Pillole di poesia – Simona De Salvo

di Ilaria Grasso

Spesso dietro un testo poetico, c’è una vita o meglio una storia. Ecco allora che raccontarla vuol dire raccontare la storia di “quelle come te” ed è in quel momento che il testo poetico si apre per accogliere anche la voce di altri e portarla all’attenzione di chi vuole ascoltare. L’atto della produzione poetica è spesso fatto di queste azioni. Occorre ascoltare e ascoltarsi a non finire e porsi tante domande come quelle che troviamo in gran parte di questa poesia della De Salvo. Necessario può essere anche acconsentire che gli altri ne pongano per cercare di andare oltre il proprio ombelico e portare in poesia quelle risposte che finalmente trovano la forma ideale della collettività. Ma oltre le idee, in poesia, è necessario anche imparare a sentire il suono delle parole e scegliere la giusta sfumatura di significato. Solo allora una poesia prende forma e acquista il suo valore. In questi bei versi troviamo molte domande e uno dei tanti punti da cui parte l’individuo quando inizia a scrivere per la prima volta una poesia.

Ma ciò che scrivi è prosa o poesia?

Ma quello nella foto con te, con gli occhiali arancioni, è tuo padre?

Vuoi fare le pulizie per noi? Vuoi lasciare l’università?

Ma la mamma, quando entra in casa, non gli manca?

Come può essere già passato un anno?

Vuoi sposare Maurizio?

Vieni a trovarmi a Parigi?

Ma ciò che scrivi è autobiografico?

Ma quello nella foto con te, il pelato, è In America?

Ti va di cucinare qualcosa?

Sei innamorata.

Sei giovane.

Sei una brava ragazza.

Hai una sensibilità incredibile.

Da LA CAMICERIA BRILLANTE DEI MIEI ANNI – Marco Saya Editore

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