“Alfabeto quotidiano” con Dacia Maraini: la riflessione di Monteverdelegge

Dacia Maraini si racconta per la prima volta in un ritratto intimo, personale, inedito. “Alfabeto quotidiano. Le parole di una vita” (collana La camera del fuoco, 128 pp., 13,50 euro), Dacia Maraini con Gioconda Marinelli, è un libro Marlin editore, casa editrice fondata da Tommaso e Sante Avagliano. La presentazione si è svolta sabato 30 ottobre nella sala “Carla Lonzi” della Casa Internazionale delle Donne a Roma. Per l’occasione, i giornalisti Tiziana Ferrario ed Eugenio Murrali si sono confrontati con Dacia Maraini e Gioconda Marinelli. Letture a cura dell’attrice Ingrid Sansone. Erano presenti Paola Mastrangeli, decana della Casa delle Donne e del movimento femminista, e l’editore Sante Avagliano che sono intervenuti per un breve saluto.

Qui la registrazione dell’incontro da parte di Radio Radicale: clicca qui

In programma, nel corso del confronto, un intervento della professoressa Giuliana Agrò, in rappresentanza del gruppo Monteverdelegge. Qui di seguito la sua riflessione sul libro.

-‘Di tetto in tetto’ con Dacia e Gioconda

di Giuliana Agrò

Giuliana Agrò durante l’intervento a Roma.

Viene voglia di recitarlo ancora e ancora questo Alfabeto, come quando eravamo bambini,quando lo dicevamo tante volte, per vedere se lo ricordavamo bene e diventava un gioco felice.

E una volta letto, viene voglia di ricominciare, magari trovando ancora parole e parole, perché è di questo di cui si parla nell’”Alfabeto Quotidiano” di Dacia Maraini e Gioconda Marinelli, in questa così appassionante ‘partita di ping pong’, dal ritmo serrato, di parole: anche lo schema scelto ne svela l’amore, in neretto nel libro della Marlin e poi, la riflessione su di esse.

Si parla di tutto: della vita, dei sentimenti, della religione, dei bambini, degli anziani( bellissimi i versi di ‘Verso Bisanzio’ di Yeats) e di tanto ancora, perché le Autrici sono state molto generose, ma il leitmotiv è la riflessione sulla scrittura, sul processo creativo, sulle parole.

Il discorso diventa metaletterario perché il libro ci parla dei libri.

Gioconda chiede:-Le parole sono l’ombra delle cose, dice l’Aretino- per lei cosa sono?-

-Per me sono i mattoni con cui costruisco le mie case-.

Maraini e Marinelli

Credo che questa sia una delle frasi rivelatrici del libro, da cui non possiamo prescindere:parla Dacia la donna, l’amica che ci dona tanti bellissimi aneddoti sulla sua vita, ma parla anche l’artista, la scrittrice,la nostra portavoce in tante esperienze importanti.

C’è un’ abnegazione nella ricerca del vocabolo giusto, in questo ‘gioco di vocaboli’.

La Maraini e la Marinelli con grazia e semplicità ci prendono per mano dalla A di Abitudini alla Z di Zonzo,mostrandoci il comune amore per la lettura e la scrittura, da esercitare con disciplina e metodo, ma anche con la leggerezza delle Rêveries  du Promeneur Solitaire, per

dirla con Rousseau, pronte a cogliere le sfumature di ciò che ci circonda.

Dacia, lettrice precoce a tredici anni di autori del calibro di Paul Nizan, ci rivela le sue due abitudini fondamentali: leggere e scrivere e questo tema ricorre in tutto il libro.

‘Il pensiero paratattico è simbolico e festoso’ dice la Maraini e semplice da comprendere, con parole ‘da arrotondare come caramelle’, che ci mostrano la loro ’carnalità’, quindi la loro vita.

Le ‘nostre amate parole’, dice la Marinelli, parole che ci scappano dalle ‘mani’ nel sogno di Dacia e che forse hanno una vita propria?

Una I di  Idioma con cui si affronta ‘un corpo a corpo quotidiano’, perché la lingua non è immobile, ma in continuo movimento.

Leggendo giungono pensieri su cosa sia la letteratura, la scrittura, il processo creativo, l’ispirazione, la poesia,il teatro,il confronto tra la lingua Italiana e le lingue straniere e il loro uso nel ‘quotidiano’ e così via.

Alla S di Seduzione Gioconda Marinelli  chiede: ‘è solo bellezza o anche fascino e intelligenza?

‘Io cerco di sedurre con le parole’, ci rivela Dacia.

Le parole di Dacia Maraini  senz’altro ci seducono e ‘L’Alfabeto Quotidiano’ è il libro che ci parla dei libri.

Ci divertono i giochi di parole tra le due autrici, il più semplice è un ossimoro:

‘Cos’è la semplicità’?’ chiede Gioconda‘, ‘Il massimo della complicazione’, risponde Dacia.

