Carmine De Falco

a cura di natàlia castaldi

Carmine De Falco è nato a Napoli e si è laureato con lode in comunicazione. E’ giornalista pubblicista ed esperto di comunicazione e linguaggi del web. Presidente dell’associazione culturale Componibile62 che promuove l’arte contemporanea, cofondatore del progetto editoriale RACNA Magazine e redattore della rivista di poesia Levania. Ha pubblicato le raccolte Linkami l’immagine (Fara 2006), Loop Vernissage (in Specchio poetico – Fara 2007), Italian Day (Kolibris 2009), I Resistenti, scritta a quattro mani con Luca Ariano (edizioni d’If 2012). Ha vinto i concorsi Pubblica con noi 2005, Miosotìs 2012 ed è stato finalista del Premio Penna 2011.
Nel 2009 pubblica una selezione delle prime due raccolte e dell’inedita Napre nell’antologia a cura di Chiara De Luca Nella Borsa del Viandante e il trittico Variazioni in Pro/Testo (Fara Editore 2009) a cura di Luca Paci e Luca Ariano. Altri testi sono pubblicati su blog e riviste (tra cui Faranews num 83 e 84, Tabard n. 7 – rivista di letteratura dell’Università di Bologna – e Farepoesia n. 1) e in antologie tra cui Vicino alle nubi sulla montagna crollata, a cura di Luca Ariano e Enrico Cerquiglini (Campanotto 2008), in Attraverso la Città a cura di Pino Vetromile (Scuderi 2011) e in AlterEgo – Poeti al Mann, a cura di Marco De Gemmis e Ferdinando Tricarico (Arte’m 2012).

Testi

Poesie da “Linkami l’immagine”, Fara editore – Rimini 2006

Mi offri un pranzo con carne
Di renna. Hussi mi insegna
A rimorchiare. È come nel cielo
Sopra Berlino questo locale
D’ubriachi bicchieri
Cascati gradini
Saltati pareti
Picchiate ragazzi
Scopati?

***

Case funzionaliste less is more di mattoni rosso scuro
The shape and attitude of
Essence si incrociano, intrecciano e confondono con
Gli ultimi bagliori d’autunno five multipurpose
Glasses and a carafe i colori più belli del Nord,
Mentre cerchiamo il pusher arcobaleno
Di bosco nel metallico cielo, You
Only get the essentials impazienza,
Fretta, tensione, quando,
Dove, quanto, acid
Jazz, colonne sonore per fumo.
– yet this covers all your needs. Odora
Di povertà, soldi sporchi, mafia albanese, violenza
Per violenza, picchiare
Per picchiare – Te ne vedo macchiato,
M’ispiace amico. New: champagne glass!

***

È gelo se la neve resta un insieme di pallini slegati
Polvere pura, penetrate vertebre di Fazer
Sogno Torino come posto opposto al me.
‘Il cielo subalpino, le nubi accese’
Svendita di baci ai Murazzi
E il Po sporco l’attraversa.

Al mercato di Pomigliano vendono
Uccellini e tartarughe, spighe bollite
A Mosca Kebab, mi stordisce
Non avere approdi quando guardo l’orizzonte
Il tuo fumo si appoggia sulle cose
Riempie la sciarpa, le scarpe
Accarezza musica triste si dissolve
Nella mia luce.

***

In a cabin on the lake
In a forest on the wake
Sleeping party, birra e vino
Koskenkorva si si’ ‘omm
Pasta per un plotoncino
Sogni i gorghi di Gerome
Risuonata ‘Anema ‘e core’,
Da un bassista per due ore
Bevi succhi molto strong
Canticchiando “Mia regina”
Un’inedita pop song
Gli occhi scuri di Eleonora
Mi riportano vicino,
E in fin da lei, dall’amor mio?

***

Poesia da “Loop Vernissage” – in Specchio Poetico, Fara Editore – Rimini 2007

ZOLLE.

