Quando lessi per la prima volta i testi della Hanxhari nella famosa e per molti “versi” criticabile antologia mondadoriana ” Nuovissima poesia italiana” rimasi colpito dalla forza naturale del dettato. Ho la fortuna di poter leggere in maniera continua le poesie che pubblica, con molta discrezione, sui social e apprezzo la sua potenza timida. La parola si colloca quasi da sola nel luogo giusto, come se lei fosse una semplice veicolante del senso. Brindisi degli angeli del 2012 è un altro testo fulminante che merita una lettura approfondita. Qui ora si propongono alcuni brani tratti dall’inedito “ Amore-emana”.
AMORE EMANA
I.
Ti amo come un livido di foglie sul corpo
neanche il bosco contiene tanti rami quante braccia
la nostra giostra amore
il sole ci vede e ci sostiene su un punto solo
quello che muove gli occhi per non andare via dal tronco
Ama me come si ama la potatura selvatica del faro
senza sarcasmi, senza seme nei granai
con la fame del corvo al seno
se rimango nel fuoco senza muovere lo sciame
e vivo il volto, i getti negati nell’alveare
o non amarmi affatto!
Amo te
che vieni a prendermi dal fondo delle braccia
a braccia aperte
e incidi una nota con la bocca stretta all’aurora
non riesco più a sentire la nota
il tempo che corrode la lingua di vetro
l’ascesa del sangue del frumento
non avevi un piano per la potatura dei tigli
una fiamma in più per l’inverno
ci incontreremo prediletti
nei fumetti d’alabastro
fino a sentire l’eloquenza della pietra
fino a smettere di essere pietra
quando passerà l’allodola di vento
Ama me, amo te, ama me
cielo e pietra e carne
astemia di neve, di millenni
vino di albero infante
Amo te ama me amo te
e ci pensi tu ad accompagnare la mia bocca
non saranno mai confusi i lacci
sapranno annodare le zolle
le ruote della macchina
e la mia bocca sulla tua onda
in due facciamo un mare e una nave
e una stagione di naufraghi
ci mettiamo qualcosa addosso quando piove
solo una bocca in due può bastarci
il cambio di ruota, i fiori che vengono nutrendo
l’acqua profonda
e nel punto del ritorno l’àncora alla gola
II.
L’amore folle mette nei guai la mente
cadrà, dirai
danneggerà il tempo
ammalerà il silenzio
intaserà la luce
e tu tagli il più possibile
l’amore risponde alla potatura
con fuoriuscite forti e vigorose,
innaturali e sbilenche
Se l’amore è stato danneggiato
ne verranno lanciati altri rami
per rispondere all’offesa
vigorosi ma non fruttiferi
che cos’è un ramo dietro a quell’albero
è l’amore ma anche altro
chi chiama l’ape è il polline
che pensa con l’effluvio della letizia
aver cura degli entrambi i lati
di dio e della potatura
stai amando allora ami
con getti folli di luce
La passione cerebrale è materia del cielo
come la tua mano nella mia testa è madre
mi è giunta eroica la parola nel ventre
si riconosce per la nota l’aurora del seno
comprimere la ferita di latte
la commozione della bocca che incide
il sole sulla lingua
e non mi venire a dire che è alba fra poco
e le vibrazioni del cuore sono una rete vuota
la passione cerebrale è ampia stagione
per prendere la mira si sguscia giù per le scale
o al patibolo
ecco ci siamo lasciati su una via estranea
ma non siamo mai andati via dall’abbraccio
ed è stagione fra poco
è profezia
se scendi dalla fiamma ossidrica
se riesci a sentire il mio vento stringilo
i boscaioli lo sanno che per potare il buio
ci vuole la foce
per tornare a terra amore
ci vuole la casa
saper stare nella solitudine delle ortensie
in muri alzati da semi
non in grado di germinare
è la giù in fondo all’anima
non oltrepassare la linea della zattera
III.
Anche la ghigliottina è un ricordo che ha visto la mente
che ha goduto il tempo dell’incontro con la luce
all’unisono del distacco
ha ripassato il cuore a memoria come una preghiera
ha leccato la teca cranica scrigno del bello
ha visto il ricordo
ecco questa è la vita
due si incontrano sulla ghigliottina
si vedono delle cose dentro
poi si rileggono sempre il corpo avanzato,
l’incendiario ti è abito della vanità
tu accusi di vanità il morente/ ahaha
che tempi di poeti indifferenti
oh sì sapevo, qui la rivolta dei lupi
hai incrociato le mie vedute carcasse di luce
ho una vendetta pronta
qui sulla ghigliottina con la testa sulla lama
il luccichio del sangue bianco
nuoto nella forza dell’antenato
e ti dono il bene che mi è ricordo stabilito
appena mi stacchi il collo dalla menzogna
un soffio d’aria sulla nuca
e guardi dal sangue come dalla finestra
la nuova fioritura
Non può mai sbagliare il bene
non ha ripostiglio né applausi e mani di creta
il bene è l’amore mieta cucendo i semi alla terra
un verme alla mela
per farti accorgere il tempo della raccolta
la pazienza ai corvi che dio nutre con la morte
ecco il bene ha partorito il fiato la coagulazione del mare
camminate sulle acque il bene solleva il capo
asciuga gli occhi con un sorriso
ed è viaggio viaggio viaggio
sui tempi negati
Guardate l’amore ha alzato le braccia
non come si arrende un uomo
ma come si semina il cielo!
Anila Hanxhari è nata a Durazzo nel 1974 e vive a Lanciano. È poetessa, pittrice, narratrice, traduttrice e presidente dell’associazione culturale “Italfida”, con cui ha ideato e curato diverse manifestazioni culturali e convegni internazionali. Attualmente è dirigente responsabile del settore cultura Ascom Abruzzo, per cui cura il Format di “Poesia e Impresa”. Ha pubblicato le raccolte poetiche Io tu e l’Anima (Ianieri 1997), Assopita erba dell’est (Noubs 2002), Cicatrici d’acqua (Noubs 2007. Prefazione di Giuseppe Conte), Brindisi degli angeli (La Vita Felice 2012. Prefazione di Maurizio Cucchi). Tiro a sorte la libertà (Tabula Fati Solfanelli prefazione di Davide Rondoni e Rolando D’Alonzo) È presente, fra le altre, nelle antologie Nuovissima poesia italiana (Oscar Mondadori 2005, a cura di Antonio Riccardi e Maurizio Cucchi), La parola che ricostruisce. Poeti italiani per l’Aquila (Tracce 2009), a altro ancora e sue poesie sono state pubblicate su «Specchio» de La Stampa e numerose altre riviste. Ha vinto vari premi (tra cui il Premio Camaiore-Proposta 2002, il Premio Matacotta opera prima 2003, il Premio Valle Senio, il premio Poesia nella vita 2011) e tanti altri.
Le tue poesie entrano nel cuore cara Anila. Sono belle da piangere.