Pillole di poesia – Patrizia Valduga

di Ilaria Grasso

Ah l’amore, l’amore che ci tormenta perché lo confondiamo con la passione senza capire che l’amore non potrà mai essere un impulso ma una scelta che si compie nella mente. E così, come tutte le volte che ci poniamo di fronte a una scelta abbiamo la necessità di assicurarci che le possibilità potrebbero spingerci in varie direzioni. Nel caso di queste due quartine di Patrizia Valduga ci troviamo di fronte alla domanda che si pone una persona maturarispetto alla capacità di amare e farsi amare. Chi scrive hasenz’altro fatto un grosso lavoro per acquisire quella consapevolezza che muoverà la scelta. Se nella prima quartina leggiamo un principio di stizza o forse meglio provocatoria volontà di risoluzione, nella seconda si smussano gli angoli e la poesia ci rivela una verità semplice e cristallina e cioè che l’amore, anche quello per noi stessi non dovrebbe avere due pesi e due misure. È tutto uno sciogliersi di nodi a risolvere più che a nascondere. A svelare al posto di edulcorare con l’intrigo del mistero. A liberare piuttosto che a costringere contro ogni ipocrisia come senza dubbio ha vissuto e vive Patrizia Valduga.

[In copertina, Patrizia Valduga fotografata da Francesco Maria Colombo]

Non sanno farsi amare

o non so farmi amare?

Amo chi è come appare,

chi sa cosa fare.

 

<><><>

 

Non ho detto granchè…

Amo chi sa chi è,

cos’ha, cosa sa, e

cosa fa! Meglio, eh?

Da BELLUNO – Giulio Einaudi editore

 

Rispondi