Biblioteche di facce e note e tristi e segnate
Da laureandi e tecnici e scoppiati
Piena estate di pulitura di libri e calura
Post-pranzo, e desolata
“Area umanistica”
Spolveratori e in divisa e grigio-blu e pausano
Sigarette nel cortiletto e vuoto e di mattoni e cotto
E vetri con persiane e verdi e
Quadrilatero di chiuso e di vertiginale cielo e rotto.
E chiacchiere e telefonate e spiegazioni
Rifugio dei rumori e dai silenzi
Delle sale-lettura. Riaperto
A noi “vecchi” non appartieni più.
Il leader dei manga-boy gira a vuoto nel
E caldo di appesi e concetti e di e meccanica e!

***

Poesia da “Vicino alle nubi sulla montagna crollata”, antologia a cura di Enrico Cerquiglini e Luca Ariano, Campanotto editore – Udine 2008)

Il caglio fresco non va ingerito.
Ci respirano addosso, sento,
un fiato che non è mio in aria
che non è dolce. Lasciano fiori
contaminati. Ci beviamo
brucellosi, ritardi, vuoti
legislativi e l’amore dei gatti
di febbraio.
L’oro bianco s’è macchiato

Si cade sull’Appennino Centrale
da fermi, ci si rompe le ossa
a peso morto. Fratture
scomposte, rotture di polsi,
fasce ed ingessature

Le Calle cominciano a sbocciare
in anticipo di due mesi e mezzo
dovrei retrodatare il compleanno?
Siamo nati tutti un po’ prima, qualcuno
non è nato. Ci saranno conseguenze
sul ciclo della nostra pelle?

Ma a Pomigliano era il tempo
della spazzatura accumulata
delle mattine super umide velate
da un leggero e distribuito
strato di fumo, decomposizione
e diossina.

La gente non vuole
gli inceneritori per poter incenerire?

***

Poesie dalla raccolta inedita “Napre”

(selezionata per il portfolio del premio “I Miosotìs” – Edizioni d’If – Napoli 2007; “Foto montate” è pubblicata nell’antologia poetica a cura di Chiara De Luca, Nella Borsa del Viandante, “Andrea è un bambino” è pubblicata in Attraverso la Città, antologia a cura di Giuseppe Vetromile, Scuderi edizioni 2011)

Foto montate di aspiranti veline sul lungo mare di Mondragone scansionano e intrappolano il sogno di avere carne bianca e rosa. Susanna sarai corpo in una grotta sott’acqua icona stereografica tecnica lambda print on aluminium variabili mm ti staccherai un giorno come un’immagine indissolubilmente impressa come le dita del mago come comincia ad ondeggiare Susanna coloreranno le linee di arancione. Mani tirano i capelli si fanno lunghe trecce tirano e vedere ingurgitare, nessuno può vedere domani tutti.

Quest’ansia di non essere animali.

Scaricare come nei ventri scarichi per ricordare e feticizzare l’immondizia macera frutti con le bucce nel cestino hai carte distrutte, pezzi di polvere condensata dal rollio della sfera, per ottimi liquori aromatici e dop a lei piace sbucciare, levigare, staccare piccoli strati fino ai confini predissolutivi. Non dovresti confonderla con gli artefatti, le parole con il corpo, ma hai voglia di toccarle le ginocchia. Riattimizziamo il buio ma non si scalfisce il suo sguardo da (medica) chi vuol vedere l’effetto che fa la pancia grassoccia senza pelle sulle bambine sugli occhi del poeta perplesso. O forse Susanna sarà una morta

invisibile nel fondo è nero di seppia il tatuaggio che mangia le tue dita tra il seno e la vita il suo corpo corre, lì nella villa. Fa il piccolo giro dieci volte, ma lei giace al tuo fianco, le mani hanno piccoli segni come di chi non è mai uscito dall’acqua

l’acqua a volte inganna con la sua trasparenza. Con lo sguardo di Susanna che vorrà.

