Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 13) Igginbottom

Igginbottom Sono un tipo molto pigro. Come tutti i malati preferisco pensare che sia il mondo a essere sulla cattiva strada e a doversi conformare alla mia pigrizia. Di sentirmi in torto per non aver alcuna voglia di conferire valori e significati a cazzo a questa o quella cosa proprio non mi va. O peggio ancora: dover mutuare stanchezze semantiche altrui, con i risultati che si possono ben osservare nella dissolutiva starnazzata globale della comunicazione. Credere in qualcosa eccede le mie forze. Credo (col beneficio del dubbio) che il mio amore per la musica dipenda essenzialmente da questo: che l’armonia, … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 13) Igginbottom

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 12) Lofty Pillars

Lofty Pillars C’è musica che può essere solo consumata. La si assume nelle pause del lavoro, dove per lavoro s’intenda qualsivoglia attività ricada entro la meccanizzazione dei processi vitali (che ancora fatica a perdere l’antica denominazione di “vita”, offrendo al capitale un pretesto per mimetizzarsi dietro la propria pervasiva violenza). Tale assunzione fa parte della meccanica della “vita sociale”: musiche come deodoranti per ambienti, musiche come appartenenze tribali, musiche come pasticche per l’umore. La si genera attraverso procedure stereotipiche: ai giovani s’insegnano “tecniche” di produzione, al pubblico si somministrano veloci zuccheri da bruciare rapidamente, che non includano l’onere della riflessione … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 12) Lofty Pillars

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 11) The Montgolfier Brothers

The Montgolfier Brothers Forse non c’è via d’uscita dal nostro cristianesimo interiore. Oppure, forse, le forze cavalcate dalla religione di massa non appartengono ad alcuna confessione specifica e abbarbicano piuttosto le proprie radici nell’archetipico terrore della vita verso se stessa. Fatto sta che noi tutti, melomani e non, indifferentemente amiamo la sofferenza. Ogni composizione di note, ogni più tenue moto dell’ugola, vibrano dello stesso spaesamento che deietta l’intelligenza nell’ambito del dualismo ontologico, e spalanca lo spazio in cui un soggetto riconosce un oggetto. E quell’oggetto, ancor prima di parlare, spaventa. È dell’arte esprimere quella profondità, quella non-coincidenza, in tutte le … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 11) The Montgolfier Brothers

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 10) Calogero Incandela

Calogero Incandela Recensire l’esordio sulla lunga durata di Calogero Incandela (o In Candela, a seconda di come gira a Salvo) risolve finalmente un fastidioso problema che mi assilla da quando ho inaugurato questo balzano contributo musicale a un rivista di tutto rispetto come “Carteggi Letterari”. Viene un momento in cui s’inizia a desiderare di incidere sulla realtà, e di volere che gli effetti del proprio contributo divengano visibili. Così ora scrivo qualcosa di un disco del 2014 (che esiste solo in forma gratuita, financo) che adoro incondizionatamente, opera tra l’altro di un carissimo amico personale. Ma come, Humpty Dumpty, scrivi … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 10) Calogero Incandela

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 9) Constantin Veis

Constantin Veis “L’ozio è un’appendice della nobiltà” scriveva Democritus junior, meglio noto come Robert Burton, in quel rampicante d’erudizione depressiva che ha titolo “Anatomia della malinconia”. Eppure si danno ozi assai diversi, tanti quanti sono le cose che non vale la pena vengano fatte e quante le vite che occorrerebbero per disertarle. Enrique Vila-Matas, nel suo delizioso “Bartleby e compagnia” giunge molto vicino a cogliere il nucleo di questa dissenteria interiore, lo spreco ineffettuale che produce, nell’intimo dell’animo insolvente, la più magnificente delle opere immaginarie. Talvolta però la contemplazione del capolavoro condannato alla perenne imminenza si fessura al confine membranoso … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 9) Constantin Veis

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 8) Ora

Ora Non mi nascondo che uno dei più umili e riposti obiettivi patafisici di chi s’è rovinato le unghie a grattare sulla superficie morchiosa delle cassapanche del tempo sia edificare un pantheon parallelo con materiali di risulta. Dimostrare con sufficiente spocchia filologica che gli dèi sbagliati han preso possesso delle roccaforti del gusto musicale e vi hanno organizzato un concerto dei Led Zeppelin. La storia, in tutto questo, fu solo una delle pretestuose armi imposte con cui si legittimò l’usurpazione. Così il compito del critico agìto da una più elusiva sinderesi sarà quello di rubacchiare mattoni di senso raccolti nell’armadio … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 8) Ora

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 7) The Shins

The Shins Nessuno di noi ha mai del tutto rinunciato a elaborare i suoi piani per un mondo migliore. E tuttavia svariate sono le vie che conducono alla medesima ipostasi dell’aurea aetas, e non tutte nobilissime: la vita celeste del cristianesimo nel campo della fede; l’escapismo chimico della tossicodipendenza; la pedissequa imitazione di modelli che hanno già tracciato la via nell’arte. Oppure il non raro focalizzarsi della musica rock su niente che abbia a che vedere con la mia vita, e che valse al nugale dj l’impiccagione. Eppure come non confessare il ripresentarsi di quel nascosto brivido archetipico che ci … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 7) The Shins

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 6) Ed Askew

Ed Askew Fortunatamente il tempo ogni tanto è gentile, ed è gentile perché al mondo – nonostante le avverse evidenze – esistono ancora persone capaci di riconoscere la bellezza e la fragilità di spersi outsider che se ne fanno latori. Talvolta queste persone hanno la possibilità di intercedere appo piccole etichette indipendenti o, più semplicemente, le gestiscono. È capitato recentemente a un ristretto numero di artisti, il cui nome è andato sotto alle onde più pervicacemente vaste e superficiali della moda musicale, di restare inabissati sino a quando qualche benefattore (dell’umanità, più che del singolo artista) s’è industriato per ristampare … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 6) Ed Askew

