Pillole di poesia – Stefano Mura

di Ilaria Grasso

criterio

La poetica di Stefano Mura si raccoglie tutta nel concetto di struttura. La mia rima è entrata in scena con naturalezza quasi per confermare l’esigenza di armonia dell’autore. La sua incessante ricerca delle immagini, dei contenuti e dei suoni trova pace nella creazione poetica. Lo spessore culturale non si nasconde certo tra le righe, anzi, ha la sua degna posizione nella pagina. La penna, come bulino, incide sulla carta la corretta chiave di lettura, talvolta anche estetica come in questa poesia.

Cose che impigliano

tiriamo fuori dalle tasche
cose che impigliano fili
carte lise, monete fuori corso
amuleti di vite sottomesse
all’esistere di un giorno,
sezioniamo carni che ebbero tra loro coesistenza
per estorcere giustificazioni
per costringerle a parlare della solitudine
per obbligarle a dire la terra, l’humus che furono
e poi chiedersi perché
————-sottraendosi alla cura, scomparvero.

Rimestare, ma perché?
Invece di infilare
carte d’amore o pagine incollate
dove si legga solo il buono delle cose
copiando il vecchio Isgrò,
una volta tanto cancellando
== ===== =======
ciò che non vale == ==== ricordare affatto.

Da “IL CRITERIO DELL’ORTICA” – Manni Editore


In copertina: Emilio Isgrò, Codice ottomano della solitudine (2010). Taksim Sanat Galerisi, Istanbul.

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