[Poiesis]: Amelia Rosselli legge “Impromptu”

Amelia Rosselli legge “Impromptu”

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Estratti da Impromptu (1981)

1.

Il borghese non sono io
che tralappio d’un giorno all’
altro coprendomi d’un sudore
tutto concimato, deciso, coinciso
da me, non altri – o se soltanto

d’altri sono il clown faunesco
allora ingiungo l’alt, quella
terribile sera che non vi
fu epidemia ma soltanto un
resto delle mie ossa che
si rifiutavano di seccarsi
al sole.

Non v’è sole che non sia
lumière, (e il francese è
un par terre) quando cangiando
viste, cangiasti forme, anche
nel tuo nostalgico procedere
verso un’impenetrabile morte.

Nel verso impenetravi la
tua notte, di soli e luci
per nulla naturali, quando

l’elettrico ballo non più
compaesano distingueva tra
chi era fermo, e chi non

lo era. Difendo i lavoratori
difendo il loro pane a denti
stretti caccio il cane da

questa mia mansarda piena
d’impenetrabili libri buoni

per una vendemmia che sarà
tutta l’ultima opera vostra

se non mi salvate da queste
strette, stretta la misura
combatte il soldo e non v’è

sole ch’appartenga al popolo!

 

 

2.

Quando su un tank m’avvicino
a quel che era un tango, se

la misericordia era con me
quando vincevo, o invero

se la tarda notte non fosse
ora ora di mattino, io non

scriverei più codeste belle
note! — Davvero mi torturi?
e davvero m’insegni a non
torturare la mente in agonia

d’altri senz’agonia, ma mancanti
al sole di tutti i splendidi

soldi che hai riconosciuto
nella Capitale del vizio

che era Roma? E tu frassine
oh lungo fratello d’una volta
chiamato Pierpaolo, un ricordo

soltanto ho delle tue vanaglorie
come se in fondo fosse l’ambizione

a gettar l’ultimo sguardo
dall’ultimo ponte.

 

 

3.

questa notte con spavaldo desiderio
scesi per le praterie d’un lungofiume
impermeato d’antiche abitudini
ch’al dunque ad un segnale indicavano

melma, e fiato. Solo sporcizia
sì, vidi dall’ultimo ponte, dubitando
d’una mia vita ancora rimasta al
sole, non per l’arrosto ma per

il fuoco è buona: se a tutti divenne
già prima ch’io nascessi – indifferente

la mia buona o cattiva sorte, dall’altr’angolo
che non da questa visione crematorizzata

della mia e vostra vita terrorizzata
se resistere dipende dal cuore
piuttosto dalle sottane s’arrota
la Mistinguette, la vita sberciata
per un attimo ancora, se sesso
è cosi rotativo da apparire poi

vano a questo recitativo che mi
faceva passare per pazza quando
arroteandomi dietro ad ogni scrivania

sorvegliavo i vostri desideri d’essere
lontani dalla mia, rotativa nella
notte specchiata nel lucido del

vetro che copre le vostre indifferenze
alla mia stralunante morte………

……..

 

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