David Bowie
anche se pochi sarebbero disposti ad ammetterlo
disprezzo parecchio
compro poco
se ti trovi a spazzolarti la lingua nera alle quattro del mattino
di un mercoledì di maggio
è inutile
delle domande te le fai
tipo:
perché porco cazzo ho la lingua nera come il frate obeso del “Nome della rosa”?

perché?

poeti che abbaiano è pieno
di meno
cani che scrivono poesie oneste
con una buona pistola comunque li abbatti entrambi facile
e se ti avanza un colpo
sparatelo nel piede

poi

ma solo poi
percorreremo assieme
la lunga, lunga strada che ci porterà sotto l’arcobaleno
fratello ignobile
zoppicheremo sorreggendoci l’un l’altro
e potremo
finalmente
suggere
le dolci goccioline
che colando dall’arco colorato

ci faranno
vedere
ci faranno
capire
come
stanno
veramente
le cose

Sarah DeRemer
Sarah DeRemer

Chi è Guido Catalano?

Nasco a Torino nel 1971 e sono ancora vivo. Ultimamente ho fatto gli esami del sangue e risulto quasi astemio anche se non ha senso.

Ho scritto sei libri di poesie, l’ultimo dei quali si intitola “Piuttosto che morire m’ammazzo” per i simpatici tipi di Miraggi Edizioni.

Il penultimo invece si intitola “Ti amo ma posso spiegarti” e lo stanno comprando in molti, il che è un piccolo miracolo se si considera che stiamo parlando di poesia. E siamo pure in Italia.

Per vivere mi esibisco in strabilianti reading dovunque mi sia concesso. Ne faccio oltre centocinquanta l’anno, il che a pensarci bene è una cosa pazzesca.

Ancor più pazzesco è che io non sia ancora diventato ricco e che, come si diceva all’inizio, sia ancora vivo.

link

http://www.white-paper-project.com/guido-catalano

http://www.criticaletteraria.org/2010/09/il-salotto-intervista-guido-catalano.html

0 pensieri su “InVersi Fotografici X – Dell’alterare la visione del reale Sarah DeRemer Vs Guido Catalano

Rispondi