***

Andrea è un bambino gigante che se ne sta sul lungomare con le gambe distese lunghe. Sdraiato a pancia sotto sulla strada si diverte a giocare con i tram, a vederli passare affamati di binari e arrancare zeppi di gente minuscola, compressa. Ma ogni tanto si stufa di guardare, allunga la mano e con le dita ne spinge uno oltre le persone ferme sul salvagente che scorre esile tra automobili-lame veloci. È sulla marina, ma potrebbe essere ovunque, perché lo sfondo è nero e il suolo è nero e non vi sono demarcazioni. O sono nere. Andrea ha la pelle bianchissima e nuda, coperta solo da un pantaloncino giallo, corto sopra il ginocchio. A volte fa i capricci, si arrabbia per cose che nessuno comprende, a volte diresti che è cattivo. O cinico. O triste. A volte lo è, senza volerlo o capirlo: solo prende dei tram lì dai binari di ferro e li scaglia strapieni, lontani su punti indistinti nel nero, di là verso il centro, o nel mare.

***

Poesia da “Italian Day”, casa editrice Kolibris – Bologna 2009

Prologo

Come muore un atrio in Italia?
Tra villette e odori giallini,
sulle rive di mari e la neve
con moto-bolidi suv e pickup
i salottini nelle navi, gli yacht
con giganti schermi al plasma, i pranzi
con tartufo e champagne, e pere
e lampade e vestiti ecochic
la partita di calcio e la sexy
comedy del multiplex.
Com’è la morte di un ateo
hai chiesto ad amici e nessuno
ha dato risposte. Ci si scosse
all’arrivo del magnate americano
dal torpore per la star
della tv, dal solleone la modella
col bikini che simpatica dal vivo
quell’inglese ch’ha comprato
quel palazzo nel paesino là vicino, qual trambusto
quella volta tutti i bimbi
a correre i ragazzetti sulla spiaggia
al bagnasciuga oltre gli scogli se solo
le si potesse un autografo su un foglio
dell’enigmistica richiedere una foto
che regalo con la dedica è un divino e poi tornare
sulla sdraio ad abbronzare
la pelle oppure a mollo
nell’acqua come l’alghe.

***

Poesia da “I Resistenti”, scritto a quattro mani con Luca Ariano, edizioni d’If – Napoli 2012

Hai anche tu la sensazione supponente
d’esser di nuovo carne da macello
come al fronte, d’esser di nuovo
ignoto fumo umano, subdola
metastasi, quando pensi di colpire
e non ci riesci mentre guardi
quei giovanotti che passeggiano
nei treni affatto estranei
a tutto questo, con la scollatura
sul viso di chi è condannato
a non riuscire. Che resistenza c’attende
se pensiamo alla parola partigiani
mentre decidi di abdicare ma credi
davvero che loro fossero bravi,
che gli venisse naturale?
Anch’io non saprei sparare.

***

Affiorano dai satelliti civiltà scomparse,
sommerse dalle foreste e dall’uomo;
si dissotterrano navigli un tempo
acque di lavandaie.
Conta le gocce della condensa sui vetri
il bambino – forse Fiulin,
un pomeriggio d’inverno già sera presto.

***

Estratto da “Assoluto Blues del Sud” (menzione d’onore al premio Montano 2014 sez. “Una prosa inedita”)

Davanti al lago d’Averno Marilisa mi chiede se ci si possa fare il bagno.

Cercasi lavoro per dipendente in mobilità e pace per i milioni di euro statali mal gestiti, per le
giacche gessate, per quei sorrisi mascherati che si scambiano uomini di potere, o presunti tali.
Come spieghi al turista in vacanza che cerca una spiaggia in una città di mare che no, a Bagnoli il
bagno non si deve fare. Si parla di gas e di anguille morte, nel lago. La lingua viscosa del dialetto di
Cappella. Non so quante morti di tumore ho avuto intorno, se le conto è solo di tumore che sono le
morti ai miei funerali.

***

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