L’universo di Don Chisciotte secondo Andrea De Alberti

LA COSPIRAZIONE DEI TARLI – ANDREA DE ALBERTI

 

Recensione di Felicia Buonomo

 

«…le parole furono quelle che furono,

quelle che avevo tanto preparato

marcirono sul posto…»

 

Le parole, in versi, riportate sono della ben ricomparsa penna di Andrea De Alberti, che torna con la sua poesia – che sbriciola emotività lungo percorsi di tangibile umanità – con “La cospirazione dei tarli. L’universo di Don Chisciotte”. Lo fa rincasando in Interlinea, suo primo legame editoriale, nella collana Lyra.

Andrea De Alberti

Viene definito un romanzo in versi. Ma lasciando da parte la dicotomia tra prosa e poesia, che qui – seppur solo concettualmente – si fondono, il progetto di questa ultima fatica editoriale di De Alberti ha il pregio, suo proprio, di raccontare l’universo di Don Chisciotte (come recita il sottotitolo) mediando tra l’immagine esplicita e il sottobosco del non detto. Ma, per stessa ammissione dell’autore, non si tratta tanto (o solo), della storia di Don Chisciotte, quanto della biografia poetica di Cervantes. E dei tarli che accomunano tutti noi, che passiamo dal posare «…la testa sulla ragione come i cani / sulle ginocchia dei padroni…», all’essere «…un cane / uno che abbaia e l’altro che ascolta / ma non ho mai capito quale».

Tarli mentali, certo, il rimuginare continuo e spossante dei pensieri, ma anche fisici, considerando il rimando – ci dice la quarta di copertina – a Francesco Pacheco, “il pittore che dipinse tutti i più grandi personaggi spagnoli del suo periodo a eccezione di Cervantes”, perché “ossessionato dai tarli nella tela”.

La cospirazione dei tarli è un libro che parla a noi e di noi, di quella umana ricerca, spossante e spesso asintotica, verso la realizzazione di qualcosa o qualcuno, nella quale di tanto in tanto ci fa visita una «trasparenza che diventa tristezza».

L’autore fa una scelta precisa, racchiudendo i suoi versi tra due umanità: «Don Chisciotte è un po’ di noia sotto il braccio», in apertura; «Cervantes è un po’ di noia sotto il braccio», in chiusura. Nel corpo centrale, il Don Chisciotte e/o Cervantes di De Alberti, frutto di un lungo ed elaborato studio, che troviamo citato a più riprese nei versi che compongono la raccolta. Ma le 80 pagine del testo non si esauriscono nel cammino biografico. L’esistenza, qui, diventa corpo plurimo.

Senza nulla togliere al lavoro di ricerca e studio, ci conceda – l’autore – di attribuire ai suoi versi una potenza che potrebbe anche prescindere dalla conoscenza della “storia” cervantina. E questo è un elogio, alla sua opera, chiaramente; e un bene, per la poesia in generale. Perché in queste pagine non c’è solo Don Chisciotte, Cervantes e lo stesso autore, ci siamo noi, quando pensiamo di «dedicare ogni giornata a una paura inspiegabile», nelle nostre camere «piene di promesse», che talvolta «senza dubbio», troviamo «bello vedere le cose / ma non farne parte».

Felicia Buonomo

 

«Era prigioniero della propria imperfezione,

la storia dell’uomo si prolunga in quella

degli animali.

Ronzinante ci informa di una digressione,

il sollievo di sapere che la fantasia

di un padrone è migliore della sua comprensione.

Eppure le scelte dovrebbero partire

da una fatalità capovolta:

mentre stai leggendo un libro

accorgersi che lo stai già scrivendo».

 

Da “La cospirazione dei tarli. L’universo di Don Chisciotte” – Interlinea.

 

 

Felicia Buonomo

Felicia Buonomo è nata a Desio (MB) nel 1980. Dopo la laurea in Economia Internazionale, nel 2007 inizia la carriera giornalistica, occupandosi principalmente di diritti umani. Nel 2011 vince il “Premio Tv per il giornalismo investigativo Roberto Morrione – Premio Ilaria Alpi”, con l’inchiesta “Mani Pulite 2.0”. Alcuni dei suoi video-reportage esteri sono stati trasmessi da Rai 3 e RaiNews24.
Successivamente pubblica il saggio “Pasolini profeta” (Mucchi Editore). Del 2020 è il libro “I bambini spaccapietre. L’infanzia negata in Benin” (Aut Aut Edizioni), libro reportage sullo sfruttamento del lavoro minorile nell’industria edilizia.
Parallelamente all’attività giornalistica, porta avanti un progetto di street poetry sotto lo pseudonimo di Fuoco Armato, con il quale ha partecipato a progetti di riqualificazione del territorio a Bologna, Roma e Milano, realizzando opere murali con proprie poesie inedite. Altre sue poesie sono state pubblicate sulla rivista “Argo – Poesia del nostro tempo”, da Alfonso Maria Petrosino, su Lit-blog “La rosa in più” da Salvatore Sblando, su Limes Lettere, su poetidelparco.it, sulla rivista “Periferie” da Vincenzo Luciani, su Milanocosa.it da Adam Vaccaro, sulla rivista Versante Ripido, su Margutte, da Silvia Pio su Carte Sensibili da Fernanda Ferraresso, su ClanDestino Rivista, su Atelier poesia da Clery Celeste, su IrisNews da Chiara De Luca, su La macchina sognante da Bartolomeo Bellanova e su Leggere Poesia da Michela Zanarella. Un suo testo poetico è stato tradotto in spagnolo dal Centro Cultural Tina Modotti. In primavera uscirà la sua prima raccolta di poesie, “Cara catastrofe”, edita da Miraggi Edizioni.

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