di Ilaria Grasso
Dalle note della raccolta dalla quale ho estratto questi versi apprendo che sono stati scritti per l’opera Nodi quasi di stelle dell’artista Giulia Napoleone. Parla dunque del desiderio partendo dal suo etimo. Il desiderio, nella sua derivazione latina desiderium(da de-sidera), ha sia una valenza positiva (cercare, attendere, sognare) che negativa (non vedere, rammaricarsi dell’assenza). Siamo spesso abituati a collegare il desiderio come qualcosa che riguarda soltanto gli amanti ma come dice un vecchio detto “chi cerca trova” e questo detto svela un altro aspetto del desiderio, ossia la ricerca. In senso più ampio la conoscenza che è alla base tanto di un rapporto amoroso quanto alla volontà di abbracciare una certa data cultura.
Isabella Leardini, tramite i suoi bei versi, ci invita a sondare ciò che riecheggia nei nostri desideri perché possono essere strumenti molto efficaci che ci svelano non solo qualcosa di noi come esseri amanti ma anche pezzi di conoscenza del mondo che mai avremmo scoperto se non avessimo avuto volontà di cercare.
Desiderare è una questione di distanze,
di corpi freddi che riescono a brillare.
Cercavo la costellazione esatta
che riunisse i tuoi punti con i miei
la congiunzione fatale negli anni
lo squilibrio infallibile del cielo.
Il vero amore regge il capogiro
con la testa piantata nell’aria
di una logica che splende se si avvera.
Sovrappone come una mappa
il tuo buio di pianeti con il mio
la precisione muta delle stelle.
L’ho studiato come una scienza
il codice dell’ora in cui sei nato,
amare è un atto di interpretazione
che riempie il giorno dopo l’evidenza.
Da UNA STAGIONE D’ARIA – Donzelli Editore