Rita Felerico

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Rita Felerico, giornalista pubblicista, laureata in Filosofia, counselor filosofico, specializzata in Storia dell’Arte, è stata collaboratrice presso la cattedra di Storia della Filosofia tenuta dalla prof.ssa Maria Donzelli – Università l’Orientale – ed è docente presso le scuole estive dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici. Nata a Salerno nel 1953, vive e lavora a Napoli da più di trent’anni. Promotrice di manifestazioni e iniziative culturali, vincitrice di vari concorsi di poesia a livello nazionale, è presente come socia in diverse associazioni, fra cui l’Associazione Eleonora Pimentel Lopez de Leon, ed è vice presidente dell’Associazione Peripli – Culture e Società Mediterranee. Molti gli articoli, interviste o rubriche a sua cura in quotidiani e riviste. Protagonista e organizzatrice di incontri, forum, seminari, presentazioni di libri e letture poetiche, delle quali cura la realizzazione, è chiamata spesso a far parte della giuria di diversi concorsi, poetici, letterari ed artistici. Della sua poesia dice: è un respiro di luce. Sue poesie sono presenti in raccolte, testi e saggi di vari autori anche tradotte in inglese e alcune commentano come postfazione i testi. Ha pubblicato con la casa editrice Bibliopolis DeSiderio (2004), con disegni dell’artista Lello Esposito. Altra silloge poetica è Invenzioni a due voci, editore Graus (2008), con disegni di Riccardo Dalisi. Ha collaborato alla rivisitazione dei Quaderni e dei Saggi di Letteratura e Filosofia del Festival della Letteratura e Poesia di Narni. Presente nell’antologia L’evoluzione delle forme poetiche – la migliore produzione poetica dell’ultimo ventennio – edita da Kairos nel 2013, è ideatrice e animatrice degli incontri del Café philo a Napoli.

Testi

Distrazione

Ho dimenticato le scarpe:
sono lì,
presenze indecenti
nella tua stanza.
Ho dimenticato fili di capelli e l’odore del profumo
e il suono della mia voce;
un orecchino, uno spillo,
caduti nel silenzio di un tuo abbraccio:
per prendere te
ho dimenticato me.

*

deSiderio
struggente,
prigioniera mi leghi

ad esser

dove libera le zolle accavallate dell’anima.

senza semi d’amore
scivola il tempo

dalla raccolta deSiderio, Bibliopolis, Napoli 2004.

*

Storia
(ai miei figli)

sventagliano
i vostri volti
in soffi d’allegria.
toccarvi
sentirvi veri
per plasmare il corpo
e riconoscermi.
a slacciare i seni
ad allungar le dita per spingervi lontano
imparo.
nel cavo delle mani
conservo acqua
per i giorni duri.
Il tenero sogno
parole di sorrisi inventa
linguaggi del cuore sperimenta
perchè
non sia speranza
ma vera
la bellezza.
mi offro come sono
per voltarmi e scoprirvi grandi
a un passo da me
contro tutto

*

Prokopé

Il fuoco è spento,
neppure fumo di calda cenere.
e gli uomini non sostano più intorno ai pensieri.
Solitari i boschi, vuoti dei passi.
Nostalgia stringe le gole,
non basta la Storia
né la memoria.
Indosserò occhiali chiari
per catturare lancinanti riflessi di opaca luce
che sulle foglie rinsecchite dei rami
messaggia intermittenti spasimi di colore.
E le scarpe di putrido fango ammantate
abbandonerò lungo sconosciuti, confusi camminamenti.
Sono mistura di carne e sottili lamine i corpi,
incapaci ormai di qualsiasi ombreggiare.
Lontane
le colline di poesia.

*

Fuggire a passo lungo,
sviare, correre, correre
irridere il tempo
e battere, scuotere, lavare.
Toccare la terra
e ricominciare.

dalla raccolta Invenzioni a due voci, Graus, Napoli 2008.

*

Sulle labbra

desidero un gioco
e sfioro il tuo viso
con occhi socchiusi.
Le tue labbra
come in abisso
sento aprirsi alle dita.
Toccare le stelle,
le inaspettate parole
e ricorrerle,
accennando rinnovati idiomi.
Può darsi che il desiderio
oltre il viso
trascini anche il corpo.
Rubami ai nomi
allora,
che stanca sono
di attendere

*

sposi

attraversa l’arcobaleno
aggiungendo colori a colori
la freccia di luce del vostro amore.
buca lo spazio e il cuore
per affondare nell’accogliente seno di una curva,
lì dove finisce il sole
nell’affondo col mare.
lo spumeggiare dei sorrisi
trabocca in alto,
zampillando in piccoli semi
di profumata salsedine.

è lì che l’amore si dona,
libero e proteso,
sparigliando il destino.

da voi dipana il verde smeraldo e l’indaco appassionato,
per sposare le nuove parole
del domani,
per posare su labbra in forma di bacio
il segreto della vita.

Inedite

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