a cura di Stelvio di Spigno e Mario Fresa
Viola Amarelli, 1954, campana, ha esordito con la raccolta di poesie Fuorigioco (Joker, 2007), seguita dal monologo Morgana, (e-book 2008), il poemetto Notizie dalla Pizia (Lietocolle, 2009), Le nudecrude cose e altre faccende (L’arcolaio, 2011), Cartografie (Zona, 2013) e, in veste di co-autrice, La deriva del continente (Transeuropa, 2014). E’ presente in numerose antologie, riviste cartacee e on line e alcuni suoi testi sono stati tradotti in Germania. Cura il lit-blog “viomarelli”.
Testi
criceti
Dal corpus poetico alla poesia corporea, non più metafora men che meno allegoresi, rimpianto di un concreto man mano che si trapianta, modellizza, tatua e nel frattempo si squaglia
in bit, in selfie, nell’iconico, nelle morti in dirette o centellinate nei gruppi virtuali, non più materia femminea, natura seppellita da esplodere-collassare in parola, ma dolori verissimi o sceneggiatissimi, fa lo stesso, come ben sanno anche i maschi – gli autori liberati dagli anabolizzanti, pompati da palestre, maratone, meditazioni di vari gradi livello
le gole, le vertebre,i conati, le ossa lancinanti, i testi, le lingue per fissare-fermare la carne, il sangue, la glassa di glucidi e grasso gelatinoso al microscopio, replicanti perturbati
scadenze veloci, sempre più veloci, il fantasma,
più che l’arto, tutto il corpo fantasma,
la paura di perderlo
il problema di abitarlo.
La letteratura è spesso un evocar fantasmi. o noi criceti in tondo nelle gabbie.
*
smartphone
In metro, autobus, sale d’attesa aeroporti e medici
chini calati concentrati monadi irrelate
su scelte estetiche, risse, prese di’etica,
finte emozioni erotiche
sconnessi a carne-ferro-aria-colori intorno
cancellati nei
desideri, altri – sempre d’altro
abbeverati
questo testo identico a migliaia di altri, superfluo.
*
reporter
ci sono sempre morti all’ingrosso,
piccoli vortici, di nessun conto
fluidificano processi
olii correnti, dolori privatissimi
collette a bisognosi – diamo ai
superstiti. Racconta, scatta
ferma l’immagine
il fotogramma è già un’altra nascita.
*
in ro
rosi dal potere
rosi dai vermi,
eroso il ghiaccio
occhio terramonte ,
ah, sia altra forma, testarda e quieta –
castoro roditore
*
Pistoia
sbrana la parola
lasciala andare, ti divora
chiazza di neuroni
i bràmiti dei cervi all’Abetone
fischiavano le notti coi
dispersi a Catilina, le pinze sulle lingue Cicerone.
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