Le domande di Gioconda Marinelli sono di solito poste sulla scorta di un pensiero filosofico, di una citazione di un autore o su riflessioni dei precedenti libri di Dacia Maraini e noi ne apprezziamo l’amore e l’attenzione per la scelta delle cose  domandate che rivelano l’origine poetica anche di questa autrice, giornalista, poetessa, biografa (non è un caso, forse, anche biologa!) che condivide con la sua interlocutrice l’amore per la parola.

E’ ricco di immagini poetiche, ‘L’Alfabeto Quotidiano’, di immagini create dalle parole, di ciò che nella poesia di Shakespeare si chiamava ‘imagery’ e che alla parola ‘Nuvole’ diventa un cammello, nella comune convinzione di Amleto e Polonio.

Il ritmo che si crea è il respiro letterario.

Gioconda Marinelli

Tanti i ricordi sugli autori del ‘900: Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Giuseppe Ungaretti, Elsa Morante, Anna Maria Ortese, Lalla Romano e tanti altri, il libro si popola di loro  e loro rivivono grazie ai ricordi di Dacia, che seppure rispettosi del ritmo incalzante dell’agone ‘ping pong’, sono ricchi e densi.

Su Pasolini: -Eravate molto amici. Che ricordo ha di lui?-

-Era un amico dolcissimo; parlava poco, ma anche in silenzio sapeva farti sentire la sua presenza affettuosa-.

E il libro è pervaso della presenza affettuosa dei grandi autori del ‘900, grazie al garbo delle scrittrici,che ce ne parlano e qui essi davvero ‘rivivono’. L’immagine sul fiume Congo con Dacia,Pasolini, Moravia e la Callas, ci appare alla fine del libro alla lettera Z di Zattera.

‘Non dimenticherò facilmente l’odore di quella mattina e l’allegra malinconia di quel viaggio’ dice Dacia e difficilmente la dimenticheremo anche noi perché presi e, sì, sedotti, dall’immagine creata, veramente poetica, non solo per il contesto, ma per le parole usate dalla scrittrice.

Ci viene il desiderio di leggere o rileggere poi, tutte le opere citate nel libro, la prima, il racconto ‘Il Treno ha fischiato’ di  Luigi Pirandello e sarà un caso che è il primo autore di cui si parla nel libro?

Il grande Pirandello che ha tante cose in comune con Dacia Maraini , l’amato teatro su tutto, oserei dire e il rapporto che i due autori hanno con i loro personaggi, che metaforicamente ‘bussano alla loro porta’ in attesa di diventare ‘vivi’ grazie alla penna dei due autori.

Maraini, Avagliano e Marinelli durante la presentazione.

Poi ci viene il desiderio di ricordare il titolo del racconto di Italo Calvino, che descrive il ragazzo amante del libro, che legge anche oltre la spalla della sua ragazza, ‘mentre la bacia.’

Alla F di Favola Dacia ci spiega che le piace scrivere favole per i bambini , ma senza vezzeggiamenti, come Bettelheim, ricordando che le fiabe antiche erano amare e crudeli per insegnare a difendersi e ribadendo la centralità e l’importanza della ‘storia’, della storia raccontata, coniugazione di voce e parola scritta, nelle nostre vite .

“Sono le storie che ci aiutano a sopravvivere”, ci ricorda Gioconda Marinelli nella Premessa del libro.

Alla I di ispirazione‘:’La scrittura è una pratica quotidiana e le tecniche, la disciplina, la conoscenza del mestiere, sono altrettanto importanti’ e ancora parlando di poesia leggiamo:

“Nella sciattezza linguistica in cui viviamo c’è bisogno della poesia, che ha la funzione di avvicinarsi all’assoluto. In questo mercato generale delle parole, la parola poetica diventa un assoluto”.

Come con i ‘Viaggi di Gulliver’, che possiamo leggere o come una favola  o come una metafora  dei tempi di Jonathan Swift, così possiamo leggere questo “Alfabeto quotidiano”,ricco di immagini dolci e colorate ( come un quadro di Mirò), come una chiacchierata tra le due autrici o come qualcosa di più profondo che riecheggia nelle nostre orecchie, una volta che siamo arrivati all’ultima lettera, all’ultima parola.

Eugenio Murrali e Tiziana Ferrario

Perché? Perché si parla della vita, di noi, dei nostri sentimenti.

Alla S di SCRITTURA leggiamo:’Sapere scrivere vuol dire saper pensare, saper guardare il mondo..scrivere è come fare il pane’ – Scrive proprio tutti i giorni?-

– Sì, quando non sono in viaggio. E anche in viaggio tengo dei quadernetti su cui scrivo appena posso-.

E’ bellissima questa confidenza che Dacia Maraini ci fa: scrive sui suoi ‘quadernetti’ per coltivare la sua passione , sembra dica anche a noi di farlo, di coltivar le nostre passioni!

L’attrice e produttrice teatrale Ingrid Sansone.

Un saggio di Raffaele La Capria si intitola ‘Cos’è la Letteratura?’e lui ci risponde che la Letteratura è la nostra memoria.

