Pillole di poesia – Adriano Padua

di Ilaria Grasso

I cambiamenti impongono di abbandonare il vecchio per accogliere il nuovo. Ma come selezionare? Come operare delle scelte valide? Spesso si rimane impantanati e monta la rabbia che distrugge tutto così poi quando c’è da ricostruire per necessità impellente non ci si concede il tempo necessario per rivedere ciò che è stato. Ciò accade alle comunità così come alle città che le abitano. Ci ritroviamo all’interno di spazi che sempre meno assomigliano a luoghi perché al loro interno non c’è un senso etnico-socio-culturale all’interno del quale agire. Anche le abitazioni sono sempre meno case. Ci si ritrova stanchi della giornata e dalle continue richieste della società e a malapena si riesce a dialogare (sempre che si viva con qualcuno). La parola e il senso della comunicazione, in questa dinamica, sembrano morirci dentro inquinate dall’accelerismo che subiamo e dall’aria malsana che respiriamo. Questo è il ritratto dei giorni nostri che questa bella e cruda poesia di Padua ci offre. E se per una volta provassimo a rallentare se non fermarci o cambiare strada ogni tanto ?

lo stato di crisi incrementa rescinde le corrispondenze
marciscono le fondamenta in un vuoto che sputa sentenze
crollate a ridosso di strade distese a formare un sistema nervoso
d’asfalto che assorbe paesaggi percorsi a ritroso
per ogni memoria vissuta oltre i corpi dissolti
ferita nell’interferenza di suoni malsani rivolti
ai vuoti che dentro le case amari ricadono in gola
dei dialoghi contaminando ogni singola nuova parola

STILL LIFE – Miraggi Edizioni

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