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InVersi Fotografici VI – Della capricciosa felicità: Igumnov Vs Baudelaire

di Cinzia Accetta

L’InVerso fotografico di oggi descrive l’altalena emotiva della ricerca della felicità, individuata più come un percorso che come un punto di arrivo. Essa si sostanzia della speculazione e trae forza ed energia proprio nel susseguirsi di fasi alterne, elettriche spirali di rame dove l’energia fluisce, anodo e catodo, salita e discesa, attesa e soddisfacimento. Lo spazio emotivo tra vuoto e pieno genera la corrente emotiva, stato di grazia transitorio che possiamo convenzionalmente definire “felicità”.

Cosi ci interroghiamo su questa capricciosa “felicità”

se sia più la presenza di un’emozione o l’assenza di un dolore.

Il ricordo dei momenti felici è il sale dei giorni che stanno tra gli accadimenti. Baudelaire nega la morale collettiva e ci parla della presenza del male nell’uomo come indissolubilmente connesso al bene e al percorso dell’esistenza, ideologicamente posto a fondamento della vita così come dell’arte. Igumnov fissa il ricordo e l’emozione in opere immaginifiche non descrittive ma evocatrici, tra cielo e terra, realtà e finzione di baudelairiana memoria. In linea con l’estetica simbolista non descrivere la realtà, suggerisce emozioni e stati d’animo, penetrando l’intima essenza delle cose.

Philipp Igumnov
Philipp Igumnov

semini capricciosa felicità e disastri,
disponi di tutto, non rispondi di niente

Hymne à la beauté (Inno alla bellezza) Charles Baudelaire

Vieni, o Bellezza, dal profondo cielo
sbuchi dall’abisso? Infernale e divino
Versa insieme, confusi, la carità e il delitto
Il tuo sguardo: assomigli, in questo al vino.

Racchiudi nei tuoi occhi alba e tramonto. Esali
profumi come un temporale a sera.
Sono un filtro i tuoi baci, la tua bocca un’ampolla
che fan vile l’eroe e il fanciullo ardito.

Esci dal gorgo nero o discendi dagli astri?
Il Destino, innamorato, ti segue come un cane;
semini capricciosa felicità e disastri,
disponi di tutto, non rispondi di niente.

Cammini, bellezza, su morti, e ne sorridi;
fra i tuoi gioielli l’Orrore non è il meno attraente
e, in mezzo ai tuoi gingilli preferiti, l’Assassinio
danza amorosamente sul tuo ventre orgoglioso.

Abbagliata l’effimera s’abbatte in te candela
E crepita bruciando e la tua fiamma benedice.
Così, chino fremente sul tuo amore, chi ama
Sembra un moribondo che accarezza la sua tomba.

Che importa che tu venga dall’inferno o dal cielo,
o mostro enorme, ingenuo, spaventoso!
Se grazie al tuo sorriso, al tuo sguardo, al tuo piede
Penetro un Infinito che ignoravo e che adoro?

Che importa se da Satana o da Dio? Se Sirena
O Angelo, che importa? Se si fanno per te
fata occhi di velluto, ritmo, luce, profumo, mia regina
meno orrendo l’universo, meno grevi gli istanti.

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“Che importa se da Satana o da Dio?
Se si fa per te meno orrendo l’universo”

L’altro portatore di gioia, panacea del mal di vivere non è un premio riservatoci dal destino, d’azzurro c’è solo il cielo al quale rivolgere lo sguardo alzando il capo oltre. Una felicità InVersa questa nostra, non dono statico ma ricerca dinamica, soggettiva mutevole e sfuggente e non oggettiva conquista, viaggio e non approdo. Nessuno che toglie nessuno che da: la vita è arte dell’incontro.


Biografia

Si chiama Philipp Igumnov ed è un artista moscovita surreale e irriverente. Come Baudelaire è poeta dei vizi e delle miserie degli uomini. Le sue opere si avvalgono del mezzo fotografico e spaziano nel campo delle illustrazioni e del collage. Propone accostamenti e concettualizzazioni ai confini della realtà, animati dal una sottile malinconia.

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