Francesco Maria Tipaldi

a cura di

Francesco Maria Tipaldi è nato a Nocera Inferiore il 29/III/1986. Ha pubblicato La culla (LietoColle 2006), Humus (Arcolaio 2008) e con Luca Minola Il sentimento dei vitelli (EDB 2012, Premio Mauro Maconi sezione giovani 2013). Nel 2010 è stato tradotto ed inserito nell’antologia In our own words – A Generation Defining Itself (MW Enterprises) edita negli Stati Uniti. Di recente uscita il volume TRAUM (Lietocolle 2014).

Testi

Eden

(marmellata di fichi)
se lo faceva leccare dalla cagna

come Adamo non se ne vergognava
non se ne vergognò.
La sera cantava, sniffava vernice dai secchi

**

Il figlio nero dell’albero si stende nell’erba

sul campo zuppo dei morti gli uccelli
cantano l’azzurro
cantano
d’intorno il cielo è fosco, il corpo bianco e morbido

fate ritorno che
la pioggia si mischia col sangue sui vetri

che i bimbi nel sonno si aprono i polsi
producono laghi

**

variazioni sul “viaggio dei magi” di T.S. Eliot

fummo molto insultati nel cammino
e nel deserto ci tiravano le ossa dei cammelli

e la stella cambiava direzione come un pesce
nello stagno, ma chi cerca per noia
non perde coraggio e noi continuammo

e le notti erano umide di pioggia e ci venivano i malanni

bevemmo vino fino a perdere la strada
fino a trovare la cometa nelle pozze
fummo carnali e fummo in vita
(Dio)

un giorno, il giorno meno bello trovammo
il bambino putrefatto
il bambino che salvava nato morto

e scese tanta candida neve, facemmo ritorno

e il dono fu lo spreco e lo spreco fu il dono.

**

esodo

l’enorme tanfo liberato fu la causa
l’origine del moto degli uomini

dicono che fu un anziano

  • vecchio animale, porco il male del mondo
    ti viaggia nel ventre! –

fuggirono tutti
l’odore mutò il generarsi delle immagini

**

subito dopo l’orizzonte
un giovane marciva nell’erba

era sangue
nero la rugiada sulla nuca, la lepre visibile

corsi a baciare la bocca liquefatta tra le prugne
tra le prugne nell’erba
un’anima
di mosche oscena tra i tessuti

(quattro del mattino)
nascono nuove le unghie e i denti
nel fitto dei fiori
le pupille sono angeli neri


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