di Ilaria Grasso
Mi unisco al cordoglio di amici e parenti di Christian Tito che da poco ci ha lasciati. Lo faccio con questa poesia che ritrae pienamente il presente che viviamo. I versi rappresentano un mondo iperconnesso dove c’è poco spazio per la comunicazione reale e tanto spazio per l’affabulazione o la manipolazione. L’animale uomo che sa mantenere viva la propria parte istintiva benevola però ne intuisce i pericoli e ha paura, teme l’estinzione della specie per mano di questa folle rabbia che anima e alberga i cuori e le coscienze. Questi bei versi sembrano insegnarci che per dirci realmente umani dobbiamo uscire dalle logiche del “noi” e del “voi” ma considerarci insieme unico di persone la cui più grande ricchezza non risiede della produzione o nella presunzione di reputare la nostra vita migliore di altri perché le cose della vita accadono aldilà di tutto. Nostro compito è prenderci cura del prossimo, donarci, essere generosi perché troppo spesso non consideriamo quanto sia quella la vera ricchezza. Mi piace essere onesta. Non conoscevo Tito prima della sua dipartita ma ho ricevuto tanti messaggi di amici poeti che esprimevano grande dolore per la sua perdita e leggendo questi e altri suoi versi in questi giorni non faccio difficoltà a essere solidale al loro dolore. Sarebbe piaciuto anche a me conoscerlo. Ci rimangono i suoi versi e non è cosa da poco…
Facebook mi informa che a Nizza
i miei amici sono vivi,
i morti e i feriti sono altri
a Manchester la posizione dell’ordigno
conferma che il bersaglio erano i bambini
“Dio voleva questo” dice spesso chi uccide,
qualcun altro invece afferma
che è Satana a volerlo
difficile capire di chi sia l’intelligenza delle bombe
un giorno un uomo ha scelto di guidare un camion
per schiacciare altri uomini intenti a passeggiare
un altro giorno un altro uomo ha scelto
di costruire un ordigno pieno di chiodi
per fare a pezzi dei bambini
che siano riferite a Dio o al suo Nemico
niente appare nuovo sotto il sole.
*
Fermato in Viale Stelvio angolo Farini
molestava peruviana dicendo bella troia
lo portano in reparto alle quattro del mattino
urla gobbi di merda brutte merde bianconere
due infermieri lo cingono decisi
scalcia morde urla forza Milan
gli infilzano una siringa di aloperidolo nel fianco
forza Milan forza Milan merdosi gobbi di merda
ferma le gambe
poi le braccia
poi i pensieri
spariscono i cattivi bianconeri
“ho detto solo bella troia
non brutta troia
brutta lo dicono i cattivi
sono loro che dovete fermare”
si mette a dormire
io non dormo più.