Monica Osnato

a cura di natàlia castaldi

MONICA OSNATO, poetessa-performer e pittrice, è nata a Palermo e ha vissuto a lungo a Roma, attualmente vive tra l’estero e l’Italia. Ha collaborato con alcune case editrici italiane ed è stata socia co-fondatrice dell’Associazione nazionale Le Mele-Grane, che si occupa della divulgazione della poesia con particolare riguardo alla creatività femminile e insieme alla quale ha curato importanti eventi  patrocinati dalle istituzioni. Ha pubblicato diversi libri di poesia, alcuni tradotti in più lingue, e scrive anche per i ragazzi. Alcune delle sue sillogi sono state pubblicate in Serbia in edizione bilingue italiano/serbo. Suoi testi sono inclusi in antologie e riviste di poesia italiana e straniera contemporanea, compreso l’annuario Serbian litterary Magazine che raggiunge diverse Università europee. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in concorsi letterari per la narrativa e la poesia. È stata frequentemente ospite in Festival di Poesia e in incontri letterari Nazionali ed Internazionali, come: Istituto Italiano di Cultura de Il Cairo, 2000, di Atene, 2004 in occasione dell’8 marzo per la cultura femminile a confronto con autrici greche; Festival Internazionale di Poesia Smederevo (Serbia) 2008; Festival di Poesia Atene 2009; Fiera Internazionale del libro di Belgrado 2010; ha rappresentato l’Italia durante il Belgrade International Writers Meeting nel 2008, nel 2011 e nel 2012; è stata ospite delI’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado che ha patrocinato una serata per presentare la sua poesia nel 2011. È membro del Movimento Poetas del Mundo. Tradotta nei Balcani (Greco, Serbo, Croato), dove è apprezzata anche come pittrice, è tradotta parzialmente anche in altre lingue. Ha partecipato a mostre collettive e personali di pittura a Roma, Il Cairo, Atene e Belgrado. Ha insegnato all’Accademia Italiana di arte, moda e design di Belgrado. Alcuni suoi quadri fanno parte di collezioni private a Il Cairo, Atene, Belgrado, Madrid, Roma. È Autrice diAphorism.
Le sue pubblicazioni:
– Come vento tra le dune, Il Calamaio Ed.,2003
– Lo stesso titolo in greco per Paralos Ed., 2004
– Approdi, Lieto Colle Ed., 2007
– Isola e Onda, ediGiò, 2007
Tajno putovanje/ Viaggio clandestino, Evro-Giunti Ed., Belgrado, 2008
–  Impermanenze, Aletti Ed., 2009
L’Oasi e la Neve– Poesie d’amore e d’eros, Il Calamaio Ed., 2010
– La mia dolce cenere/Moj slatki pepeo, Prosveta Ed., Belgrado, 2012.

Testi

NON LO SAPEVO ANCORA

Che fosse
il tempo del bianco
dopo il mare
non lo sapevo ancora,
né del luogo
dove si rivelano
le acque e svaniscono gli astri.
Altri come noi sapranno
guardare le distanze
e farne parte
senza venire attraversati
né dischiusi dai venti dell’est.
Per saluto mi basterà
la lenta andatura
delle macchie scure sull’acqua
tra luci che risanano profondità
mai rivelate, e sapere
che le rose non bruciano nel gelo
ma infine resta tutto ciò che non fugge.
Lo spazio bianco del viaggio
abiterà con me
per farsi scorgere nella crepa
di una parete,
a me forse passerà per la mente
di essere stata qui
e poi scacciata dolcemente.

da: ‘Moj slatki pepeo/La mia dolce cenere’
Prosveta ed. Belgrado


NUVOLE

Nuvole
sconfinano sul fiume
che allinea già i suoi ponti
sulla notte,
aperta come un ventre di balena.
Stasera non mi trovo,
eppure
ho cercato tanto.
Forse le mie radici
sono rimaste nel giorno,
piantate lì
tra le sue crepe di luce.
Anche il mio gatto oggi non mi parla
e non è certo che io ritorni a casa.
Aspetterò un po’ qui
con la luce accesa,
prima di andarmene a dormire.

da:’Impermanenze’ e da: ‘Moj slatki pepeo/La mia dolce cenere


TRA LE DUE RIVE IL FIUME

Io ero già posseduta
dall’arcana sostanza del vento
e dal suo principio
invisibile
tra gli abbracci dei rami,
che parlavano la lingua dei morti.
Tutto
ancora
cominciava
con assoluta incertezza
e anche se già qui,
noi
eravamo giunti
sulla strada più lontana dal cielo,
nella calma più dolce.
Tu avevi un piccolo segno
bianco
di arresa, tra i capelli
e l’acacia disegnava i suoi fiori
per molti chilometri intorno.
Tra le due rive, il fiume
cercava lontano il suo nome.
Noi eravamo ancora vivi
e ci toccavamo
con mani miracolose
che sapevano andare nel centro
della notte e del giorno,
ma eravamo già distanti
come un inverno
ed il suo candore sospeso.

da: ‘Moj slatki pepeo/La mia dolce cenere’


QUESTO ACCADERE

Amaro mio sé
com’è facile
portarti e rovesciarti sulla sabbia
nella scia che riluce
e vivere nell’invisibile
dall’est all’ovest soffuso.
Io guardo e dico
com’è difficile
al funerale gioire della morte,
come se fosse
come
se vivere questo esilio fosse
davvero vivere e non
l’alzare gli occhi e dimenticare
nel vento delle fronde il dolore.
Amaro mio
letto-posatoio,
non ho ristoro nel sonno
e non m’incanta il sogno
nella nicchia,
al primo ascendere del segnale sonoro
degli uccelli mi sveglio e
com’è facile
questo risveglio minimo,
moto a luogo,
questo accadere.

Inedito


IL NOME DEL GATTO

Amo le
maniglie del tram
e le cataste di legna,
amo i capelli
della ragazza sull’autobus
e le sue lunghe ciglia,
forse cerca di ricordare
il nome di un gatto
e a me ricorda la primavera
di cent’anni fa.

Inedito

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