Georg Heym – versi di notte e di luna #poetiepoesie

Per la rubrica #poetiepoesie, Georg Heym ed alcuni suoi versi di notte e di luna tratti dal volumetto “Ci invitarono i cortili” e altre poesie, cura e traduzione di Claudia Ciardi, collana Acquamarina a cura di Fabrizio Zollo, Via del Vento Edizioni.

***

 

La notte 

 

Dai colli di serpe le accese stelle

sulle torri vacillanti pendono, 

frustando i tetti. E il fuoco balza, 

spettro nei vicoli della tempesta.

 

Finestre sbattono con forza. E le vecchie mura

le porte con bocche sdentate spalancano. 

Nelle fauci crollano i ponti 

ed è la fuori la morte, l’antica.

 

Rosse e morte le piazze. E immense lune 

con rigide gambe i tetti scalano 

dei pazienti nel fondo delle camerate schiarendo 

la fronte, che smorta diviene come freddo lino.

 

Corrono folle sparse, 

ciechi ossessi, con lance e spade.

In basso rullando vanno, e squillano 

travolte dal vento le campane.

***

 

Luna

 

Di sangue ha già fame. Nel rosso costume

un boia dal ceppo delle nubi si sporge,

e sul crime scuro un tricorno

ornato d’azzurra piuma indossa.

 

Sopra un vecchio campanile s’avventa

e col notturno incanto i corvi raduna.

Al soffio della sua bianca tibia

sui sepolcri danzano nella tempesta.

 

E i vermi che il corpo divorano 

celebrano l’ultimo funerale 

e fuori si riversano, mentre il fischio ingrossa,

come fa nel buio un latrato di morte. 

***

 

Dormiveglia 

 

L’oscurità struscia come una veste, 

gli alberi vertiginosi sullo sfondo. 

 

Sàlvati nel cuore della notte

intèrrati nel buio, 

come l’ape in cella. Diventa piccolo,

dal tuo letto scendi.

 

Qualcosa i ponti vuol solcare,

con zoccoli ricurvi scava

e attonite sbiancano le stelle.

 

Come un vegliardo la luna

dondola lassù

con la storta schiena. 

 

(a cura di Marta Cutugno)

 

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