Dacia mi sembra d’accordo perchè alla M di Memoria asserisce che la memoria è ‘una presa di coscienza’, ‘una responsabilità etica’.

E garbatamente, ripercorrendo, grazie alle splendide domande della Gioconda Marinelli, le sue opere, la sua scrittura, le sue regole per scrivere, che sono una ‘disciplina letteraria’ e non solo ispirazione, Dacia ci parla del suo mestiere di scrittrice, di ‘artigiana della parola’, usando l’immagine evocativa di Gioconda, di ‘cesellatrice’, usando la mia.

L’interesse e l’amore di Dacia Maraini per lo studio e l’approfondimento, lo ritrovo compitando questo alfabeto anche alla E di Emma: ’Mi interessava il rapporto complesso, contraddittorio, difficile dell’autore coi suoi personaggi. È sempre così, ma Flaubert con Emma Bovary ha portato questo rapporto alle estreme conseguenze’.

Ecco l’amore di Dacia per l’ approfondimento per cui ci vuole costanza e ‘du courage’ diremmo in francese, con un’espressione che Dacia ci ricorda cara a Flaubert, che ci emoziona.Ho riletto il libro ‘Cercando Emma’, studio sul romanzo capolavoro di Flaubert ‘Madame Bovary’ in questi giorni e l’ho trovato  emozionante. Segno che l’artigiana Dacia Maraini ha ancora una volta lasciato la sua impronta.

Mastrangeli e Maraini.

E’ bellissima la definizione della parola romanzo: ‘Il romanzo è certamente un lungo viaggio intorno al mistero del tempo.Tutti i romanzi per struttura- scrutano- mimando il passaggio del tempo’. Questa definizione ci permette di mettere a confronto il romanzo cronologico con quello più recente, moderno e psicologico e la spiegazione della Maraini è efficace per entrambi.

Andando a Zonzo (con i tre uomini di Jerome?), non ci sentiamo in contrasto con la prima parola Abitudini e passiamo  ‘di tetto in tetto per il solo piacere di farlo’,ma anche riflettiamo sui temi della letteratura e quindi della nostra vita: ecco la irrinunciabile occasione di leggere questo libro.

Gli opposti si toccano, si va a zonzo, ma anche solo con la nostra fantasia, rispettando le buone abitudini di leggere e scrivere.

Per ‘Angelo custode’, che bella immagine! Dacia ci dice ‘ho sentito un fruscio d’ali’ e aggiunge ’Credo che sia un angelo a cui piacciono i libri’, anche l’angelo custode ama i libri e se è vero che è il nostro alter ego, Dacia lo vede con il libro in mano, immagine deliziosa nella sua poeticità.

Le esperienze, drammatiche della autrice, sono addolcite dalle sue esperienze letterarie, dalle sue riflessioni sulla letteratura mondiale e tante a sostegno delle donne contro i persecutori.

Dacia Maraini

La parola ‘Bellezza’, ‘per una donna una prigione noiosissima, un dovere sociale, un obbligo professionale’, viene spiegata così e ognuna di noi tira un sospiro di sollievo.

I riferimenti alle opere sono tantissimi, anche della letteratura picaresca, ritrovo nelle parole della Maraini, il Lazarillo de Tormes, Moll Flanders e comprendo che queste opere hanno permeato la composizione di ‘Memorie di una Ladra’, libro a dir poco emozionante, che ci impone una riflessione sulla condizione delle donne negli anni ‘70 con la storia di Teresa e, che ha un ritmo asciutto e veloce tipico dei romanzi picareschi e di questo alfabeto…un po’ picaresco anche lui.

Alla F di Freud sono affascinata dalle parole scelte da Dacia per definire la prosa del fondatore della psicoanalisi:

‘Prosa rotonda, piena, densa, pungente…’ e mi viene voglia di andarmi a leggere l’opera omnia!

Il pubblico a Roma

Alla T di Teatro la ferita è aperta, perché Dacia solo nel ‘vedere un sipario che si apre’ si emoziona e noi con lei, ricordando la semplicità e spontaneità con cui ha sempre dedicato la sua vita anche al teatro.

Dacia ha ‘una stanza tutta per sé’, di Wolffiana memoria, per fortuna, così noi possiamo leggere i suoi libri ed anche una finestra da cui guardare i tetti.

In questo alfabeto, grazie alle domande poste da Gioconda, c’è  la possibilità di ripercorrere  alcune delle sue opere:alla V di                          VACANZA ricordiamo il suo romanzo d’esordio, e lei racconta delle difficoltà incontrate per pubblicarlo, come succede di solito agli inizi. -E poi, è stato un successo?- Sì, ha avuto una risposta immediata e molto diffusa-.

E noi andremo a rileggerci anche questo romanzo.

Ora ricomincio a leggere l’alfabeto, ci ritrovo ogni volta  qualcosa di nuovo e di questo ringrazio di cuore le due autrici, meravigliose, donne, Dacia Maraini e Gioconda Marinelli.

Grazie.

 

Giuliana Agrò

 

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