Julieta – un film di Pedro Almodóvar

Recensione di Libera Capozucca 

Julieta – Pedro Almodóvar

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La seta rossa di un abito da donna svela un corpo maturo appartenuto ad una giovane bellissima di nome Julieta. Lei ora vive a Madrid e sta partendo per il Portogallo, ma non sa che l’incontro inaspettato con una vecchia conoscenza le sveglierà un antico dolore impedendole il viaggio. Il pensiero di sua figlia lontana da tempo, di cui ha perso le tracce anni prima, sopraggiunge ossessivo e l’urgenza di comprendere le ragioni di questa incolmabile distanza tornano a tormentarla. Antìa è stata la sua gioia, adesso è una spina nel cuore; era la sua vita, da tempo è una ferita che sanguina non cicatrizzando mai. Allora diventa necessario fare i conti con il passato, con l’uomo che ha amato, con se stessa, scoprendo le ragioni e i sentimenti di una madre, e che non sono mai semplici.

Di nuovo Almodòvar torna a raccontare l’universo femminile attraverso quel delicato occhio sulle emozioni di donne alla ricerca della felicità. Esistenze trascorse a dare un senso al dolore per comprendere il mistero della maternità contro uomini allo sbando, distruttivi e violenti, era già in “Tutto su mia madre”; motivo ripreso in “Volver” dove la maternità non era più cupa e disperata, ma consolatoria, dolce, confortante; in entrambi i casi, comunque, esaltando l’eterno rapporto madre-figlio che inorgogliva di forza e sensibilità sulla prepotenza del mondo e di uomini poco affidabili. Anche “Julieta” ora affronta il suo passato, proprio come le altre famose protagoniste, questa volta tuttavia perdendosi in sensi di colpa e angosce profonde ripensando al legame con sua figlia.
Toccante e di una intensità diversa rispetto agli altri lungometraggi al femminile, perché più trattenuta, sommessa, e pacata, questo film colpisce per semplicità ed essenza. Lontano dai colori più forti e dall’ironia più sferzante, arriva delicato e tenue nonostante il contenuto. Ma non scivola via, si trattiene dentro per la sua carica densità. Proprio come un tatuaggio sulla pelle, un cuore rosso che batte di vita e passione.

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