Per Carteggi Inediti, oggi cinque poesie di Simone Sanseverinati.
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Il testo di una strada
dove si perdono gli amici in uno strumento
può essere il confine arretrato di un’idea
di una costola rotta nel sonno,
ha affiancato la cura di un sogghigno
lo scatto eretto dalla provvigione
anche la paura e i suoi crimini.
Ci mancherà ogni strizzata
al valore inestimabile d’intesa,
sentiremo il vuoto della mediazione
la fine che asfalta la profezia
e la malinconia di ballare soltanto
con la propria convivenza.
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Se trovassi,
avrei il giusto verbo per iniziare
l’oliva non cadrebbe nelle pozze
e forse vibrerei nel sentimento
come il manico di un ombrello.
Restano i cedimenti
oasi nel deserto di un letto,
contrari e sinonimi si specchiano nella collera
anch’essi lontani dal verso.
Rumoreggiano i corvi:
loschi interpreti della pazienza
alleati volanti del malinteso.
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BUDAPEST
Rosso alone
d’una corsa ai piedi del fiume
palazzi in colore placano
argini che non vogliono farsi male,
susseguono cadute
addentate da anatre addomesticate
i passanti osservano inerti
un destino torbido quanto scorrevole.
Un corridore si ferma, s’allaccia le scarpe,
le anatre riprendono il vortice
e lui riannoda la nostalgia al passato.
Sguardo sfiorato dalla corrente,
sottile scia.
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IL BUS, LA LUNA, IL PIGIAMA
Un pigiama tramortito da una chiamata persa
giace nell’asfalto incolume
molti lo sovrastano, concentrati a custodire
l’urna elettorale dei pensieri,
lo calpestano,
l’usanza dell’abbandono oscura la fibra
violentata dal piede burbero.
Un autobus incita il motore, grido di battaglia
penetrato dal rombo delle marce
gli sguardi dei passeggeri brillano
nelle diagonali inconsapevoli
si rovescia un bicchiere, Carlo ha perso
la coincidenza del piacere.
Fugge l’autobus seviziando la strada,
la sconfitta timbra i polpastrelli di un ragazzo
che voleva la neve per sacralizzare un incontro.
Inerte come il pigiama, si lascia trasportare
da una copiosa cascata di lacrime
e inchiodato alla trasparenza della luna
prega la notte
come una qualunque analogia del mondo.
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Fodere di plastica nel buio della democrazia,
che bella la burba degli archivi!
La dizione di un mito può sottrarre
la bandiera a un gufo digitale.
Servizi introdotti da impurità carnali
a volte scambiate per finalità.
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Simone Sanseverinati ha 26 anni, è laureato presso l’Università degli Studi di Macerata all’ indirizzo Storico della facoltà di Lettere. Suoi testi sono apparsi su Poetarum Silva e Arcipelago Itaca blo-mag.Nel marzo 2017 è uscita la raccolta “Interviste” edita Memoranda. Nel dicembre del 2017 ha pubblicato la raccolta “45 battiti di cuore” edita Le Mezzelane Editore. Di settembre 2018 è l’uscita della novella “Dentikit” edita Santelli Editore. Tra i riconoscimenti letterari ricevuti:Menzione d’Onore al “ VI Premio Nazionale di Poesia Patrizio Graziani” (2014); 3°classificato al Concorso Letterario “Ah… Che Primavera” (2015); Selezionato dalla giuria nel “ XV Concorso Internazionale Lettera d’Amore organizzato dall’ Edizioni Noubs (2015); Pubblicato con una poesia nell’antologia tematica dedicata a P.P. Pasolini (2016); 3° classificato al premio letterario “Il Tempo della Poesia” (2016); Vincitore del 1° concorso Nazionale di poesia “Poiesis-Under 35” (2016); Finalista del concorso di poesia dedicato a P.B. Shelley (2016); 2°classificato al Poetry Slam di Monte San Giusto(Mc), (2017); 2°classificato al Poetry Slam di Porto Recanati (Mc) (2017).
Le sue pubblicazioni:
➢ Interviste, Memoranda, 2017
➢ 45 battiti di cuore, Le Mezzelane, 2017
➢ Dentikit. Santelli Editore, 2018
(a cura di Marta Cutugno)