di Ilaria Grasso
La maggior parte delle poesie d’amore sceglie come scenario il mare e le atmosfere agostane forse perché il tempo, quando siamo innamorati, come la cronologia degli eventi salta proprio come quando, in vacanza,facciamo colazione ad ora di pranzo. Gli innamorati sanno che il tempo non è un limite se sai sfruttarlo pienamente ed è allora che accade il miracolo di un istante che si dilata e le categorie razionali e misurabili come lo spazio e il tempo perdono senso nell’immensità del sentimento che proviamo. Del Prete ci fa entrare in atmosfere marine e tra le stelle brillanti delle notti limpide d’estate e mai penseremmo che in tutto quel luccichio esistano buchi neri che turbino l’acqua di un mare calmo e cristallino. Quando però qualche ombra appare, come normale durante il giorno, il cuore si fa pesante e non riesce più a galleggiare nel turbine delle cose. Ecco allora che il pensiero formula infinite domande come un marinaio privo di cartografia per cercare la traiettoria esatta che conduca al porto sicuro, metafora usata da molti innamorati quando sono corrisposti perché l’amore è anche e soprattutto reciproca accoglienza e protezione.
DILATAZIONE DI AGOSTO
La mia voce deve avere il calore
dell’estate, se t’incanta col nome
dei quasar, se scintilli di un albore
di cometa poi afferri le sue chiome
fin quasi al margine di un buco nero.
Il tuo viso non sa se abbandonarsi
al mio sermone o l’animo severo
fermare le mie dita e i loro intarsi.
Ma c’è per me una via tra i tuoi occhi
di un verde oltremarino? nell’atollo
sereno e cristallino la mia nave
va a spirale dentro il gorgo ed è grave
il dolcissimo sospetto che a mollo
nel mare del tuo cuore io sempre tocchi.
Da SOGLIE – Ladolfi Editore