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 5) Leanan Sidhe

Leanan Sidhe V’è, attorno alla culla di Leanan Sidhe (l’oscura Fairy Mistress, musa dei Celti che innamora e si nutre della spensieratezza degli artisti che la fraintendono, come sviati da un’apparentemente innocua anfibolia) un’ampia circolazione d’incubi storici. Ecco allora che Leanan Sidhe scatena la sua natura distruttiva, rendendo succubi d’una vampiresca persecuzione. L’arte non libera, si fa ossessione, asserve e favorisce la nascita delle riviste specializzate. Le quali, attingendo da scorte d’inutile e occasionale incenso, sono ancora alla ricerca dell’alchimia necessitante di razza, ambiente e momento per collocare i minuti pezzi del suo puzzle e dimenticare più compiutamente l’immagine complessiva. … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 5) Leanan Sidhe

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 4) The King of Luxembourg

The King of Luxembourg Sarebbe troppo lungo scendere nel dettaglio dell’avventurosa e bizzarra carriera artistica di Simon Fisher Turner. Enfant prodige, figlio di capitano di (giallo?) sottomarino britannico e di un’archeologa, divenne presto idolo delle teenager giapponesi grazie a un bel faccino da star, una precoce carriera da attore e una versatile, camaleontica produzione musicale. In Giappone hanno notoriamente un’immagine distorta della cultura occidentale: in Inghilterra a Simon preferivano staccare la presa della corrente durante i concerti. Derek Jarman lo scelse come autore di molte delle colonne sonore dei suoi film, Matt Johnson lo volle per un paio d’anni nei … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 4) The King of Luxembourg

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 3) Prefab Sprout

Prefab Sprout A fidarsi delle brevi e naïvissime note di copertina di Emma
Welles, il termine “swoon”, applicato all’esordio sulla lunga distanza degli inglesi Prefab Sprout, sarebbe riconducibile alla necessità (l’autrice ne deduce un ingegnoso acronimo: Songs Written Out Of Necessity).
Senza andare troppo lontano, tra i versi d’una delle fulgide gemme dell’album (“Green Isaac”), troveremo conferma a tale origine: Forget the style and choose from twelve notes, in itself it’s a joy 
whether it soothes or annoys, a song starts in the throat A fidarsi, si diceva: ma noi non arriveremo a tanto, e consapevolmente sceglieremo di lasciarci portare in prima … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 3) Prefab Sprout

Sottoculture – La radice nascosta (3). Rock Psichedelico

Rock Psichedelico Il Rock Psichedelico nasce tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70, quasi contemporaneamente negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Si ispira alle esperienze di alterazione della coscienza derivanti dall’uso di droghe come cannabis, psilocibina, mescalina, e soprattutto LSD.Gli artisti non si rivolgono a sostanze adatte a soggiogare lo sforzo fisico, ma preferiscono droghe che distorcono la realtà. Queste riescono a far viaggiare l’uomo in meandri mentali mai raggiunti prima, suggerendogli soluzioni nuove e bizzarre, che poi vengono trasferite nella musica. La rappresentazione visiva di questa musica è importante tanto quanto i suoni: gli spettacolari giochi di … Continua a leggere Sottoculture – La radice nascosta (3). Rock Psichedelico

Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 2) The Incredible String Band

The Incredible String Band “La bellissima figliola del boia”, l’indefesso gioco delle alternanze, il ludus essenziale degli opposti eraclitei: dall’ombra la luce e dalla luce l’ombra. Yin e Yang, ma sarebbe a dire: Robin Williamson e Mike Heron, anno di grazia millenovecentosessantotto.
 Anni di possibilità spalancate, accarezzate come se inaugurassero un futuro diverso, restituito all’uomo, all’arte, alla creatività sociale: possibilità fumate, urlate mentre un manto cementizio prende magicamente a sgargiare di falle iridescenti: mille e mille furono i sentieri che confluirono in quest’irripetibile interstizio storico, pure troppo angusto per contenere tutto ciò che sarebbe potuto essere. Risicati furono 365 giorni … Continua a leggere Hidden Gems (a cura di Alessandro Calzavara) – 2) The Incredible String Band

Sibylle Baier, “Colour Green” – Ascolto di Giampaolo De Pietro

Sibylle Baier, Colour Green – Impressioni di Giampaolo De Pietro Sibylle Baier è per me una maga semplice. Questo suo unico disco è un’intera discografia del desiderio, di cosa si possa fare – in casa – con una chitarra e una voce:prodigiose. Con parole lunghe e “povere”: a perfezione. Tutte le e di questo album sono continuazione. Green, verde – colour, colore – di natura, di sue foglie, di loro alberi, di questi e altri mondi possibili. Del volere bene, quasi e sempre per, un’unica, volta. E’ pomeriggio, si scala la giornata, a ritroso e in un ordine domestico che sa a … Continua a leggere Sibylle Baier, “Colour Green” – Ascolto di Giampaolo De Pietro

NABUCCO al TEATRU ASTRA GOZO

Ad agosto Carteggi Letterari si prende una pausa e sospende la programmazione ordinaria. Riproporremo post apparsi nel primo anno di attività. Marta Cutugno recensisce il  Nabucco andato in scena al Teatro Astra di Gozo – Malta (pubblicato il 27 ottobre 2014). Nella … Continua a leggere NABUCCO al TEATRU ASTRA GOZO