1 Giugno 2017 – Sgt Pepper’s compie 50 anni

Film evento di A. G. Parker (da non confondere con l’Alan Parker di The Wall): Sgt. Pepper’s Beyond, dal 30 maggio al 2 giugno nei cinema.

RECENSIONE DEL DISCO SGT PEPPER’S PRESA DAL SITO SUI BEATLES PEPPERLAND:

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band è un album epocale, più importante per la storia della musica che per la storia dei Beatles, riconosciuto sin dalla sua uscita come un evento culturale, il cui fascino, come la sua gloria, aumenta al passare del tempo. Rolling Stones gli ha attribuito il primo posto nella classifica dei 500 migliori album di sempre, anche se altre graduatorie gli preferiscono Revolver. Per quanto poco oggettivi possano essere tali giudizi, la grandezza di Sgt. Pepper, e ciò che lo rende diverso – e superiore – da ogni altro album dei Beatles e di qualunque altro artista prima e dopo di loro, è la sua perfetta capacità di rispecchiare lo spirito della irripetibile epoca in cui è stato concepito.

Fortunate ed irripetibili coincidenze temporali hanno fatto coincidere l’inizio del 1967 con una serie di fattori che hanno aiutato Sgt. Pepper a diventare il capolavoro che è diventato. Se già è estremamente improbabile che potrà mai esserci in futuro un gruppo che riunisca il talento compositivo di Lennon e McCartney e quello di produttore e arrangiatore di George Martin, che tali talenti arrivino ai vertici dei loro percorsi artistici nello stesso momento e che tale momento sia quello in cui decidono di abbandonare l’attività live e creare in studio una nuova esperienza sonora, appare onestamente impossibile pensare che tutto ciò avvenga in un periodo più stimolante e propizio del 1967.

Oltre al contesto storico, bisogna poi considerare le dinamiche interne al gruppo al momento della realizzazione di Sgt. Pepper: il nono disco dei Beatles è il loro primo album dopo il definitivo abbandono dalle scene e l’ultimo prima della scomparsa del loro manager Brian Epstein. Questi due fattori (l’abbandono dell’attività live e la morte di Brian, autentico collante della band) minarono ben presto la solidità del gruppo, che di lì ad un anno si sarebbe trovato a litigare ferocemente nel corso della realizzazione del successivo disco. Sgt. Pepper invece, è felicemente immune da ogni bruttura, e beneficia di una serena armonia (reale, e non simulata come in Abbey Road) che pervade le lavorazioni dell’intero album.

Per queste ragioni, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band è molto più di una somma di canzoni. Sebbene l’idea di realizzarlo come un’opera completa, nella quale un file rouge lega tra loro tutti gli episodi, non venne effettivamente realizzata (cosa che Lennon tenne sempre a precisare, rifiutando il titolo di primo concept album della storia), è innegabile che ogni canzone benefici della presenza di ciò che le sta attorno, e della magia che l’album seppe creare a partire dalla sua celebratissima copertina.

Non ci sono punti deboli nè trascuratezze in quest’album. Ogni brano è registrato con cura, ed anche se può essere vero che un paio di canzoni siano meno opportune di altre (soprattutto, secondo i più, la oggi rivalutata Within You Without You e Good Morning Good Morning), ogni pezzo ha, nel peggiore dei casi qualche elemento che ne giustifica la presenza. Per questo, quando si parla di Sgt. Pepper, raramente si citano le canzoni in esso incluse, con al più una sola, comprensibile eccezione per A Day In The Life, da molti ritenuta il più alto risultato artistico dei Beatles.

A volte accade che un artista porti un genere a un tale livello di perfezione da decretarne la fine: ciò che successe a Bach col barocco o ai Nirvana con il grunge. Con Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band i Beatles portarono loro stessi ad una vetta così elevata che ormai non avevano altro posto dove andare, se non scendere. Ma al tempo stesso, erano talmente in alto che occorse molto tempo, e molte canzoni, prima che il loro percorso si concludesse.

http://www.pepperland.it/the-beatles/discografia/album/sgt-peppers-lonely-hearts-club-band

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